In attesa dell’uscita in Italia della serie TheBlu in Realtà Virtuale (VR) sono andato a provarla per l’inaugurazione del VR Cafè a Vilnius. Certo, volare in Lituania per una cosa del genere può sembrare folle ma se pensate che al costo di una pizza potete arrivarci con un volo low cost la cosa suona più ragionevole. Se poi lo combinate ad un appuntamento di lavoro è anche giustificabile soprattutto con vostra moglie che altrimenti potrebbe pensare che sei andato per scoprire se è vero quello che si dice sulle ragazze dell’est.
Al VR Cafè bastano, e avanzano, 6 euro per fare tre immersioni. E così mi sono sparato un relitto, un reef e una notturna negli abissi senza soste di superficie, senza deco e senza bagnarmi ma soprattutto senza dover cercare parcheggio e traslocare chili di attrezzatura.
Come?
Con Vive, il dispositivo di realtà virtuale progettato da Valve in collaborazione con HTC. Vive permette di vedere il mondo virtuale mediante un visore ottico, e trasforma l’ambiente che circonda l’utente in uno spazio 3D in cui può muoversi liberamente. Questa nuova tecnologia “room scale” trasforma la realtà virtuale di HTC Vive in un’esperienza particolarmente immersiva, e non uso questo termine a caso.
La mia guida di oggi è Akvilė, una giovane lituana che stranamente mi è molto più simpatica di Mohammed, la possibile alternativa reale di una giornata in Mar Rosso. Il briefing dura pochi istanti e anche la vestizione è rapida: un visore, due controller, un paio di cuffie AF. Akvilė mi accompagna in una delle stanze vuote dove un computer con i controcoglioni controlla il dispositivo Vive. Solo pochi fili in giro –che spero vogliano far scomparire nelle prossime versioni wireless- e quattro pareti coperte da semplice moquette.
Appena indosso il visore di Vive il mondo reale lascia il posto a quello virtuale. Mi sembra di essere in un videogioco e posso girarmi ovunque senza capire dove mi sto muovendo realmente. Dopo pochi istanti compare un menu alle mie spalle dove posso scegliere l’immersione da fare. Ma perché scegliere? Le farò tutte e tre a cominciare da quella che per Akvilė è la migliore:
TheBlu Whale Encounter – l’incontro con il più grande mammifero del mondo.
Clicco con uno dei due controller e mi trovo in profondità su un relitto. FANTASTICO!! Semplicemente fantastico. Il relitto sembra vero, curato in tutti i dettagli. Mi posso spostare a prua per vederne una parte. Sento il rumore delle mie bolle. A un certo punto delle ombre sul relitto, alzo lo guardo e sopra di me stanno passando delle mante. TANTA ROBA!! Le osservo per un po’ e altri pesci si avvicinano. Il senso della distanza è molto simile a quello reale, credo di avere una cinquantina di metri di visibilità. Guardo ancora il relitto ma l’attenzione ricade veloce su una balena in avvicinamento. INCREDIBILE!! Mi passa a un paio di metri, sarà lunga 30 metri. Giunta con gli occhi vicino a me sembra guardarmi e rallentare. Un suo occhio è grande come la mia faccia. Resto fermo immobile. RISPETTO!! Mi manca qualcosa, la mia fotocamera per cui posso godermi l’immersione senza pensare ad altro. Lei lentamente prosegue il suo viaggio fino a scomparire. BELLISSIMO!! Sento il suo canto in lontananza. Torno al relitto per qualche minuto per poi terminare la mia immersione senza deco.
Pochi minuti di immersione virtuale. Ok, l’ho già scritto che è virtuale, fosse stata reale sarebbe stato mille volte meglio ma questa è sicuramente l’esperienza digitale che più le si avvicina ed è semplicemente emozionante.
Finita l’immersione prendo fiato e entro in nuove avventure virtuali. Salgo sui grattacieli e da un tetto mi sporgo su una traversina fino a sentire fortissime vertigini. Scendo, prendo un idrante e volo tra i palazzi a spegnere un paio di incendi. Calmate le acque faccio un giro nelle fogne per decapitare qualche zombie…
Finito il cazzeggio terrestre torno in TheBlu per le altre due immersioni.
Reef Migration
La seconda, Reef Migration, mi porta su un reef coloratissimo a una ventina di metri di profondità. Il reef è ben fatto ma la grafica nei dettagli e soprattutto l’impatto emozionale non sono all’altezza della balena della prima immersione. Resto qualche minuto sulla barriera, mi sento un po’ limitato nei movimenti ma anche questa esperienza è molto realistica. Dopo qualche minuto riemergo con un click e non devo aspettare il tramonto per immergermi negli abissi a incontrare le creature che finora ho visto solo nei documentari.
Luminous Abyss
Dopo qualche minuto riemergo con un click e non devo aspettare il tramonto per immergermi negli abissi a incontrare le creature che finora ho visto solo nei documentari. Tra queste il famoso Diavolo Nero, un pesce abissale che emana una luce dall’antenna frontale. Anche in questa immersione notturna ho in mano una torcia con cui posso illuminare dove voglio, in tutte le direzioni, come nelle immersioni vere. Qualche osso di balena rende l’ambiente molto teatrale, anche più del necessario. Con la torcia cerco a destra e a sinistra ma sono solo, senza buddy, col rumore delle mie bolle. Mi rilasso e cerco di immaginare quello che possono provare Michele Geraci e Danilo Bernasconi nelle loro discese oltre i duecento metri di profondità.
Game over.
Akvilė mi richiama alla realtà, quella vera, alle quattro pareti di moquette intorno a me.
Sono tornato bambino per una mezz’ora ma la realtà virtuale non è solo per bambini anche se certamente un utilizzo anche nei sistemi scolastici potrebbe far solo bene.
Immaginatevi la maestra che spiega la biologia marina e mentre parla gli alunni sono lì, nel reef ad osservare in silenzio la vita del mare in attesa poi di essere portati a vedere le barriere coralline, quelle vere.
Immaginatevi anche se in barca, prima di un’immersione vera i briefing potessero essere virtuali.
Immaginatevi tanti altri usi ludici o meno, l’importante è far lavorare la fantasia.