Intervista a Max Valli, titolare di Orange Shark H2O diving centres, Malta.
Max, parla un poco della tua storia, presentati ai nostri lettori.
Ho cominciato ad immergermi nel 1985 (avevo ahimè 21 anni, quindi ora conoscete già la mia età) e ho continuato sino ad oggi senza soluzione di continuità.
E’ subito stata passione e tale è sempre rimasta, ho seguito diversi percorsi, dal primo corso FIPS CMAS fino al Dive master PADI, poi istruttore “solo” nel 2001 dopo essermi divertito per anni a scoprire, fotografare e filmare i fondali dei laghi e del mediterraneo. Ho visto Caraibi, Maldive, Filippine e Mar rosso ma il mare che amo di più è ancora il Mediterraneo.
Perché?
Per qualcuno può sembrare una frase “comoda” (anche perché ora ho un diving centre a Malta) ma vi posso dare la mia spiegazione “scientifica”: i mari tropicali sono bellissimi, caldi, colorati e trasparenti ma dopo 5 immersioni (per dare un numero) la sesta è uguale alla quinta, la settima uguale alla sesta e così via (a meno di particolari grotte o relitti…). Nel Mediterraneo riesco a fare sempre immersioni realmente diverse, ogni profondità regala emozioni differenti, i colori che si accendono al passare del fascio luminoso delle torce e le differenze di temperature ne accentuano la diversità. Amo fotografare e filmare e soprattutto le immersioni tecniche alle quali mi sono dedicato quasi esclusivamente negli ultimi 10 anni. Ho sempre desiderato vivere al mare e da sempre mi ero ripromesso di farlo il prima possibile o almeno all’età tanto attesa della “pensione”.
E così sei finito a Malta. Perché proprio Malta?
Quattro anni fa mio figlio Matt era in Sardegna per fare la stagione estiva come istruttore, io ero già troppo stressato dal mio vecchio lavoro di consulente finanziario e data la sua decisione di non continuare verso studi universitari, presi la decisone di svoltare. Qualche resistenza iniziale in famiglia e poi la ricerca del luogo dove andare. Scartate Sardegna e Sicilia per ragioni diverse mi sono diretto a Malta per vedere se ci fossero possibilità di trasferirsi definitivamente e di aprire un diving centre.
Malta (con le isole di Gozo e Comino) è un’isola che non si può capire fino in fondo al primo impatto. Quando passi un paio di giorni su un’isola tropicale sei subito invidioso degli abitanti (locali e non) che vi risiedono, ti viene da dire: “wow, che paradiso, voglio trasferirmi qui, beati loro che ci stanno tutto l’anno”. Più o meno la stessa impressione che tutti hanno quando fanno il primo tuffo in un mare tropicale). Dopo qualche giorno passato a Malta cominci a chiederti:”dove sono capitato? Strade a volte veramente dissestate, segnaletica incomprensibile, urbanistica ed edilizia senza aggettivi…”
Passato il giusto tempo, in entrambi i luoghi, ti rendi conto che per noi che proveniamo da una certa civiltà, diventa improponibile la vita su un’isola di 1 km quadrato con usanze così diverse dalle nostre europee, mentre diventa più realistico trasferirsi su un’isola, oggi parte della comunità europea, che per 160 anni è stata proprietà del Regno unito, con tutte le eredità culturali che ci sono e che scompaiono con il passare degli anni. Visto che per passione precedente l’unica lingua accessibile era l’inglese, ho scartato anche altre destinazioni europee (isole di lingua spagnola) e insieme a mia moglie Paola abbiamo deciso di trasferirci.
Da lì ai 2 Diving centres che abbiamo oggi le incertezze e i problemi passati non sono stati pochi ma quello che mi ha dato forza e voglia di perseguire qui uno dei miei sogni è stata l’accoglienza calorosa e l’aiuto che mi hanno dato tutti i maltesi che ho incontrato nel mio percorso. Ora ho molti amici (tutti maltesi nonostante un gran numero di italiani residenti sul’isola) e mi sento introdotto al 100% nel tessuto sociale maltese (sono anche segretario della PDSA, l’associazione dei Diving centres maltesi).
Si vive bene, non ci sono problemi di malavita, il diving è una “industria” locale (ci sono circa 50 dive centres tra Malta e Gozo), la vita costa meno rispetto all’Italia (pesce freschissimo a poco prezzo, assenza o quasi di costi per la casa quali tasse, rifiuti, riscaldamento ecc) e un’integrazione avvenuta al 100% mi hanno fatto decidere di rimanere permanentemente su una delle isole più a sud del Mediterraneo.
Quali sono le particolarità per cui consiglieresti a un sub italiano di andare a Malta a fare immersioni?
Proprio quel Mediterraneo di cui dicevamo prima, anche un po’ diverso dal Mediterraneo italiano, con specie subacquee in più o in meno, come le gorgonie che non esistono e i pesci pappagallo arrivati da qualche mare caldo. Pesci san pietro, cernie, barracuda e tutti i classici pesci del mare nostrum popolano le acque del piccolo arcipelago Maltese. Qui la temperatura dell’acqua va dai 26-27° estivi a una minima di 15° nei mesi invernali.
Una delle caratteristiche principali è la trasparenza del mare che in media raggiunge visibilità di 30/40 metri mentre la peculiarità che attira molti subacquei sono i numerosi relitti presenti in poche miglia di mare (almeno 25 relitti, tra quelli della seconda guerra mondiale e quelli affondati appositamente per l’ambiente e per i subacquei). Pareti, grotte e un “blue hole” a Gozo completano il quadro di quello che si può vedere sott’acqua. Immersioni per tutti, rilassanti in pochi metri d’acqua con fantastici giochi di luce o più impegnative su pareti o relitti per subacquei tecnici. Grotte e relitti a bassa profondità sono la gioia dei fotografi che si possono prendere tutto il tempo per studiare le migliori inquadrature.Stiamo anche cercando di istituire una vera area marina protetta così da avere ciò che ogni subacqueo sogna quando parte per una vacanza subacquea. Tutto questo in un mare a poco più di un’ora di aereo dall’Italia.
Da dove proviene il tuo cliente medio?
La clientela per almeno il 50% proviene dal Regno Unito ma gli Italiani stanno cominciando a scoprire queste isole anche dal punto di vista subacqueo (su storia e cultura da visitare c’è solo l’imbarazzo della scelta, con 365 chiese, monumenti, resti archeologici e molto altro). Avrei da raccontarvi per un paio di giorni ma la cosa migliore è vederci qui su questa isola mediterranea dove non farete fatica a farvi capire visto che una grossa fetta della popolazione capisce e parla anche l’italiano ma se parlate un po’ d’inglese potete approfittare per praticarlo, essendo una delle due lingue ufficiali dell’isola. Ci sono infatti 40 scuole di inglese che attirano studenti da tutta europa e dove i giovani possono combinare studio con mare e divertimento notturno (forse non tanto indicato per lo studio del giorno dopo ma questo c’è e questo fanno…).
Com’è Malta, come ci si vive?
A Malta si sta veramente bene, si trova di tutto, dall’abbigliamento del mercato all’ultimo vestito firmato, pasce fresco per gli amanti della cucina e ristoranti internazionali anche se la cucina mediterranea la fa sempre da padrona con molti ristoranti italiani che hanno contribuito a portare l’alta ristorazione.
Non essendoci il pericolo di delinquenza ci si sente veramente liberi di circolare anche di notte e questo non guasta in un mondo sempre più acceso di violenza. L’unica pecca dell’isola sono le strade, rotte e scivolose, che rallentano la circolazione già precaria per la presenza di più di 300.000 automobili su una popolazione di circa 450.000 abitanti (credo uno degli stati più popolati al mondo, vista la dimensione, che non si discosta molto da quella dell’isola d’Elba, giusto per fare un paragone). In stagione il tutto viene aumentato di circa 1 milione di turisti, che frequentano la zona di Sliema e St. Julian anche nella stagione invernale. Malta è un po’ inglese e un po’ araba. Si parla inglese e si viaggia a sinistra ma l’architettura è quella classica dei paesi “caldi” (talvolta un po’ fatiscente) e anche molti usi e costumi sono stati influenzati dalla latitudine dell’isola che ha dato dei ritmi più arabi che anglosassoni.
Nonostante questo (i miei ritmi sono invece molto più nordici) non tornerei più indietro e spero di restituire a questa isola tutto quello che ho ricevuto.
A Malta esistono praticamente due stagioni, l’inverno e l’autunno, e l’estate e primavera.
Da aprile/Maggio fino a fine ottobre le precipitazioni sono rarissime e il clima è “estivo” mentre nei mesi invernali si alternano giornate di vento a giornate di primavera (si trovano spiagge piene di gente anche in certi periodi quando le temperature possono salire dai 10/15° soliti anche a 20/25° per poi ridiscendere). La pioggia dei mesi invernali intasa le strade, che sono senza drenaggio e favorisce numerosi incidenti. L’inverno classico non esiste, non scendendo mai le temperature sotto i 6/8° notturni se non per pochissimi giorni e la primavera e l’autunno si confonderebbero se non fosse per lo scorrere del calendario; tutto questo lo si nota per le specie di piante e fiori che spuntano nei mesi che mai ti aspetteresti.
Mi hai convinto, aspettami, arrivo!
Foto di Max Valli, dove non indicato diversamente.
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