Foresia, una corsa da non perdere, viaggio di un granchio dentro una medusa
Golfo di Trieste, Baia di Sistiana, 13 marzo 2024, ore 09:00, insieme ai miei amici Cristian e Marco, mi trovo nella riva più a Nord di tutto il bacino Mediterraneo. Oggi siamo qui per una muck-diving, ma come leggerete più avanti, le cose muteranno.
Partito da casa già all’alba, ecco finalmente il Mare. Fresca soffia una leggera brezza da Est, il sole non è ancora forte e la temperatura dell’acqua è piuttosto fredda. Il mio computer sub, alla profondità massima raggiunta di 9 metri, segna infatti 10°C. Visibilità non ottimale, meno di 2 metri circa, ma con un 60mm macro in macchina, qualcosa si porta sempre a casa.
La partenza
Si parte dalla spiaggia di Sistiana (Trieste), in direzione del Relitto Molch. Il paesaggio è piuttosto lunare: detriti sparsi qua e là, residui di Pinna nobilis, colonizzati da ogni essere vivente che cerca di aggrapparsi alla vita. Vedo un bel cerianto, qualche bavosa curiosa tra i bivalvi, crostacei in fuga ed anemoni solitari.
L’incontro con la medusa
All’improvviso noto sulla mia destra, un enorme alone bianco: “ecco”, mi ripeto mentalmente, “siamo alle solite, monto un 60 macro e mi trovo davanti un Polmone di Mare da 5 kg dove mi occorrerebbe un Wide”. Si tratta di una Rhizostoma pulmo (medusa detta “polmone di mare”) di notevoli dimensioni, con un cappello opalescente di almeno 40 cm di diametro.
Ad ogni modo mi avvicino e la osservo un po’. Vedo che nuota di lato e quasi trascina i suoi possenti tentacoli che toccano il fondo limaccioso, tanto da sembrare agonizzante, ma forse è solo la mia impressione. L’ho incontrata in altre occasioni, mai sul fondo, sempre a mezz’acqua o in superficie.
Visto che ci sono, provo almeno a catturare qualche dettaglio del “cappello”, che termina con una frangia di colore blu-viola, e sui tentacoli, che appaiono come agglomerati arricciati e grumosi divisi in otto ramificazioni, che si aprono e si compattano durante il nuoto.
La scoperta del granchio
Mi avvicino così tanto, che praticamente nel mirino vedo solo il suo interno, ma è tutto molto scuro: solo la luce del mio faretto “spot” centrale, illumina quei candidi grumi carnosi. Ed ecco che noto un movimento sospetto: una macchiolina scura, forse un centimetro circa di dimensione massima, è aggrappata all’interno.
Non ci credo, la mia immersione cambia improvvisamente, mi sento felice, ora il mio scopo è quello di riuscire ad immortalare quel piccolissimo crostaceo, che alla luce del mio faro si presenta marroncino chiaro, anche un po’ bruttino, con piccole chele e piccolissimi occhi quasi impercettibili.
Mi domando come farò ad usare i miei flash che montati sui bracci, sono troppo esterni. Stacco il flash di sinistra e lo brandeggio come fosse una torcia. Mi avvicino più volte alla medusa, approfittando del moto rilassato dei tentacoli. Noto che il granchietto, ospite del Polmone di Mare è ancora lì, a portata di obiettivo, ma tutto il movimento sinuoso della medusa, lo fa apparire e scomparire tra quelle membra.
La sfida fotografica
Mi ripeto più volte mentalmente: “stai calmo, fermati quando non vedi il granchietto; avvicinati il più possibile, quando ti appare nitido in macchina”. “Questa Rhizostoma pulmo è davvero collaborativa“ penso mentalmente. Mi permette di fotografare il suo ospite e passeggero occasionale, senza allontanarsi troppo.
Ormai trascorsi 90 minuti dall’ingresso in acqua, è ora di separarci: fai buon viaggio piccolino. Così saluto questa formidabile amicizia.
Conclusioni
Ma alla fine che cosa ho visto e fotografato?
Verosimilmente si tratterebbe del Granchio della Sabbia ovvero Liocarcinus vernalis, che sale e si aggrappa ai tentacoli del Polmone di mare, quando questi sfiorano o toccano il fondale marino. Il granchio, vulnerabile durante gli spostamenti fuori dalla sua tana, salito “a bordo” della medusa, trova un passaggio sicuro e raggiunge altre zone ove magari riprodursi.
Questo comportamento è stato già documentato in passato: si tratta di “foresìa”, ovvero un trasporto attivo, dove il granchio, definito foronte, gode del vantaggio già detto. Il beneficio della medusa non è dato sapere, per ora. Ma sono portato a credere che madre natura ha pensato ad entrambi. Spero che la Rhizostoma pulmo, riceva in cambio del passaggio, un’accurata pulizia dei suoi meandri tentacolari più nascosti, o forse gli basta la sola compagnia dell’ospite solitario.