Un bella immersione notturna a Moregallo, lago di Como.
“Ciao Simo, ieri ho fatto una notturna a Moregallo.”
“E cosa cambia visto che è buio anche di giorno?”
“Beh, è buio anche fuori!”
Eppure in realtà non è per niente la stessa cosa, le immersioni notturne a Moregallo hanno un fascino particolare e piacevolissimo soprattutto nelle calde estati.
L’atmosfera è molto tranquilla ed è anche possibile trovare parcheggio, cosa quasi impensabile durante i fine settimana quando questa località a pochi passi da Valmadrera viene presa d’assalto dai bombolari, dai sempre più numerosi apneisti e purtroppo anche da decine di barbecuisti a sporcare e infestare una zona d’oro.
Il record di immersioni notturne a Moregallo è detenuto dal famoso Antonello Fumagalli, aka Nello, ed è con lui che ho il piacere e l’onore di scendere in acqua ancora una volta dopo il tramonto. Sono quasi le dieci, un orario che solitamente mi vede in branda ad inebetirmi davanti a qualche serie tv o a leggere storie di pirati al mio piccolo eroe.
Con molta tranquillità ci cambiamo nel parcheggio, una stagna con sottomuta leggero per me, una umida per Nello, un paio di bombole, qualche torcia e la immancabile fotocamera che questa volta è armata di 105 mm. Si va di macro stanotte, niente serie tv!
La temperatura esterna si aggira intorno ai trenta gradi così velocemente mi precipito in acqua per rinfrescarmi perché la stagna se tenuta troppo indosso al caldo si squaglierebbe con me dentro.
L’acqua del lago è quasi tiepida con i suoi ventidue gradi in superficie e l’impatto è molto piacevole, quasi rigenerante. Pochi secondi sulla cresta dell’onda e Nello inizia la discesa per fissare la boa segnasub, per l’occasione addobbata con una potente strobo per renderla visibile anche ad eventuali bracconieri nottambuli.
Si scende, lentamente, si accendono le nostre torce e le luci pilota dei flash e l’oscurità non fa più paura.
L’acqua torna ad essere verde acida ma questa volta solo nel fascio illuminato, tutto il resto è buio pesto, quasi tenebroso tra le alghe che creano strani giochi di ombre. Ci piace.
Nello pinneggia molto lentamente segnalandomi i soggetti di mio interesse: persici, lucci, persici sole, persici, lucci, persici sole, lucci, lucci, persici…
Si sa che senza Nello non avrei mai visto tanta vita nemmeno al mercato del pesce ma lui li conosce, li ama e loro amano lui. Una bella storia di amore corrisposto perché i pesci da Nello non scappano.
Quando invece vedono me si rendono meno amichevoli e cercano riparo tra le piante sul fondale.
Fotografare in queste condizioni è difficile.
La visibilità è pessima, la sospensione tanta e l’obiettivo fatica a focalizzare il centrale impostato quando va in penombra. E’ tutto un movimento lento per non alzare sospensione, per non far scappare i pesci e per liberare i braccetti che si impigliano tra le alghe.
Siamo alti, a pochi metri di profondità e solo ogni tanto mi concedo una puntatina più giù senza un valido motivo.
Mi perdo e resto solo per qualche minuto ma continuo ad inseguire un timido luccio che ospita un parassita sul muso. Il luccio scompare nel buio. Spengo le luci e in lontananza vedo un bagliore. Potrebbero essere o Nello o la pizzeria sulla strada ma in ogni caso andrebbe bene per tornare in pista. Mi dirigo verso questa luce che mi viene incontro. Non è la pizzeria!
Il giro continua per oltre cinquanta minuti e mi gioco gli ultimi momenti tra i sassi, ricoperti di cozze, tra le alghe, per fotografare un altro persico sole a cui sto addosso come un segugio. Flash dopo flash lo faccio nero ma mi distraggo e alzo tantissima sospensione che mi rende difficile continuare.
E’ tempo di uscire, Nello recupera la boa e torniamo mesti alle nostre auto per cambiarci.
Un ultimo sguardo al lago, che qui a Moregallo, ci ha regalato ancora una nuova bella immersione notturna.