Quella sera, al tramonto, mi trovavo a circa venti metri di profondità con un amico e un’altra mezza dozzina di sub che non conoscevo. La visibilità era scarsa, l’acqua verde acido e la sospensione limitava la visibilità a un paio di metri. Eravamo lì per posare una targa commemorativa per Luigi, un sub scomparso un anno prima nelle acque di Moregallo. Un sub che io non conoscevo, vittima di un hobby che tanto amiamo. Questo rendeva più triste l’atmosfera, già cupe, delle acque fredde e torbide del lago di Lecco. Acque che ci piacciono tanto e a cui non sappiamo rinunciare ma che non perdonano facilmente le nostre distrazioni.
In quel contesto molto particolare un paio di sub esperti armeggiavano sul fondale per fissare il cartiglio risvegliando il fondale che si alzava verso il mio oblò tra le bolle degli altri sub che stavano intorno ad assistere e a illuminare la scena.
Chi col bibo, chi col reb, chi col mono ma tutti per lo stesso scopo, fissare la targa ricordo in acciaio inox con tanto di incisioni e foto su ceramica, imbullonate in un telaio robusto e pesante che l’avrebbe sostenuta e zavorrata al fondo, di fianco ad una croce posata mesi prima.
Ero lì per cercare di scattare qualche foto decente per i familiari ma le condizioni non erano delle migliori. Dopo qualche minuto in quel contesto iniziavo a pensare a chi me lo faceva fare quando avrei potuto trovare alternative che il 99% della gente avrebbe preferito.
Dopo una decina di minuti il lavoro era fatto e non c’erano più le condizioni per altre foto. Nello ed io ci allontanavamo così dal resto del gruppo per una breve immersione tra le macchine di Moregallo. Volevo distrarmi un po’ prima di uscire.
La visibilità migliorava scendendo in profondità dove continuavo a seguire Nello che mi mostrava lucci, persici e bottatrici tra relitti, rocce e alghe.
Lentamente pinneggiavamo a qualche centimetro dal fondale finché la lancetta del mio manometro si portava in zona rossa. Era l’ora di risalire e iniziavamo così senza fretta a riportarci verso la via del ritorno.
Appena dopo il tramonto riemergevamo sotto una leggera pioggerella che rinfrescava l’atmosfera calda di un’estate nel pieno delle forze già a fine giugno.
Dopo esserci cambiati tornavamo alla ‘base’ dove ci aspettavano i familiari di Luigi.
Il tempo di un abbraccio e quanto fatto poco prima da quel momento aveva molto più senso anche per me.
Bravo !!! Ottimo commento post immersione….