Mi lascio convincere da altri clienti/amici che sono davanti il centro immersioni e per qualche tuffo abbandono il magico mondo che ho trovato immergendomi da riva davanti Capo Noli, per andare a visitare quell’isolotto prospiciente la costa.
Mi documento a proposito e scopro che non è un semplice isolotto ma bensì un’Area Marina Protetta (A.M.P.) chiamata Isola di Bergeggi.
Bene, penso tra me e me, che essendo un’A.M.P. sarà piena di pesce a altre meraviglie del mondo marino pronte per essere immortalate nella mia e vostra memoria!
Le aree marine protette sono delle zone ad elevata biodiversità, nate per promuovere sia la conservazione dell’ambiente naturale sia una corretta e sostenibile gestione del territorio e delle sue risorse.
Sempre meglio penso!! Mi si prospetta proprio un bel tuffo mentre salgo in gommone.
Dieci minuti di navigazione gustandomi il sole che mi batte sugli occhi ed eccomi sul punto d’immersione.
Mano sul volto a tenere fermo maschera ed erogatore, l’altra sulla cintura di zavorra…capovolta all’indietro e giù nel blu!
La visibilità è ottima, riesco a scorgere il fondo, sabbioso, che sarà ad una ventina di metri dalla superficie.
Intorno a me nuotano allegre un bel banco di castagnole al quale si mischia qualche sarago che, assecondando una tendenza rivoluzionaria, sono usciti dal proprio branco per vedere cosa c’è intorno a loro.
Mi piace il modo di pensare di questi saraghi ”rivoluzionari”!!
L’AMP di Bergeggi
L’ambiente che mi circonda è totalmente diverso dalle immersioni a cui mi ero abituato fino ad adesso, è una parete che scende fino a circa 30-32 metri di profondità nella quale sono presenti tantissimi anfratti, grottini, spaccature e con la presenza di due dorsali di roccia che si allungano dalla parete quasi come a formare due dita di una mano.
Come un bambino davanti ad un gioco mi lascio trasportare da un filo di corrente guardando in ogni buco alla ricerca di qualcosa da immortale con la macchina fotografica. Ho proprio imbarazzo della scelta, ogni buco è abitato ha il proprio inquilino!
Sono soprattutto murene e gronghi.
Nel dettaglio la murena (Muraena helena) è caratterizzata dall’avere un corpo anguilliforme (come un serpente) lungo e robusto, la cui superficie non è ricoperta di scaglie, ma da un sottile strato di muco. E’ un pesce inconfondibile!
Caratterizzata dall’assenza di pinne laterali, né pettorali o ventrali. La pinna dorsale confluisce con la pinna anale a livello della coda nella pinna caudale.
La testa presenta due narici tubulari all’altezza degli occhi e la bocca in posizione terminale, con robuste mascelle e denti caniniformi.
L’apertura branchiale si presenta come un foro tondo e piccolo, in posizione appena dietro la bocca.
Spesso vediamo la murena con la bocca aperta, sembrerebbe pronta a predare, in realtà, spesso le apparenze ingannano, in quanto questo animale tiene la bocca aperta per respirare. Così facendo fa confluire nella propria bocca l’acqua, la quale passando attraverso le branchie le ossigena permettendo all’animale di avere sempre ossigeno a disposizione.
Ovviamente, può diventare aggressiva se molestata eccessivamente e un incontro troppo ravvicinato con i canini di una murena è un’esperienza che non ve la consiglio; ha denti aguzzi inclinati all’indietro.
Il colore di fondo è solitamente bruno scuro caratterizzato dalla presenza di macchie chiare bianco-giallastre. Può raggiungere circa 150 cm di lunghezza. Ha abitudini notturne e durante il giorno, come in questo caso, è rintanata nel suo anfratto dal quale fa uscire solo la testa!
Vive spesso in simbiosi con il gamberetto Lysmata seticaudata, detto anche gambero pulitore. Ha infatti la funzione di rimuovere parassiti e piccoli frammenti di cibo dalla bocca della murena, ricevendo in cambio cibo e protezione. Andando più nel dettaglio è un caso di simbiosi detto ”mutualismo”. In questo tipo di rapporto entrambi gli organismi traggono vantaggio, come appena visto nel caso della murena.
Altro tipico abitante degli anfratti è il grongo (Conger conger). Anch’esso anguilliforme, come per la murena la pinna anale e dorsale si uniscono a quella caudale nella parte posteriore del corpo. A differenza però degli altri anguilliformi, il grongo possiede le pinne pettorali.
L’animale è privo di scaglie ed è ricoperta di una sostanza viscida al tatto. Presenta una testa affusolata, con una bocca di grandi dimensioni e labbra spesso ben visibili.
Presenta una doppia fila di denti su entrambe le mascelle: una esterna costituita da denti di grandi dimensioni ed una interna con denti decisamente più piccoli.
Si trova in ambienti rocciosi, dove può nascondersi tra le rocce, dalla superficie fino a oltre 500 metri di profondità. E’ un animale che predilige la notte, quando esce dalle proprie tane per procurarsi il cibo rappresentato da invertebrati bentonici, piccoli pesci o carcasse.
Può raggiungere i 2,5 metri di lunghezza e il peso di 70 kg, le femmine risultano più grandi degli individui maschili.
La riproduzione si verifica nel periodo estivo ad elevatissime profondità, inaccessibili a noi subacquei (fino a -3000 metri), loro hanno adattamenti fisiologici che permettono la resistenza a tali pressioni. Nell’apparato riproduttore della femmina è presente un tappo calcareo che blocca l’ovidotto. Le femmine riescono ad aumentare la propria pressione interna per favorire l’espulsione di questo tappo quando si trovano in profondità.
Bella ed interessante la vita negli anfratti e nei buchi delle rocce ma intorno a me ci sono altri abitanti che mi stuzzicano la curiosità e l’entusiasmo.
Vedo branchi di saraghi in posa, come se stessero posando per un quadro. Saranno una cinquantina, forse anche qualcuno in più. Tutti fermi e in posa.
Ci sono cernie che sornione nuotano in prossimità del fondo, barracuda che come frecce mi passano di fianco, qualche dentice a caccia. E’ impressionante vedere come questo pesce si “trasforma” quando va a caccia. L’occhio fisso sulla preda, pronto a colpire.
Mi accorgo però che sto quasi per finire l’aria e mi dirigo verso la catena per risalire sul gommone. Posso ritenermi soddisfatto.
Bergeggi…mi sei piaciuta, ci rivedremo presto!
Le foto sono di Massimo Boyer