Tiran, una delle destinazioni preferite dei sub a Sharm El Sheikh.
Il Governo Egiziano ha recentemente espresso un parere favorevole al passaggio delle isole di Tiran e Sanafir, Mar Rosso, sotto il controllo dell’Arabia Saudita. Il possesso delle due isole è oggetto di un contenzioso dagli anni ’50. In precedenza le isole erano Arabe, furono passate all’Egitto. Diventarono israeliane durante la guerra dei 6 giorni (1967) e di nuovo egiziane nell’82 a seguito degli accordi di Camp David.
Adesso sembra (la decisione finale avverrà a Luglio) che il governo egiziano, per sancire l’accordo tra le due nazioni, voglia restituire Tiran all’Arabia.
Cosa significherebbe questo per i sub?
Lo stretto di Tiran, tra l’isola e il Sinai, è sede dei famosi reef di Gordon, Thomas, Woodhouse e Jackson, molto apprezzati e frequentati dalla comunità internazionale dei sub che gravita intorno a Sharm-El-Sheik.
Le acque delle isole sono attualmente proibite ai pescatori e aperte alle immersioni, ma in effetti le possibili conseguenze di un passaggio dell’isola all’amministrazione araba potrebbe avere conseguenze sull’afflusso dei turisti, e già corrono voci di…
una prossima chiusura dell’area di Tiran.
A proposito di Tiran
L’isola di Tiran si trova nel Mar Rosso, negli stretti omonimi, all’imbocco del Golfo di Aqaba, affiancata all’isola di Sanafir, tra l’Egitto e l’Arabia Saudita. L’isola di Tiran ha una superficie di circa 80 chilometri quadrati, mentre l’isola di Sanafir di circa 33 chilometri quadrati.
La sovranità delle due isole era dell’Egitto, ma è stata rivendicata dall’Arabia Saudita; nel maggio 2016, però, gli Egiziani hanno raggiunto un accordo per la cessione delle isole ai Sauditi. Un accordo che però viene contestato da una parte dell’opinione pubblica egiziana.
Gli Stretti di Tiran sono degli stretti passaggi di mare formati dalla presenza dell’isola di Tiran nel punto del golfo di Aqaba in cui la distanza tra la penisola del Sinai e la penisola araba si riduce a una ventina di chilometri. Gli stretti separano il golfo di Aqaba dal Mar Rosso. Ad est dell’isola di Tiran si trova Sanafir, una seconda isola di dimensioni più piccole, che divide lo stretto tra Tiran e l’Arabia Saudita in due ulteriori stretti.
L’accesso ai porti di Eilat, in Israele, e di Aqaba, unico porto della Giordania, dipende dall’accesso al golfo di Aqaba e quindi dal controllo degli stretti di Tiran, che per questo motivo si sono dimostrati una zona di importanza strategica per i paesi circostanti, come ha dimostrato il conflitto arabo-israeliano durante tutto il XX secolo, specialmente nella guerra dei sei giorni nel 1967.
I documenti internazionali fanno riferimento in modo incoerente allo “Stretto di Tiran” e agli “Stretti di Tiran”. Ci sono vari stretti formati dalle isole che si trovano tra l’Egitto e l’Arabia Saudita. Lo stretto più occidentale, tra l’Egitto e l’isola di Tiran, è lo Stretto di Tiran. Esso ha due passaggi sufficientemente profondi da poter essere attraversati da navi di grandi dimensioni. Il passaggio Entreprise, profondo non più di 300 metri, è il più vicino alla costa egiziana, mentre il passaggio Grafton, vicino all’isola di Tiran, è circondato da secche ed ha una profondità massima di 70 metri. Ad est, tra Tiran e l’Arabia Saudita, vi è uno stretto con un unico canale navigabile profondo 15 metri, circondato da secche e barriere coralline.
Fonte: Wikipedia
L’articolo è interessante, ma contiene un paio di inesattezze: inannzitutto le isole di Tiran e Sanafir NON sono accessibili a tutti, ma solo al personale dell’MFO (Multinational Force & Observers) c’è bisogno di permessi speciali. Chiunque scenda a terra su una delle due isole senza permessi commette una violazione grave. I permessi sono difficilissimi, quasi impossibili da ottenere, ne sa qualcosa chi doveva condurre ricerche scientifiche sui falchi e sulle tartarughe marine (Tiran è una specie di santuario)
La giurisdizione su Tiran è controversa. Fu assegnata all’Egitto dopo lo smembramento dell’Impero Ottomano. successivamente fu data all’Arabia Saudita.
La preoccupazione è che costruiscano il ponte. E a quanto pare lo faranno. Quello è il vero problema.
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