Autore: Sandro Costo
Le immersioni su relitti si possono suddividere in tre categorie:
– osservazione esterna
– osservazione limitata o da luce a luce
– penetrazione profonda
Osservazione esterna: osservare dall’esterno un relitto è l’attività più comune ed anche la meno pericolosa, anche se occorre sempre prestare la dovuta attenzione.
Penetrazione limitata e “da luce a luce”: la penetrazione limitata e quella da “luce a luce” sono attività che non richiedono particolari attrezzature ad eccetto del buon senso e di una adeguata preparazione. Penetrazione da “luce a luce” significa entrare in un ambiente interno alla nave ed uscire da un’altra apertura immediatamente visibile.
Se ci muoviamo all’interno del relitto, occorre tenere a mente alcune importanti considerazioni: le lamiere possono essere molto affilate, quindi non vanno molto d’accordo con GAV e mute stagne! Se i nostri erogatori hanno un attacco INT, dobbiamo prestare attenzione a evitare possibili colpi ai primi stadi per il pericolo di fuoriuscita dell’oring di tenuta e di una conseguente ingente perdita di gas. Sicuramente, quindi, se ci attrae l’idea di entrare in un relitto, è bene pensare all’acquisto di erogatori con attacco DIN.
Penetrazione profonda: questa è tutta un’altra faccenda! Se ci addentriamo all’interno di un relitto, in zone dove non arriva più la luce del sole, dopo aver attraversato corridoi, diramazioni, boccaporti o scale, occorre avere senza alcun dubbio una preparazione tecnica e mentale assoluta.
In quest’attività, configurazione dell’attrezzatura, tipo di propulsione e metodi per ritrovare la strada del ritorno devono essere noti e sviluppati ai massimi livelli.