Da quasi trent’anni, il European Institute of Underwater Archaeology (IEASM), sotto la direzione di Franck Goddio, conduce campagne annuali di scavo nelle acque al largo di Alessandria. Questo progetto, nato dalla collaborazione con le autorità egiziane, ha permesso di riportare alla luce Thonis-Heracleion, un antico porto egiziano sommerso che per secoli è rimasto nascosto sotto il Mediterraneo.
Riemerge una città perduta
Prima del 2000, Thonis-Heracleion esisteva solo nei testi antichi. Descritta come uno dei principali centri portuali dell’Egitto, la città scomparve improvvisamente, sommersa da terremoti e fenomeni di liquefazione del terreno. Le prime tracce concrete sono state individuate dal team del IEASM, a circa 7 chilometri dalla costa attuale di Abukir, rivelando un’area archeologica di grande importanza.
La missione del 2023: scavi e scoperte recenti
Durante l’estate 2023, il team ha ripreso gli scavi sulla Princess Duda, una nave dotata di strumentazione avanzata per la mappatura del fondale. Il focus della missione è stato l’esplorazione del tempio di Amon, una struttura centrale per la vita religiosa della città. I sommozzatori hanno rimosso strati di sedimenti con pompe a vuoto, rivelando antichi manufatti e strutture ben conservate.
I reperti includono papiri, datati al V secolo a.C., trovati intatti grazie alla protezione offerta dai sedimenti argillosi. È stata inoltre identificata una serie di oggetti votivi, tra cui phiales, piccoli piatti rituali, che offrono uno sguardo prezioso sulle pratiche religiose locali.
Ritrovamenti importanti: un patrimonio da conservare
L’ultima missione ha portato alla luce statue, ceramiche e gioielli, testimoni del commercio fiorente tra l’Egitto e il mondo greco. Una scoperta rilevante è stata quella di un tempio greco dedicato ad Afrodite, prova tangibile dello scambio culturale e religioso avvenuto prima della fondazione di Alessandria.
Una delle sfide principali riguarda la conservazione degli oggetti, molti dei quali sono realizzati in legno e altri materiali organici. L’assenza di ossigeno nei sedimenti ha permesso di preservare persino i tappeti di papiro risalenti a oltre 2500 anni fa, ora in fase di restauro nel laboratorio di Alessandria.
Tecnologie all’avanguardia e approccio scientifico
Il team del IEASM ha utilizzato tecniche di fotogrammetria e scanner 3D per documentare ogni dettaglio degli scavi. Questa metodologia ha permesso di registrare con precisione la posizione degli artefatti e di creare modelli digitali delle strutture ritrovate, facilitando il lavoro di restauro e analisi.
Le tecnologie avanzate si sono rivelate essenziali per lavorare in un ambiente complesso, dove i sedimenti densi e l’assenza di ossigeno possono complicare le operazioni di recupero. Nonostante queste difficoltà, la qualità dei reperti ritrovati offre nuove prospettive sulla vita quotidiana e sulle pratiche rituali di Thonis-Heracleion.
Uno sguardo sul passato
Tra le scoperte più interessanti ci sono elementi architettonici in legno, inizialmente identificati come parti di una nave, ma che potrebbero appartenere alla struttura del tempio di Amon. Inoltre, statuette in terracotta e oggetti di uso quotidiano come una testa di letto in legno raccontano aspetti della vita domestica della popolazione.
Questi ritrovamenti, seppur semplici, forniscono informazioni cruciali su come vivevano e pregavano gli abitanti della città, integrando i dati storici con elementi materiali che spesso non compaiono nei testi scritti.
Thonis-Heracleion: il documentario sul ritrovamento
Il lavoro continua
Nonostante oltre 23 campagne di scavo, Thonis-Heracleion continua a riservare sorprese. Il team del IEASM ha già pianificato nuove esplorazioni per il prossimo anno, concentrandosi sulle aree circostanti il tempio di Amon e sul possibile recupero di altre strutture sepolte.
Ogni reperto verrà restaurato, catalogato e destinato a musei egiziani e mostre internazionali, garantendo la conservazione e l’accesso pubblico a questo importante patrimonio sommerso. La città, a lungo dimenticata, ora rivive attraverso le mani dei ricercatori e offre un collegamento tangibile con una parte affascinante della storia egiziana.
Il Mediterraneo conserva ancora molti misteri, e ogni immersione può rivelare nuove informazioni, svelando pezzi di un puzzle che ci aiuta a comprendere meglio il passato.
Articolo originale: Frank Goddio
Foto di copertina: ©Franck Goddio/Hilti Foundation, foto: Christoph Gerigk