Autore: Claudio Cangini
Thailandia, essenza d’Oriente, gente cordiale e sorridente che ti entra nel cuore in punta di piedi, immagini di candide spiagge bordate dagli alti fusti delle palme che si affacciano su di un mare dalle mille sfumature blu, odori di spezie che ti accompagnano mentre “spulci” tra le bancarelle dei venditori alla caccia di un souvenir mai banale.
Il primo nome che viene alla mente quando si parla di questo dolce angolo bagnato da acque cristalline è Phuket. Impareggiabile “divertimentificio” sulla terra, sotto la superficie del suo mare custodisce gioielli di straordinaria bellezza. I fondali attorno all’isola di Phuket sonno infatti ricchissimi di vita e le immersioni sono tutte entusiasmanti e molto particolari, comunque adatte a subacquei di ogni livello.
I coralli godono di ottima salute, le madrepore si mostrano in tutto il loro splendore e sono presenti ovunque in varie specie, i coralli molli come gli alcionari sono diffusi in fitte colonie e tappezzano completamente intere pareti sommerse.
La fauna ittica è davvero stupefacente e si nuota attraversando nuvole di pesci che si ammassano per sfuggire alle veloci incursioni dei predatori, carangidi, tonni, cernie, barracuda che incrociano nel blu.
Non mancano gli squali: dagli onnipresenti squali leopardo, pigramente appoggiati ai fondali sabbiosi in attesa dell’oscurità per iniziare le attività di caccia, agli squali di barriera come grigi e pinna bianca che si vedono pattugliare le acque più profonde; un discorso a parte merita lo squalo balena, il più grande pesce che solca i mari e che in questa zona è facilmente avvistabile: un incontro con questo “gigante buono” rimarrà nella memoria per sempre!
I punti di immersione sono tutti raggiungibili in poco più di un’ora di navigazione a bordo delle confortevoli imbarcazioni daily del COLONA Dive Center, unico Centro immersioni di proprietà e gestione italiana dell’isola; tutte le Guide, Istruttori e Biologi marini a bordo sono Italiani quindi non esiste problema di lingua.
Tutti i diving point sono segnalati da boe, dove ormeggiano le barche, per meglio preservare i fondali.
Anemone reef e Shark point, probabilmente i più famosi siti a sud-est di Phuket; entrambi parte del Santuario Marino costituito nel 1992 sono due pinnacoli madreporici, vere oasi di vita che si ergono dal fondale sabbioso.
Le pareti delle formazioni coralline ospitano forse la più alta concentrazione del mondo di Anemoni attorno ai quali nuotano centinaia di pesci pagliaccio, enormi gorgonie di vari tipi e colorazioni crescono ovunque sui pendii dove alcionari e acropore si contendono gli spazi non colonizzati. Gruppi di piccoli barracuda si aggirano lenti studiando il momento dell’attacco e tutto il campionario dei coloratissimi abitanti della barriera è ben rappresentato: coppie di pesci farfalla di vari tipi, pappagalli, chirurghi, imperatori, anthias . Una tale abbondanza di pesce attira nella zona tutti i predatori pelagici che si possono immaginare.
Koh Dok Mai, piccola isola attorno alla quale le pareti scendono ripide in un mare dove milioni di glass-fish mandano bagliori argentei; pareti ricchi di anfratti dove si incontrano rari cavallucci marini, nudibranchi dalle accese colorazioni, banchi di triglie dalla livrea gialla, enormi spugne a barile, gorgonie dalle ramificazioni che offrono riparo a decine di piccoli animali che hanno fatto del mimetismo una vera arte.
Sul reef di Anemone si è incagliato, nel 1997, il traghetto che faceva la spola quotidiana tra Phi Phi e Phuket. Oggi il relitto del King Cruiser è adagiato in posizione di navigazione su di un fondale sabbioso a circa 30 metri di profondità e le sovrastrutture arrivano a pochi metri dalla superficie. Non perdetevi una immersione tra le lamiere ormai completamente concrezionate da forme coralligene di questa barriera artificiale: una densità di pesce come quella che si vede attorno alle strutture della nave affondata è difficilmente riscontrabile altrove, spesso non si riesce a vedere nulla tanto sono fitti i banchi di pesce che si attraversano.
Più a sud si trovano le due isole di Racha (Racha Noi e Racha Yai), famose per la ricchezza dei loro fondali e per le ottime possibilità di avvistamento di mante e squali balena.
Ogni settimana il Colona VI, ospitale barca dotata di ogni comfort al pari di un albergo galleggiante, salpa da Phuket verso nord per una crociera di 4 giorni attorno ad arcipelaghi che sono veri gioielli del Mar delle Andamane, spingendosi fino ai limiti delle acque territoriali birmane e toccando le isole Similan e Surin .
Similan in lingua Thai significa nove e tante sono infatti le fantastiche isole che si susseguono verso nord: le coste sono caratterizzate da enormi massi granitici che si inabissano nelle acque trasparenti ricchissime di vita, la fitta vegetazione ricopre le pendici delle parti emerse ed arriva sino alle bianche spiagge.
Tutto il comprensorio Similan – Surin è Parco Marino Nazionale e in tutta la sua estensione è proibito qualsiasi tipo di pesca e di ancoraggio, un distaccamento di Rangers vive sull’isola numero 8 con l’incarico di controllare tutte le attività all’interno dell’arcipelago.
I fondali sono molto particolari e sott’acqua i grandi massi rotondeggianti sono completamente colonizzati dai coralli. Enormi ventagli di gorgonie si staccano dalle pareti e gli alcionari crescono qui in tutta la loro bellezza ed in una varietà di tinte da lasciare senza fiato anche i subacquei più “giramondo”.
I pesci sono insolitamente socievoli e si lasciano avvicinare senza paura, sono spesso riuniti in fitti gruppi e stazionano in acqua libera sospesi sulle ricchissime formazioni di corallo duro; questa abitudine è condivisa da triglie gialle, dentici striati, farfalla dal collare, giovani barracuda, pipistrelli e grugnitori grigi. La grande trasparenza dell’acqua e la fitta densità di banchi di pinnuti uniti ad una straordinaria proliferazione di forme coralline di tutti i tipi fanno di questa destinazione un vero paradiso per i subacquei.
Spingendosi ancora più a nord si incontrano le isole di Koh Bon e Koh Tachai: pareti verticali, secche battute dalle correnti, è il regno dei grandi pelagici , spesso si incontrano anche gruppi di mante ed è possibile qualsiasi tipo di incontro, la vita corallina è una esplosione di colori e c’è tanto pesce attorno; sulla punta sud di Koh Bon, a pochi metri di profondità si apre una spaccatura verticale nella parete che si spinge verso l’interno per alcuni metri, affacciato alla grotta c’è il più denso banco di glass-fish che si possa immaginare: uno spettacolo unico!
Tra la costa peninsulare della Thailandia e le Surin dal fondo del mare si erge fino a bucarne la superficie un contrafforte madreporico che si è guadagnato negli anni una solida posizione tra le Top Ten Dives di tutto il mondo: Richelieu Rock.
Le pendici di questa montagna sommersa sono completamente coperte da un tappeto di alcionari le cui sfumature di colore vanno dal viola acceso al rosso porpora passando dal giallo e da una infinità di tonalità intermedie; le gorgonie crescono ovunque rigogliose in dimensioni fuori dal normale, si trovano rarissime anemoni dai tentacoli rossi che ospitano altrettanto rari pesci pagliaccio Tomato, tutto attorno è un continuo via vai di pesci di tutti i tipi, dai più piccoli abitanti della barriera agli squali leopardo. Un gruppo di grossi barracuda gira continuamente in cerchio vicino alla superficie e questo centinaio di siluri argentei offrono uno spettacolo, assieme ai carangidi, davvero emozionante. Il vero signore di Richelieu è però lo squalo balena, infatti è questo uno dei punti del pianeta sommerso dove è più facile incontrare questo dirigibile che nuota!
Le possibilità di ammirare il lento incedere di questo gigante, che può raggiungere la lunghezza di 10 metri, sono molto alte e hanno fatto di questo posto una pagina che non può mancare in nessun log-book .
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