Giovedì 11 Maggio 2017 presso lo stabilimento di balneazione Cala di Puolo sono state liberate tre tartarughe che circa due mesi prima erano rimaste intrappolate nelle reti da pesca a strascico nel Golfo di Salerno.
Per fortuna i pescatori hanno subito allertato il centro di recupero e primo soccorso per tartarughe marine: Tartanet dell’area marina protetta Punta Campanella. Le tartarughe poi sono state curate presso la stazione zoologia Anton Dohrn di Napoli.
Accolte da tante persone tra cui un gruppo di bambini, le tre tartarughe sono state trasportate sulla spiaggia, dove abbiamo potuto conoscere la loro storia e i loro nomi: “Adele e Leonida sono i due esemplari adulti che hanno un’età stimata di circa 35/40 anni, sono una femmina e un maschio, abbiamo potuto riconoscere il sesso grazie alla lunghezza della coda. L’altra tartaruga: Misa è nella fase giovanile e quindi non è ancora possibile determinare il sesso.
Leonida raggiunge il peso di 70 kg con il carapace lungo un metro, abbiamo installato sul dorso un sistema di localizzatore GPS che ci farà capire meglio la vita e il sistema di migrazione: ogni volta che la tartaruga risale in superfice, l’antenna invia dati al satellite.” mi spiega uno dei tirocinanti che si è occupato di curarle.
La responsabile della stazione zoologia coordina l’attività dalla spiaggia: si delimita la zona con paletti e cime, per creare l’atmosfera naturale delle tartarughe che da sole, sulla battigia ad un metro dall’acqua, avanzeranno indisturbate verso la libertà.
Istintivamente Misa l’esemplare giovane, corre subito verso l’acqua e in un attimo schizza via, purtroppo l’acqua del mare nei primi metri è molto torbida, a stento c’è un metro di visibilità.
È il turno di Adele che a piccoli passi si fa spazio tra i ciottoli della spiaggia, che commozione a vederla, arriva in acqua gli scatto un paio di foto la seguo per un po’ ed anche lei sparisce nell’acqua torbida, ma è una gioia immensa vederla nuotare, libera.
Leonida messo sulla spiaggia sembra timido e disorientato, vuole quasi tornare indietro, nel senso opposto all’acqua, cammina lento finalmente verso l’acqua, si bagna il viso, l’istinto lo attiva a farsi spazio, tocca la sabbia e comincia a nuotare, si fa un giro intorno a me, quasi a mettersi in mostra “guardami sono libero” si lascia fotografare e nuoto insieme a lui, ci fiancheggiamo e viriamo verso il mare aperto, io in superfice, lui comincia a scendere un metro più giù, io pinneggio ma lui prende il ritmo e comincia a distanziarmi ma continuo a seguirlo fino a perderlo di vista nel blu… con la mente gli sussurro: “buon viaggio amico mio”.