Autore: Claudio Di Manao
Guida al riconoscimento delle specie subacquee umane.
Ordine cronologico – evolutivo (o: darwiniano) della specie DIVER
Specie generali
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1901 c.a: “Palombaro” (helmet diver)
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Mediterraneo, 1901 – 1920: “Cacciatore di spugne” (estinto per esaurimento spugne)
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Mediterraneo, 1921 – 1970: “Corallaro” (estinto per esaurimento coralli)
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1940-1970: “Sommozzatore” (specie sopravvissuta)
1950 – 1970 Giurassic Diver
E’ il “Celacanto” della subacquea, un sopravvissuto alla preistoria. Il subacqueo appartenente a questa specie annovera quasi esclusivamente esemplari maschili, originari prevalentemente dei paesi dove la glaciazione è scomparsa per prima, come la Francia, L’Italia e l’Inghilterra. Questo tipo di subacqueo è un conservatore incapace d’abbandonare vecchie teorie, vecchie abitudini, ma soprattutto vecchie attrezzature dalle quali non si separerà mai. E’ addosso ai membri di questa specie che si possono ancora osservare i rarissimi decompressimetri e l’erogatore Aralù. Sospettoso per principio verso il nuovo e le donne subacquee, preferisce ancora la busta di plastica al GAV (che ritiene uno strumento del demonio) e snobba l’octopus per via del sacrosanto principio in base al quale ogni subacqueo deve essere in grado di risalire con una respirazione in coppia. Considera apnea qualsiasi immersione che non superi i 40 metri o che non comporti una noiosa sosta di decompressione.
L’impatto ambientale di questi soggetti, se lasciati in acqua senza stretta sorveglianza, può essere elevato. Dimostrano una forte tendenza a toccare, carezzare e disturbare qualsiasi forma di vita marina, con forti inclinazioni al ‘ marine life riding’.
Hanno una visione gastronomico-venatoria del mare ed eroica dell’immersione. La socialità è alta, ma soltanto coi membri dello stesso gruppo. La presenza femminile sulle barche è vista come un elemento di disturbo, presenza che tendono ad esorcizzare con battute e complimenti galanti. Di conseguenza il Giurassic Diver, costretto ad ibridarsi con non divers o appartenenti ad altre specie, è un subacqueo in via d’estinzione.
E’ tuttavia un subacqueo cui la selezione naturale ha donato indubbie capacità di sopravvivenza in condizioni avverse. Immune al panico, refrattario all’azoto, si getta ad audacissime profondità spesso senza conseguenze. Il suo credo religioso è: ‘meglio due chili in più che un chilo in meno’. Il suo comportamento in barca è consono alle regole di bordo, se c’è da dare una mano lo fa con perizia e non soffre il mal di mare.
Frasi preferite:
“ Faccio immersioni in questo modo da prima che tu nascessi…”
“ L’octopus ed il GAV non mi servono.”
“ A questa profondità ci vado in apnea!”
“ Trimix? Fino a cento metri ci vado con l’aria!”
Diver Herectus
Appartengono a questa specie i Jurassic divers che hanno compiuto il balzo evolutivo, quelli cioè che hanno prestato più attenzione, per educazione ed apertura mentale, all’evolversi delle attrezzature e tecnologie. Considerano l’immersione non più un fatto eroico ma un divertimento. Sentendo su di loro la responsabilità di tenersi aggiornati, sono diventati capaci di leggere nuove pubblicazioni, anche di nuove didattiche, sui metodi più moderni d’immersione. Ma, ancora, i maschi sono in netta prevalenza. Il coinvolgimento delle mogli nella loro attività è qualcosa alla quale si dedicano con scarsi risultati. Tecnicamente, il diver herectus è capace: qualche esemplare ha scoperto l’efficacia della pinneggiata a forbice e l’utilità del computer. Essendo una versione meno nociva e più ambientalista di quella precedente, la sua pericolosità sociale ed ambientale risulta molto diminuita. Non si è ancora estinto grazie alle capacità di adattamento delle varie federazioni che nel passato formarono i Jurassic.
Diver Sapiens
E’ il subacqueo moderno, l’ultimo anello della catena evolutiva. Non ha limiti geografici d’appartenenza, è un uomo o una donna (finalmente!) attento/a ai nuovi mercati, alle nuove tecnologie, consapevole dell’ambiente. E’ il subacqueo/a cui ha puntato per quasi cento anni il processo evolutivo, un sub che ha avuto contatti coi decine di metodi didattici. Purtroppo, però, in alcune sottospecie, soprattutto quelle di più recente formazione, presenta pesanti lacune teoriche e pratiche ed anche se la sua consapevolezza dell’ambiente risulta essere elevata, spesso gravi mancanze d’assetto lo/a rendono suo malgrado pericoloso/a per i coralli. Si riscontra facilmente, inoltre, la tendenza a nuotare con le mani e a diventare totalmente dipendente dai divemaster. Per fortuna molti conservano un’idea piuttosto realistica dei propri limiti, ed accettano consigli. Non tutti i Diver Sapiens posseggono attrezzatura.
Frasi tipiche:
“Vorrei fare un’immersione leggera”
“ Posso fare il corso avanzato?”
I più facinorosi di questa specie, quelli cioè che hanno conservato tracce del Jurassic a livello dell’ipotalamo, mutano in una variante del ‘diver herectus’ che è il Technodiver.
Technodiver
Immersioni profonde, con o senza decompressione, con miscele di gas, in Nitrox, col Rebreather, nelle caverne, nei relitti. Sono uomini moderni, sono superinformati ed amano circondarsi di tecnologia avanzata. Tendono a riunirsi fra loro per ore a comparare l’algoritmo Boulmann con le tabelle della Marina modificate o a celebrare in estasi collettiva le funzioni dell’ultimo rebreather. Anche se al momento dell’immersione sembrano alberi di natale, affermano di non avvertire il peso, né la sofferenza dei loro mostruosi carichi. A causa del retaggio Giurassico, la presenza di testosterone è molto marcata, e la percentuale di donne tra questi adepti subisce, di nuovo, una brusca caduta.
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