Autore: Claudio Di Manao
Non sono tantissimi, ma sono dappertutto. Il loro corrispettivo in fatto numerico e per capacità di espansione è lo Spagnolo, ma a differenza di quest’ultimo, che si muove in coppie o piccolissimi gruppi, l’Australiano vaga per il mondo rigorosamente solo. I Neozelandesi, appartenenti alla stessa specie, invece sembrano aver scoperto i vantaggi del viaggiare in compagnia, e a differenza del loro parente continentale, sono visibili in comitive, soprattutto a bordo dei vecchi minibus Volkswagen, il simbolo del bisogno di libertà per intere generazioni. Altra differenza degna di nota tra le due specie imparentate consiste nella resistenza al freddo, che tra i neozelandesi quasi raggiunge il livello critico degli inglesi.
Ozzis e Kiwis sono sostanzialmente simili in acqua, molto difficile distinguerli tra loro mentre pinneggiano o a bordo mentre cambiano la bombola.
Gli Australiani hanno una gran dimestichezza con gli squali e con i coccodrilli marini, che chiamano ‘pets’; non temono gli scorpioni, nè i serpenti d’acqua, mentre i Neozelandesi, da parte loro, sembrano aver sviluppato una proteina particolarmente efficace nel renderli incommestibili agli squali bianchi.
Virtualmente attratti da ogni posto lontano, non c’è luogo esente dalle loro esplorazioni. L’attività subacquea prediletta è l’immersione avventurosa, dal grande impatto emotivo. Difficilmente troveranno condizioni più spettacolari delle zone limitrofe al loro habitat naturale, ma, come anticipato in precedenza, questo non li fermerà dal rovistare sul fondo del fiume Hudson o alla ricerca perenne di materiale per le sue lunghe sedute al bar, o di un paradiso che, nessuno sa spiegarsene le ragioni, si ostinano a cercare altrove, spesso in luoghi con un reddito medio molto basso, con assistenza sanitaria precaria ed una certa monotonia di panorami.
A bordo mantiene un atteggiamento sereno, tranquillo, consapevole che niente di peggio può succedergli di quello che gli è già capitato in Australia coi coccodrilli o ad Aukland nei bar. I guai, questo tipo di subacqueo, li riserva tutti per il bar. Anche lui, come il Canadese, ma per diversissimi, oscuri motivi, avrà la tendenza a fermarsi in pianta stabile in luoghi remoti, possibilmente scomodi per permessi di lavoro, reperibilità di alcolici, acqua potabile eccetera. Ve lo ritrovate tra lo staff in un batter d’occhio.
Come il canadese questo subacqueo non ha controindicazioni, ma è sempre meglio dargli un’occhiata perché è abilissimo nel procurarsi ovunque materiale per i suoi racconti al bar.
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