Autore: Flavio Verde
Quello che era uno sport d’élite (in genere maschile) solo 15 anni fa, è oggi un’attività ricreativa praticata da subacquei di tutte le età, con una partecipazione femminile in continua crescita.
Molto è cambiato dai tempi pionieristici dei primi subacquei che si immergevano per diletto con una attrezzatura decisamente diversa dall’attuale; sono cambiati i metodi di insegnamento e si è evoluto anche il concetto di ‘ricreativo’.
Per molto tempo sono state definite ricreative quelle immersioni che non obbligavano a soste di decompressione e non superavano la profondità di 40 metri; oltre questi parametri venivano definite "professionali".
Lasciando il termine "professionale", com’è giusto che sia, ai sommozzatori professionisti, oggi possiamo effettuare una distinzione dettata solamente dalla terminologia comune usata per definirne i limiti, in quanto si tratta in ogni caso di subacquea ricreativa, perché ci si immerge a scopo di divertimento e non per lavoro, e suddividere l’attività subacquea in 3 categorie:
– SUBACQUEA RICREATIVA
– SUBACQUEA AVANZATA
– SUBACQUEA TECNICA
LA PREPARAZIONE
Ci si potrebbe chiedere quale sia la necessità di frequentare un corso per immergersi con le bombole, dal momento che una persona con un discreto grado di acquaticità e che non abbia difficoltà di respirazione con l’erogatore, potrebbe tranquillamente immergersi, scendere a notevoli profondità e riemergere, senza aver mai conseguito alcun tipo di brevetto.
E’ altrettanto vero che un individuo potrebbe essere in grado guidare un’autovettura, o qualsiasi altro mezzo di locomozione terrestre, acquatico, o aereo senza specifica abilitazione.
D’altronde nessuno metterebbe in dubbio le doti naturali di Shumacher o Valentino Rossi anche se non possedessero la patente di guida.
E’ ovvio però che non tutti possiedono le doti di Shumacher o del nostro Valentino, ed è altrettanto ovvio che la maggior parte delle persone necessita delle opportune conoscenze ed esperienze per poter guidare in sicurezza, riducendo il potenziale pericolo di causare danno a se stessi e agli altri.
Andare sott’acqua peraltro non è assolutamente difficile, ma non è neppure semplice come fare una passeggiata.
In immersione l’elemento che ci circonda non è quello al quale si è normalmente abituati: il modo di respirare non è quello solito, il modo di percepire i suoni è differente, ed è differente anche il modo di comunicare.
Possiamo affermare che l’attività subacquea è sicura se vengono osservati determinati standard, vengono applicate le opportune procedure e viene tenuto un comportamento conservativo e prudenziale.
L’inosservanza di quanto sopra costituisce, viceversa, motivo per ritenere la subacquea potenzialmente pericolosa.
Frequentare un corso subacqueo significa proprio ottenere degli specifici requisiti d’esecuzione, necessari per immergersi con divertimento e in sicurezza.
Aver conseguito un brevetto, di qualsiasi didattica riconosciuta, consente di immergersi applicando le conoscenze e le tecniche apprese nel corso, entro i limiti di addestramento e di esperienza conseguiti.
LE DIDATTICHE
Tutte le moderne didattiche seguono, da qualche anno, la filosofia di portare in acqua il prima possibile gli allievi, rispondendo soprattutto ad un’esigenza di mercato, rimuovendo il principale ostacolo alla scelta di praticare l’attività subacquea è cioè l’eccessivo tempo che una volta occorreva, prima di immergersi.
Esistono diverse didattiche che organizzano corsi subacquei e alcune si sono associate tra di loro.
Nel 1994 si è costituita l’RSTC-Europa, un’associazione nata con l’intento di promuovere degli standard generali a livello europeo per gli istruttori e il loro addestramento, in modo da garantire maggiore uniformità e professionalità, permettendo così al subacqueo di immergersi in sicurezza, con un brevetto riconosciuto in tutto il mondo.
Esistono comunque altre associazioni e altre didattiche; l’importante è partecipare ai corsi subacquei con l’obiettivo di apprendere tutte le conoscenze e le tecniche necessarie all’immersione, con la consapevolezza dei potenziali rischi e dei propri limiti.
Tutte le didattiche prevedono una “carriera subacquea”, in modo tale da consentire all’allievo di progredire nell’apprendimento delle varie tecniche attraverso vari livelli e attraverso un addestramento sempre più specifico.
Con piccole differenze di denominazione da parte delle varie didattiche, sono previsti i seguenti brevetti:
– Open Water Diver : è la base di partenza di ogni subacqueo e abilita ad immergersi sino ad una profondità di 18 mt.
– Advanced: corso avanzato che prevede un maggior approfondimento di alcune tematiche e immersioni di specialità; abilita ad immergersi sino a 30 mt.
– Rescue: prevede uno specifico addestramento delle tecniche di salvamento, ricerca e recupero.
– Divemaster: prepara il sub alla conoscenza approfondita della subacquea. E’ il primo passo verso la carriera professionale e abilita a condurre immersioni come guida.
CORSO BASE
In tutti i corsi è prevista una parte teorica e una parte pratica; le nozioni apprese nella parte teorica trovano immediata applicazione nella pratica durante le lezioni in acque confinate e in quelle in acque libere; pertanto, il soggetto che frequenta il corso, viene messo in condizione di comprendere il motivo per cui è necessario compiere determinate azioni, seguendo le opportune procedure e mettendo in pratica le tecniche apprese.
Nella parte teorica vengono trattati i seguenti argomenti principali:
– Nozioni di base di fisica e fisiologia
– L’attrezzatura subacquea
– Il sistema di coppia
– I sistemi di comunicazione
– La pianificazione delle immersioni
– La gestione dei problemi e le procedure d’emergenza
L’addestramento pratico avviene sia in acque confinate (ad es. piscina), che in acque libere (ad es. mare), in modo progressivo, partendo cioè dagli esercizi più semplici e progredendo poi con gli esercizi che richiedono maggiore abilità, rendendo così particolarmente fluido e naturale l’apprendimento.
Oltre alle tecniche da adottare per effettuare un’immersione in sicurezza (risalire lentamente, lasciare le vie aeree sempre aperte, controllo dell’assetto ecc.), viene seguita la logica del “che cosa fare se…”
In pratica vengono insegnate le appropriate tecniche per la risoluzione di possibili problemi che potrebbero sorgere nel corso di un’immersione, al fine di preparare il futuro subacqueo ad affrontare tali eventualità con consapevolezza e col minor stress possibile.
L’addestramento pratico in qualsiasi didattica, prevede degli standard d’insegnamento con differenze poco significative, che prevedono in sostanza i seguenti esercizi :
– Assemblaggio e disassemblaggio dell’attrezzatura
– Controllo dell’attrezzatura
– Entrata e uscita dall’acqua
– Corretto uso della zavorra
– Svuotamento dello snorkel e dell’erogatore
– Recupero dell’erogatore
– Scambio snorkel-erogatore in superficie
– Controllo della discesa e della risalita
– Nuoto subacqueo
– Svuotamento della maschera
– Esercizi in immersione con e senza maschera
– Tecniche di assistenza al compagno
– Risoluzione dei possibili problemi
– Nuoto in superficie con l’attrezzatura indossata
– Rimozione e riposizionamento del sistema di zavorra
– Svestizione e vestizione dell’attrezzatura
– Reazione all’esaurimento dell’aria
– Controllo dell’assetto in superficie e sott’acqua
– Cura e manutenzione dell’attrezzatura
Frequentando un corso è importante ripetere alcuni fondamentali esercizi sino alla completa padronanza d’esecuzione, affinché risultino movimenti da compiere in modo assolutamente naturale durante un’immersione.
Purtroppo, ma fortunatamente sempre più di rado, accade ancora oggi che in qualche località di villeggiatura, vengano rilasciati brevetti a persone non in grado di compiere correttamente alcuni esercizi fondamentali, come ad esempio lo svuotamento della maschera.
E’ già difficile reagire a un’emergenza in condizioni di reale difficoltà in cui la condizione psico-fisica è ben diversa da quella provata durante le condizioni di simulazione effettuate durante il corso; provate ad immaginare la reazione di quella persona nel caso di un allagamento accidentale della maschera per una rottura del cinghiolo o, più semplicemente, per una pinnata di un compagno di immersione….
E’ dunque importante che il conseguimento del brevetto sia la conseguenza del raggiungimento di determinati obiettivi, opportunamente valutati dall’istruttore, e non una sorta di semplice attestato d’iscrizione ad un corso subacqueo.
E’ giusto che l’allievo subacqueo pretenda un addestramento serio e il raggiungimento di tutti gli obiettivi previsti dal corso, al fine di ottenere una corretta preparazione e la consapevolezza delle proprie capacità e dei propri limiti.
Oltre ad aver raggiunto gli obiettivi previsti dal corso, naturalmente ciò che fa la differenza tra un subacqueo e un bravo subacqueo, sta sicuramente nell’esperienza maturata, che lo ha portato ad acquisire maggior familiarità col mondo sommerso e a saper reagire a situazioni reali di stress e di emergenza.
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