Autore: Massimo Bicciato
Una manciata di stelle piovute dal cielo del tropico del cancro in un mare cristallino – così si presentano ai nostri occhi le isole dei Farasan Banks. La maggior parte di queste non sono nemmeno riportate sulle carte nautiche e le altre sono rappresentate come puntini insignificanti in un mare immenso. Le avevamo sorvolate molte volte in passato e ogni volta che dall’alto si materializzava la visione di quelle spiagge bianchissime circondate da barriere coralline intatte, cresceva in noi la curiosità e la necessità di esplorarle. La passione per questo mare ha fatto il resto.
In pochi anni, con un paziente lavoro di ricerca e mappatura, con il sostegno e l’entusiasmo dei primi viaggiatori, abbiamo scandagliato buona parte dell’area immergendoci ovunque. Così nel tempo è stato creato un itinerario da crociera che si articola tra isole e reef dei mitici Farasan Banks. Oggi questo mondo sottomarino sta vivendo il suo periodo di maggior splendore grazie anche al fatto che la diffidenza iniziale dei grossi pelagici, si è tramutata nel tempo in vera curiosità.
Le crociere si susseguono con regolarità da novembre ad aprile ed ogni viaggio ci permette di arricchire la conoscenza del luogo che continua a riservare sempre nuove sorprese. Dopo diversi anni, ancora oggi ci si aprono continuamente nuovi scenari sulle pareti dei reef che credevamo di conoscere nei minimi dettagli oppure lungo gli spettacolari pianori corallini che si propendono verso il blu. Al termine di ogni crociera non possiamo fare a meno di rivivere le emozioni che questa zona ci continua a regalare. Lungo la rotta del rientro sottocosta vorremmo attivare il “rewind” della nostra mente per non dimenticare la bellezza di questo tratto di mare e delle sue isole deserte che ci accompagnano in queste affascinanti avventure.
E’ una calda mattina di metà febbraio quando il m/y Veena punta la prua verso est per l’ultima giornata di una bellissima crociera mentre un branco di delfini ci accoglie poco fuori dalla piccola isola di Mar Mar per condurci fino alla maestosa isola di Abu Latt. Abbiamo navigato per diverse miglia in compagnia di questi splendidi animali che compiono continue evoluzioni a prua dell’imbarcazione, il mare è piatto come un cristallo e le loro sagome si riflettono perfettamente sulla superficie. Il branco improvvisamente scompare come inghiottito dal blu e le nostre attenzioni sono tutte rivolte alla fascinosa isola che racchiude in se il richiamo selvaggio di questi luoghi. Abu Latt è alta ed estesa, appoggiata su un basso fondale sabbioso, emana un fascino straordinario paragonabile a quello dell’isola egiziana di Zabargad. Piccole lagune turchesi la impreziosiscono, mentre stormi di uccelli si innalzano da ogni angolo e ci accolgono per quello che sarà il saluto a questo paradiso naturalistico, sicuramente uno dei luoghi più selvaggi del pianeta.
Potremmo definirlo “un viaggio fuori dal tempo” dato che l’Arabia Saudita è da sempre un paese fuori da qualsiasi realtà turistica.
I fondali dei Farasan Banks sono stati una vera sorpresa per chi li aveva immaginati simili a quelli del Mar Rosso egiziano che tutti conosciamo. A questa latitudine si incontra un mondo sottomarino diverso grazie alla sua morfologia di origine vulcanica, caratterizzato da pareti verticali come muri che sprofondano nel blu profondo e rivestite da grappoli di spugne colorate mai osservate da nessuna altra parte e poi una serie di reef madreporici regno di gorgonie e grossi alcionari che rivestono le pareti dei siti di Long Reef e Gorgonia reef.
Ogni immersione è caratterizzata dall’incontro con i branchi di grossi pelagici sommersi da nuvole di fucilieri. L’apporto nutritivo è elevato infatti, grazie alla consistente presenza di plankton, non è difficile imbattersi in grossi filtratori come le mante o gli squali balena ma, come sempre, l’emozione più grande sarà l’incontro con i pelagici, in particolare gli squali martello che suscitano sempre in tutti noi una forte attrazione. Questi possenti e primordiali animali compaiono all’improvviso dal blu con le loro movenze sinuose, prima solitari e poi in branco. Ci sono siti nei quali è quasi garantito l’incontro come il pianoro nord ovest di Malathu, uno straordinario acquario naturale nel quale gli affascinanti pesci convivono in perfetta sintonia con i piccoli abitanti.
Uno sguardo verso il mare aperto ci conferma l’incredibile ricchezza di queste acque mentre nuvole di carangidi e tonni nuotano in superficie a caccia di sardine. Le mangianze sono scene quotidiane e ci danno la giusta misura di quanta ricchezza giri da queste parti. Sullo sfondo appare la piccola isola di Malathu che affiora pochi metri al di sopra della superficie mentre stormi di uccelli marini ci accolgono chiassosi per poi riporsi silenziosi sulla calda sabbia dell’isola laddove spira il vento.
Il Veena ormeggia a ridosso di una grossa torre che poggia alla base dell’esteso pianoro a 25 metri di profondità, l’ottima visibilità ci permette di percepire, nonostante la distanza, la punta del terrazzo corallino che sarà la zona dove è più probabile imbattersi nella corrente, elemento fondamentale per incontrare gli squali martello. Nel breve tragitto che collega la barca con l’estremità del reef ci rendiamo subito conto di non essere in un luogo normale; un branco di barracuda volteggia nel blu in pochi metri, a ridosso della punta veniamo accolti da gruppi di carangidi.
Pochi minuti di attesa e un grosso esemplare di squalo martello si materializza dal nulla, si avvicina lento verso di noi mostrandoci la sua struttura possente e muscolosa; all’improvviso scompare inghiottito dal blu lasciandoci senza parole. Trascorrono pochi minuti durante i quali ci sentiamo spersi e senza più un obiettivo quando microscopici puntini chiari appaiono in profondità. Sono loro e salgono rapidamente puntando diretti verso di noi. Pochi secondi e siamo circondati dal branco, almeno una quindicina di esemplari di stazza minore del solitario incontrato poco prima. Sono curiosissimi e si avvicinano senza nessun timore, la sensazione è quella di trovarsi di fronte a un gruppo di “cuccioli” che hanno voglia di divertirsi senza immaginarsi quale spettacolo ci stanno offrendo. In queste occasioni il tempo purtroppo vola ed è arrivato il momento di rientrare.
Ripercorriamo il pianoro al contrario per rientrare verso la barca: il gruppo di barracuda è ancora lì stanziale, una grossa tartaruga appoggiata sul fondo sabbioso e alcuni squali grigi si aggirano tra le torri di corallo; una piccola manta appare e scompare rapidamente ma i nostri pensieri si sono persi in quel blu.
L’isola di Malathu è ormai un piccolo punto che si perde all’orizzonte, ci stiamo dirigendo verso Brown reef per trascorrere l’ultima notte nel Mar Rosso saudita. Una notte senza luna illuminata da miriadi di stelle. La via lattea a queste latitudini non è solo un idea ma lo specchio di un mare che si riflette al contrario. Un ennesimo branco di delfini è pronto ad attenderci per condurci verso Abu Latt e noi siamo lì, silenziosi e schiavi dei nostri ricordi.
CON CHI ANDARE:
La Compagnia del Mar Rosso s.r.l.
Vai Baldo degli Ubaldi, 11 – 20156 Milano
Tel. e fax 02.38.00.04.67 / E mail info@mar-rosso.it
www.mar-rosso.it
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