29 settembre – Giornata Mondiale del Sordo: Y-40 accoglie un gruppo di ragazzi con disabilità uditive per fare una prima esperienza in immersione, dimostrando che, sotto il pelo dell’acqua, siamo tutti sordi e tutti uguali.
Quando si è in immersione, l’unico modo di comunicare con i propri compagni è quello di affidarsi ai gesti delle mani. È per questa ragione che la subacquea è tra le discipline più inclusive e in grado di abbattere le barriere linguistiche.
Preparazione e formazione del personale
La giornata è stata anticipata da due momenti in cui gli istruttori e lo staff della piscina e dell’Hotel Terme Millepini hanno appreso da un moderatore di lingua dei segni italiana (LIS) la terminologia di accoglienza e quella specifica da usare in immersione.
Il linguaggio subacqueo
Il pollice e l’indice uniti, come a voler formare un cerchio, per dire che va tutto bene; il pugno chiuso, con il pollice puntato verso l’alto o verso il basso, per indicare a chi sta guardando se è il caso di risalire o di continuare con la discesa; l’indice e il medio verso gli occhi quando c’è qualcosa di bello o di importante da guardare.
Si tratta di un esempio di segnali subacquei, alcuni codificati a livello internazionale, altri che possono cambiare da zona a zona, che dimostra come, da sempre, il mondo sommerso e quello della comunicazione non verbale siano strettamente correlati tra di loro.
L’iniziativa di Y-40 The Deep Joy
«Sott’acqua è impossibile intendersi utilizzando la parola, sia che si tratti di apnea che di immersione con le bombole. Non possiamo, quindi, fare affidamento sulla nostra voce o sul nostro udito».
Così Giovanni Boaretto, executive manager di Y-40 The Deep Joy, introduce l’attività che si è svolta nella piscina con acqua termale più profonda del mondo, con i due incontri con un moderatore di lingua dei segni italiana. Due lezioni riservate a tutti gli istruttori, al personale della piscina e dell’adiacente Hotel Terme Millepini, con l’obiettivo di familiarizzare e apprendere la terminologia dell’accoglienza, ma anche quella più tecnica relativa proprio al linguaggio da usare in acqua per la subacquea, che hanno anticipato l’appuntamento principale, quando la struttura di Montegrotto Terme ha offerto ad un gruppo di 20 ragazzi con disabilità uditiva, in vista della Giornata Mondiale dei Sordi, di fare una prima esperienza di subacquea.
Collaborazione con Signplicity
A prestarsi come moderatore di Lingua dei Segni per il personale della struttura è stato Nicola Savoldi, membro di Signplicity, un progetto nato all’interno di Lago Film Fest da un’idea di Anna Chiara Carlet e sviluppato poi all’esterno anche grazie al contributo del docente LIS, videomaker e performer Fabio Zamparo. Signplicity è promotore di processi di condivisione e integrazione tra comunità attraverso l’indagine sull’arte Sorda, creando anche corsi ed eventi, come FECS – Festival Itinerante di Cinema Sordo.
È stato Signplicity a coinvolgere i 20 ragazzi sordi alla loro prima esperienza sott’acqua nella piscina da Guinness, scoprendo le somiglianze con il proprio mondo e comunicazione, anche grazie al supporto di Francesca Locatelli, interprete LIS, e del videomaker Matt Evans che, con il suo gruppo di lavoro Deep Altitudes, si è occupato delle immagini subacquee.
L’inclusività della subacquea
«La subacquea non è avulsa al sistema dei segni, dato che è praticamente impossibile comunicare diversamente – ricorda Giovanni Boaretto. – I segni e simboli che vengono fatti con le mani consentono ai subacquei di tutto il mondo di capirsi indipendentemente dalle lingue parlate, così come danno la possibilità alle persone con disabilità uditiva di poter comunicare tra loro. È per questo motivo che, da questo punto di vista, la subacquea è estremamente inclusiva. È la prima volta che ci confrontiamo con un evento così strutturato, ma non è la prima volta che ospitiamo persone con problemi di udito. Di questi ragazzi ci ha sempre colpito vedere come “a secco” seguissero e immagazzinassero le indicazioni degli istruttori leggendo il loro labiale e come in acqua, invece, fossero in grado di intendersi con tutti gli altri subacquei presenti senza nessun tipo di limitazione.
Ora è stato per loro ancora più bello vedersi accolti dai nostri istruttori con i segni LIS e realizzare che sott’acqua, siamo tutti un po’ sordi e siamo tutti uguali».
L’esperienza dei partecipanti
“Non mi aspettavo questa esperienza meravigliosa. All’inizio era spaventato e confuso, ma grazie al loro supporto sono andato in profondità ed è stato meraviglioso” ha concluso Fabio Zamparo docente LIS, videomaker e performer.