Tutte le vacanze sub nelle località da raggiungere in volo hanno in comune il day-off, ovvero l’ultimo tragico giorno di desaturazione. Se queste 24 ore di non volo per un subacqueo in altre zone vengono viste come un incubo non è così a Sharm dove c’è l’imbarazzo della scelta su come trascorrerle.
Sistemare le proprie foto è un’idea ma è anche tempo sottratto ad una cosa che si potrà fare una volta tornai a casa.
Andare a conoscere i beduini nella loro terra è sicuramente un’esperienza utile e importante.
Il Sinai, terra antica e leggendaria, area regione di confine che conosciamo quasi esclusivamente per la bellezza del Mar Rosso. Dietro, o davanti, al mare si apre una terra desertica inaccessibile e silenziosa abitata da popolazioni dai cui volti traspare la durezza di un’esistenza ancora legata ai ritmi di una natura aspra e difficile.
Nel deserto sono rimasti sia i beduini che non hanno accettato le politiche egiziane volte alla loro integrazione, sia i beduini che invece si sono maggiormente integrati con la maggioranza egiziana da cui si differenziano per cultura, abitudini, origini e organizzazione sociale.
Il sostantivo arabo BadÅ«, da cui “beduino“, contiene in sé il significato di deserto e di nomadismo ovvero abitanti del deserto.
Questa popolazione del deserto conduce una vita nomade alla ricerca di condizioni più favorevoli in un ambiente così duro come quello del deserto del Sinai in questo caso. Hanno i loro villaggi all’interno di aree protette, dove vivono principalmente di allevamento di capre e di pesca. I beduini hanno una cultura antichissima con leggi e tradizioni non scritte ma trasmesse da padre a figlio.
Ne abbiamo incontrati alcuni grazie a due guide d’eccezione, Fabio Brucini e Claudio di Manao. Fabio ha sposato ‘la causa dei beduini’ da diversi anni e li aiuta anche come ha fatto con noi, colmando parte della nostra ignoranza nei loro confronti e cancellando gli stupidi pregiudizi che altre fonti ci hanno inculcato.
Non ci siamo allontanati troppo e siamo andati a visitarli a pochi km da Sharm, dove Fabio ha allestito un campus e scavato un pozzo d’acqua che ha permesso la cultura di un orto con melanzane, zucchine, molte altre verdure e perfino le angurie (le angurie nel deserto si possono considerare quasi un miracolo). I lavori per la creazione di questo orto sono stati tutt’altro che semplici, ci sono voluti mesi per portare l’argilla, la terra, il concime e l’acqua. Ora sta dando i suoi frutti.
Consapevoli di aver visto solamente la parte più turistica della vita dei beduini ci siamo però interessati e cercheremo altre occasioni per approfondire la conoscenza di una popolazione così incredibile che vive in condizioni per noi impensabili.
Questa è stata per noi una bellissima esperienza, seppur con approccio molto superficiale
e turistico, e vi invitiamo a fare lo stesso come alternativa ad altre gite o al relax da spiaggia che non vi lascerebbe sicuramente un ricordo così
importante.
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