Autore: Barbara S.
Riceviamo una e-mail di una ragazza che vuole condividere la sua tragica testimonianza in Messico. Purtroppo non è la prima volta che riceviamo mail del genere: in molti ricorderanno un anno fa il gruppo disperso a Marsa Alam o la lettera di Fabio. Fortunatamente questi episodi sono rarissimi ma non vogliamo nasconderli perchè servano a tutti come richiamo dell’attenzione sulla propria sicurezza e su quella degli altri e sull’importanza di affidarsi a strutture serie e conosciute che, per vendere qualche immersione in più, non risparmiano sulla sicurezza dei propri clienti.
Vorrei segnalare un fatto grave avvenuto Domenica 30 dicembre 2007 sull’isola di Cozumel, al largo di Playa del Carmen (Messico): siamo partiti alla mattina con due barche del diving locale, per fare due immersioni nell’oceano.
Dopo la prima immersione, ci raggiunge l’altra barca dicendo che hanno perso, durante la prima immersione, una ragazza giapponese.
Ho saputo che è stata ritrovata, morta 1 o 2 giorni dopo.
Ci tengo a segnalare il fatto perchè ho notato, da parte delle guide, una generale superficialità nel gestire le immersioni che si fanno a 27 metri, in corrente media e in oceano aperto:
– NESSUNO ci ha chiesto di mostrare il brevetto
– è stato fatto un gruppo di 8 persone, anziché 4 come ci era stato detto
– durante l’immersione, in corrente, la guida pinneggiava velocemente si è girata pochissimo a guardare dietro tanto che io, che mi sono fermata ad aspettare il mio compagno che fotografava, ho perso il gruppo.
Abbiamo chiesto informazioni in giro e ci è stato confermato che a Cozumel la tendenza è quella di fare gruppi numerosi e di non prestargli attenzione.
Raccomando di avere sempre con se la boa di risalita e di pretendere piccoli gruppi. Non si scherza con la vita!
Barbara S.
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