Mah.. sarà che è un po’ che sono in acqua però l’acqua inizia ad essere proprio fredda, a stento sento le mani. Guardo il computer subacqueo che mi indica che attorno a me ci sono ben 15°C! Ovviamente sulla terraferma questa temperatura potrebbe essere accettabile ma sott’acqua 15°C sono una temperatura da non sottovalutare.
Penso che questa temperatura sia dovuta al fatto che sono abbastanza in profondità (ma ovviamente mai sotto i 40 metri!!) e quindi risalgo verso la superficie ma anche a 5 metri di profondità la temperatura rimane costante sui 15°C.
Questa condizione di temperatura costante lungo tutta la colonna d’acqua si verifica da febbraio ad aprile, ed è da attribuire alla conseguenza di un fenomeno estivo detto termoclino.
In estate grazie all’irraggiamento solare gli strati superficiali si riscaldano arrivando a temperature anche di 25/26°C, galleggiando sulle acque profonde (che mantengono sempre una temperatura di 12/13°C) in quanto aventi minore densità.
Il termoclino
Il termoclino non è altro che una linea immaginaria di demarcazione tra questi due strati e sott’acqua è riconoscibilissima, un po’ per la netta differenza di temperatura e un po’ per l’effetto ottico chiamato fata morgana, lo stesso che si vede in pieno agosto sull’autostrada quando il sole rovente scalda l’asfalto.
Chiaro?!?!?!
Questo succede in estate. In inverno, le acque superficiali raffreddandosi aumentano anche la densità e quindi tendono a scendere in profondità. Quando la densità delle acque superficiali supera quella delle acque profonde si verifica un rimescolamento. Le acque superficiali ricche di ossigeno ma povere di nutrienti sprofondano (down-welling) e quelle profonde, ricche di nutrienti ma povere di ossigeno, risalgono (up-welling).
Questo è il motivo perché la temperatura in inverno è decisamente fredda ma costante lungo tutta la colonna d’acqua e in estate si verifica il fenomeno del termoclino.
Fatto questo rapido, ma doveroso, escursus sulla temperatura del nostro mare torno a profondità maggiori, tanto la temperatura non cambia!
Mi volto e mi ritrovo quasi faccia a faccia con un pesce stranissimo con un occhio in mezzo al corpo. Penso subito che se quello è l’occhio deve essere proprio un bel pesce di notevole dimensioni. Poi però metto bene a fuoco e un attimo i miei studi di biologia marina prendono piede facendomi subito riconoscere un bellissimo esemplare di pesce San Pietro (Zeus faber).
Pesce San Pietro
Effettivamente non mi sono sbagliato, la macchia al centro del corpo che io ho confuso per un occhio è una sorta di difesa di questo pesce, in quanto confonde i predatori che, scambiandola per un occhio (appunto!!), tendono a considerare l’esemplare di dimensioni decisamente maggiori rispetto alla realtà.
Il pesce San Pietro è facilmente riconoscibile sott’acqua per la sua caratteristica forma, il corpo compresso lateralmente, molto alto e di forma ovale. La testa presenta un profilo quasi triangolare con grandi occhi ed una bocca protrattile. Dalla base della testa prendono origine 8/10 spine dorsali molto lunghe che costituiscono la prima porzione della pinna dorsale, mentre la seconda porzione è simmetrica a quella anale, piccola e trasparente.
Ha una colorazione argentata con sfumature dorate e con la presenza di una grossa macchia circolare nera, cerchiata di chiaro, su ogni lato dell’animale.
E’ tipicamente un animale solitario ed è tipico di questo mese dell’anno in quanto predilige acque decisamente fredde. In estate infatti si sposta a profondità non accessibili a noi subacquei.
La leggenda vuole che le due macchie nere presenti sul dorso siano le impronte di San Pietro quando, su richiesta di Gesù, questi prese in mano il pesce per estrargli una moneta dalla bocca.
Lascio il pesce San Pietro farsi ammirare dagli altri abitanti del mare e mi muovo verso la superficie pronto ad uscire quando vedo nascosto nella sabbia, molto ben mimetizzato, un pesce estremamente brutto e strano!!!
E’ una rana pescatrice (Lophius piscatorius)!!!
Rana pescatrice
Pesce dal corpo estremamente appiattito e largo nella porzione anteriore. Caratteristiche che balzano subito agli occhi sono il capo ampio, gli occhi sporgenti ed una grande bocca munita di denti ricurvi e rivolta verso l’alto.
Presenta due pinne dorsali: la prima ha raggi spinosi di cui il primo molto più lungo degli altri (detto ilicio), che usa come se fosse un lenza per attirare le prede; la seconda pinna dorsale invece è di grandi dimensioni costituita da raggi molli.
Ha una colorazione estremamente mimetica soprattutto per il tipo di ambiente che abita, è bruna con sfumature e disegni rossicci.
E’ un animale longevo, la riproduzione si verifica in inverno e ha diversi tempi di maturità sessuale per i maschi e per le femmine: i primi raggiungono la maturità sessuale a 6 anni, le seconde a 14.
Per l’uomo è assolutamente inoffensivo e le sue carni sono discrete a patto che non sia infestate da Tenia. La parte comunemente commestibile è in genere la coda (coda di rospo).
Bene, ho incontrato due animale molto strani e al tempo stesso affascinanti. Tipici dei mesi che vanno da febbraio ad aprile e quindi bisogna approfittarne..però ora fa decisamente freddo.
Scusate, esco e ci vediamo più avanti!