Introduzione
E‘ impossibile determinare con precisione come, dove e quando è stata creata la prima action cam (macchina fotografica d’azione).
Anche se i primi tentativi di girare filmati in soggettiva (punto di vista del personaggio di una scena) con una telecamera collegata ad un casco sono state fatte nel 1960, quelli erano tutti i tentativi fai da te, di innovatori in vari settori per le esigenze di un singolo progetto.
La prima action cam disponibile in commercio è stata introdotta da Nicola “Nick” Woodman (Woodman Labs che in seguito divenne GoPro) fu introdotta nel 2004 e costava 20 $. La GoPro di allora fu la prima ad essere impermeabile all’acqua. Una soluzione permanente alla portata di tutti.
La prima GoPro era una macchina fotografica con pellicola 35 mm, poi nel 2006 il passo decisivo di Woodman: il passaggio da analogico a digitale che ha portato sulla GoPro anche la possibilità di registrare video VGA a 10 FPS (fotogrammi per secondo) senza però la registrazione audio. Negli anni successivi la società ha lanciato la Hero 2 e 3 con tanti miglioramenti ed innovazioni all’avanguardia rispetto alla prima HERO digitale.
Successivamente queste POV (acronimo di point of view) hanno raggiunto il massimo dell’innovazione tecnologica: 4K, Wi-Fi, ampio campo di campo (170° e oltre), applicazioni mobili e dialogo con gli smartphone tramite APP dedicate e altri gadget più o meno utili, con utilizzatori estremi disposti a spingere i propri limiti per il bene della narrazione tentando di catturare un filmato con una telecamera piazzata sulla loro testa con vari sistemi. Un modo completamente nuovo per documentare la realtà di sport e attività estreme; ora lo spettatore può, attraverso gli occhi del protagonista, partecipare in modo coinvolgente alle sue avventure.
Le action cam di oggi hanno fatto enormi passi avanti negli ultimi anni, sfruttando una tecnologia in continua evoluzione e potendo contare anche sulle leggi dei grandi numeri.
Tuttavia, nessuno sembra ancora aver sbloccato il loro pieno potenziale. Centinaia di marche hanno iniziato a competere per la produzione di action cam sempre più innovative e per tutti.
Possiamo dividere l’evoluzione delle action cam in tre periodi principali:
- Dal 1960 al 1990 Le prime action cam
- Dal 2002 al 2012 L’era della GoPro
- Dal 2012 ad oggi L’era Post-GoPro
La ragione di questa suddivisione temporale è semplice. La GoPro ha avuto un impatto enorme, ed è ancora insuperata sul mercato.
Anni ’60
Bob Sinclair era un paracadutista (un Dio del paracadutismo come lo chiamavano i colleghi) e uno dei membri della troupe incaricata delle registrazioni per il serial televisivo Ripcord in onda dal 1961 al 1963. La serie era incentrata sul mondo dell’allora nuovo sport del paracadutismo.
Nel corso degli episodi, gli uomini ed i loro aerei venivano posti in situazioni insolite in cui erano necessarie particolari competenze e capacità. I paracadutisti andavano a caccia di criminali ed eseguivano audaci salvataggi.
A quel tempo Bob Sinclair, genio innovatore com’era, cercò di trovare un modo per rendere i video più realistici ed estremi. Voleva suscitare l’emozione delle persone mentre guardavano le scene. Dovevano sentirsi come i paracadutisti ripresi nelle azioni, mentre erano seduti sulle loro comode poltrone.
La soluzione di Bob Sinclair fu quella di fissare una macchina da presa in un casco in fibra di vetro per migliorare la stabilità dei filmati. Per fare questo, Bob voleva girare le scene in soggettiva (punto di vista dell’attore protagonista della scena).
Pensava che la registrazione standard fosse troppo “normale” e “già vista”. Perciò arrivò alla conclusione che il montaggio di una MdP (macchina da presa) su un casco non solo sarebbe stata più conveniente per un paracadutista, ma che sarebbe stata in grado di stabilizzare il filmato molto meglio, dal momento che la testa è la parte più stabile durante i salti nel vuoto. Inoltre già prevedeva l’uso di mirini a traguardo o delle specie di periscopi che rimandassero le immagini del view finder.
Ha iniziato con la MdP giro-stabilizzata in un casco da football, mentre continuava a testare nuove soluzioni e supporti diversi con un casco in fibra di vetro costruito appositamente. Ha continuato a evolvere la sua idea per raccontare questo mondo in un modo completamente nuovo.
Bob Sinclair è stato certamente uno dei primi, se non il primo uomo a girare filmati d’azione con la propria configurazione di una MdP e il casco dedicato.
Nel 1963 uno degli astronauti della NASA, che era anche appassionato di fotografia, acquistò una macchina fotografica Hasselblad 500C in un negozio di fotografia a Houston (Texas). Al suo ritorno nei laboratori della NASA, gli ingegneri furono così impressionati dalla camera che iniziarono a modificarla. Hasselblad entrò nel team di sviluppo e insieme lavorarono su di una camera facile da usare e resistente all’ambiente lunare.
L’aspetto più complicato fu quello di rendere più facile, per gli astronauti con i loro giganteschi guanti, gestire i comandi e sostituire la pellicola.
Un famoso pilota di F1 scozzese, Jackie Stewart, fu il primo ad “indossare una macchina fotografica nel 1965 e qualche anno dopo anche una cinepresa per riprese realistiche e drammatiche di questi bolidi lanciati a tutta velocità. E’ utile ricordare che questi sistemi non vennero mai utilizzati in gare ufficiali.
Bibliografia:
- “Ripcord!” by Parachutistonline.com
- “GoPro, Circa the 1960s” by Kottke.org
- “Head Gear – The Evolution of the Helmet Cam” by videoandfilmmaker.com
- “Helmet-Cam History” by worldleagueofamericanfootball.com
- “Action cameras: an extreme point of view” by Engadget.com
- “Will tape be the film of the future?” by NY Times
- “Crittercam” by National Geographic
(1- continua)