Un team specializzato di ricerca archeologica subacqueo in collaborazione con l’Istituto di Archeologia di Tirana hanno in questi giorni identificato una parte della storia di un affondamento del piroscafo Italiano nella baia di Durazzo. Tutto è accaduto il 2 gennaio 1941, negli anni della Seconda Guerra Mondiale, ma la storia è rimasta un mistero da quasi 77 anni.
Anche se mancano dati sulla posizione della nave utilizzata per scopi bellici. Questo team specializzato in questi ultimi anni sta lavorando anche per conoscere i valori storici di naufragi durante le due guerre mondiali, e soprattutto per la scoperta di nuovi reperti di spedizione appartenenti al periodo antico e medievale.
Specialisti dell’Istituto di Archeologia, con il supporto tecnico del Nova Diving Center con istruttore Denis Nova a Durazzo, quando nella primavera di quest’anno dr. Adrian Anastasi è caduto sulle orme della verità, attraverso un’edizione del 1973 dei cittadini di Barletta (sud dell’Italia) persi nella guerra. Sulle pagine di questo libro, sono state chiarite le ricerche degli archeologi albanesi. Tutto grazie al nome della radista della nave italiana, scomparsa dall’esplosione, era abitante di Barleta. Il libro postbellico chiarisce anche il carico esplosivo della nave, negato nelle pubblicazioni dell’esercito italiano.
Il piroscafo è partito da Brindisi (Italia) il 14 dicembre 1940. Secondo le regole della guerra insieme con nave cisterna “Strombo”, accompagnato da una torpediniera nave militare e sottomarino. Una volta scaricato un parte di merce con destinazione militare in Valona, dove è rimasto un paio di giorni, ha datato 2 gennaio, 1941, intorno al 07 00, parti per la rotta del porto di Durazzo. A bordo, insieme all’equipaggio di 35 marinai, furono anche cinque soldati di accompagnamento.
Secondo underwaterarchaeologist, piroscafo nave “Albano“, accompagnato dal piroscafo “Katerina” torpediniera e nave militare “Aretusa”, la gestione e la protezione del convoglio di tre navi.
9 ore dopo di navigazione secondo il racconto, dal porto del sud dell’Albania, all’ingresso della baia marina di Durazzo si sentiva una potente esplosione e secondo la versione ufficiale del tempo, piroscafo “Albano” si scontra con una mina marina sul lato sinistro, a centro barca, dove c’era il deposito di carbone.
Di conseguenza da questa esplosione, cinque membri dell’equipaggio sono stati uccisi e quattro sono stati feriti.
Il tardo pomeriggio del 2 gennaio 1941, “Albano” con una lunghezza di 86.86 metri sarà diviso in due parti e affonderà 10 miglia al largo del porto di Durazzo per poi essere scoperto dopo quasi 77 anni.
La nave costruita in Inghilterra nel 1918 dal cantiere navale “Austin S.P. & Son Ltd. “Sunderland, con il suo primo nome di” guerra Arrow 2 “aveva servito nelle compagnie marittime civili” TSC- Il controller di spedizione (prima guerra mondiale) “in Inghilterra. In seguito ribattezzata “Albano” e nella “Società Italiana di Servizi Marittimi” in Italia, “Lloyd Triestino” e “Società Anonima Adriatica di Navigazione” a Venezia, Italia. La nave è stata sequestrata il 22 novembre 1940 dal regime fascista italiano e sarebbe immediatamente in servizio alla Marina Reale.
Circa 40 giorni dopo la partenza “missione militare” piroscafo “Albano” affondò, così come sono stati affondato nel mar Mediterraneo durante la seconda guerra mondiale e le sue due navi gemelle della produzione britannica “Isea” e “Bolsena”.
Secondo la versione ufficiale, il redline “Albano” si è scontrato con una mina, ma ci sono altri dati che potrebbero essere colpita da un siluro inglese.
La verità rimane nascosta per diversi decenni – continua il Dott. Adrian, in base al quale questi dati insieme a scontri che saranno realizzati con altri documenti negli archivi inglesi, costituiscono alcune delle ipotesi di lavoro che verranno chiarite nei prossimi mesi. Il relitto sara’ messo a disposizione per essere visitato dai appassionati subacquei attraverso guide subacquee esperte del centro immersioni che si trova a Durazzo per info contattare: info@novadive.com
Il team di ricerca ha anche come obiettivo principale la realizzazione di costruire la storia dei relitti con l’obiettivo di documentare e interpretare meglio la dinamica dell affondamento del piroscafo “Albano” che è esplosa nei pressi di Durazzo il 2 gennaio 1941.