La Fauna Marina dei fondali rocciosi antistanti Imperia: descrizione e valutazione dello stato di salute
Responsabile scientifico: Dott. Carlo Cerrano
Responsabile operativo: Dott.ssa Monica Previati
Responsabile video: Dott. Marco Palma
Altri operatori: Dott.ssa Alice scinto
Il mar Mediterraneo è stato definito “un affascinante laboratorio per lo studio della biodiversità”. In effetti, nonostante rappresenti solo lo 0,82 % di tutti i mari, esso ospita circa 8500 specie di organismi macroscopici, tra il 4 ed il 18% della ricchezza specifica mondiale. Negli ultimi decenni, però, siamo stati testimoni di fenomeni ancora non del tutto chiariti ma fortemente legati all’incremento della temperatura media dell’acqua, come la comparsa di specie “estranee” al nostro bacino che tendono a sostituirsi alle specie autoctone, a volte con effetti devastanti. Il monitoraggio degli ecosistemi marini, in particolare delle aree marine protette, ha fornito indicazioni sul ruolo dei cambiamenti climatici. Ad esempio, nel Mar Ligure sono stati evidenziati drammatici cambiamenti nell’organizzazione di diversi ambienti costieri, generalmente correlati ad improvvise variazioni climatiche. Per esempio è stata osservata la presenza di specie termofile come le alghe Caulerpa taxifolia e C. prolifera apparse solo recentemente nel Mediterraneo. Vari autori hanno riportato testimonianze in questo senso, riguardo diverse regioni geografiche indicando che tali cambiamenti incidono in modo evidente sull’ecologia e la biologia delle specie animali e vegetali sia marine che terrestri.
Tra gli organismi bentonici dominanti lungo le scogliere profonde del mediterraneo, troviamo le gorgonie, colorati ventagli che si flettono all’unisono sotto la spinta della corrente, spettacolo molto ricercato dai subacquei e dai fotosub. E proprio le gorgonie, insieme alle spugne, sono tra gli organismi maggiormente colpiti dal fenomeno del surriscaldamento delle acque superficiali, subendo gravi episodi di mortalità massiva. Il più esteso è stato quello del 1999 che ha colpito tutte le specie bentoniche da La Spezia a Marsiglia, fenomeno che si è ripetuto nel 2003, coinvolgendo però questa volta anche le coste della Toscana.
I cambiamenti climatici in corso hanno probabilmente lontane origini come lontane sembrano le possibili soluzioni. La ricerca in questo momento monitora quanto più possibile gli ambienti costieri, per poter avere dati storici da confrontare nel caso si ripetessero vistosi fenomeni di mortalità. E proprio su questa esigenza nasce il progetto “La Fauna Marina dei fondali rocciosi antistanti Imperia: descrizione e valutazione dello stato di salute” (www.ceaimperia.it) grazie alla collaborazione tra l’Università di Genova ed il C.E.A. (Centro di Educazione Ambientale) comune di Imperia. Scopo principale del progetto è quello di monitorare un’area nel Ponente ligure, poiché ad oggi i popolamenti bentonici di fondi duri della Liguria di Ponente sono ancora scarsamente conosciuti rispetto a quelli di Levante soprattutto a causa della loro distribuzione frammentata. L’area analizzata, a circa 40 metri di profondità e a 1 miglio da Porto Maurizio, presenta due interessanti popolamenti: quello della gorgonie rossa Paramuricea clavata e quello della spugna gialla Axinella polypoides. Entrambe caratterizzate da un portamento eretto e per questo vulnerabili ai fenomeni di attività antropica quale la pesca o i fili, le gorgonie e le spugne sono specie caratterizzanti il coralligeno mediterraneo di falesia, ambiente ad elevata diversità in alcuni casi paragonabile a quella tropicale.
Da una prima indagine l’area di studio sembra costituita da frammentari blocchi rocciosi, disposizione che crea un flusso di corrente molto abbondante favorendo così lo sviluppo degli organismi filtratori. Le gorgonie infatti si alimentano catturando la prede che trovano setacciando l’acqua. ec
I rilievi subacquei mensili vengono effettuati tramite riprese video, fotografiche e transetti fissi che consentono una dettagliata descrizione dei popolamenti bentonici e costituiscono una base di riferimento per eventuali verifiche future. Inoltre analisi istologiche su campioni di valutarne il periodo riproduttivo e il rapporto tra sessi il cui valore suggerisce la presenza di un eventuale stato di sofferenza della popolazione.
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ProjectImperia_net.mp4 – 6.8 Mb
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