Autore: Marco Daturi
Qualche giorno prima della nostra partenza per Sharm El Sheikh tutti i media si rivolgono verso questa località dando notizia dell’attacco di uno squalo ai danni di alcuni snorkelisti. Un evento talmente raro che probabilmente per questa unicità si guadagna una posizione alta nelle classifiche delle cronache e delle prime pagine dei media di tutto il mondo. In realtà nel fatto in sé non ci sarebbe granché di strano se non fosse che molte delle informazioni andate in onda sono risultate imprecise se non addirittura goffamente errate, altre congetture sono nate della fantasia di qualcuno e altre ancora potrebbero essere tentativi di strumentalizzazione per fini a noi ignoti… L’attacco ai turisti nelle acque di Sharm comunque c’è stato per cui qualcosa di vero ci deve sicuramente essere ma è difficile capire le dinamiche delle vicende da lontano stando dietro a un televisore o ad un monitor senza avere una giusta preparazione in materia e soprattutto dopo che alcuni film di successo hanno dipinto gli squali come un pericoloso killer dei mari.
Ci portiamo sul luogo del fatto, la splendida Naama Bay e la notizia è nella bocca di tutti, spesso con l’aggiunta di particolari fantasiosi, ipotesi e qualche verità nascosta dietro a tante congetture. Abbiamo il privilegio di poter incontrare Hesham Gabr, presidente del CDWS che sta gestendo questa difficile la situazione ed è l’unico che può darci informazioni ufficiali e oggettive. L’attacco ovviamente c’è stato e sono stati chiamati i migliori esperti a livello mondiale per capire cosa sia successo e studiare in modo scientifico la situazione che viene tenuta sotto controllo con la chiusura agli sport acquatici di alcune zone marine costiere per qualche giorno di monitoraggio da parte di gruppi di subacquei.
Anche noi ci organizziamo per le nostre immersioni partendo dal Camel Dive Club, uno dei più gettonati centri di immersione 5 stelle nel cuore di Naama Bay. Destinazione: Ras Mohammed, un parco marino che offre alcuni siti di subacquea tra i più belli al mondo dove in passato abbiamo effettuato decine di esplorazioni, in acqua e nello splendido deserto del parco. Questa zona è piuttosto lontana da dove si sono svolti i primi attacchi ma qui la presenza di squali, barracuda e molti pesci la rende molto interessante e unica.
Con il mio amico e buddy Massimo Corsico (Dive Master) e altri sub seguiamo l’amico e istruttore Francesco Pipino tra i mille colori di un fondale così prezioso che anche stavolta riesce a superare le già altissime aspettative con due incontri eccezionali: una splendida aquila di mare che ci viene incontro nuotando intorno a Massimo, emozionato e felice come tutti noi, e subito dopo un bellissimo squalo che ci ronza intorno per una decina di minuti.
Una splendida creatura che abbiamo incontrato molte volte in altri mari e, purtroppo, più raramente anche in questa zona del Mar Rosso. Un corpo possente e forte nuota sinuosamente senza mostrare alcun atteggiamento aggressivo ma neppure spaventato da noi. Sembra incuriosito e probabilmente lo è. Lui è il re del mare e per noi incontrarlo è un onore e con rispetto ci avviciniamo a lui tenendolo sempre di fronte mentre parte del gruppo e altre persone si proteggono vicino alla barriere corallina, forse più impauriti dalla fama che ha preceduto l’incontro che da una vera situazione di pericolo, che probabilmente non c’è. Questo squalo ci sembra subito un longimanus e riconosciamo in lui alcuni segni che ci portano a pensare che possa essere lo squalo ricercato, responsabile degli attacchi. L’adrenalina vince sulla paura e dopo pochi emozionanti minuti lo squalo si allontana e sparisce nel blu da cui ha fatto la sua comparsa.
Da sinistra: Marco Daturi, Massimo Corsico, Francesco Pipino
Il nostro tempo è finito e risaliamo in barca tra applausi e festeggiamenti per un’immersione che ricorderemo per molto tempo, consapevoli di esser stati molto fortunati ad incontrare e poter star così vicini a questo splendido esemplare che torneremo a cercare senza successo nei giorni successivi.
Tornati al diving comincia lo scambio di informazioni e immagini e la notizia arriva in Italia. Ricevo così una prima telefonata di intervista per una nota Radio alla quale racconto com’è andata la nostra giornata. Poche ore dopo siamo in prima pagina sul Corriere Della Sera e durante la notte ricevo una e-mail dal TG5 che manda una troup ad intervistarci e ci manda in onda per due sere consecutive al TG5 delle 20.00. Questo inatteso interesse mediatico mi coglie impreparato ma l’occasione è buona per cercar di far capire che lo squalo normalmente non è aggressivo ed essendo noi gli ospiti a casa sua, il minimo che dobbiamo fare è portargli rispetto e cercare di conoscerlo meglio, lo stesso rispetto che dobbiamo sempre portare per tutto il reef e i suoi abitanti.
Mi fa molto piacere che questi media siano venuti ad informarsi in loco e li ringrazio per la possibilità concessa. Si sono informati a lungo, senza tregua ascoltando noi e le nostre testimonianze ma anche quelle di altri turisti e le dichiarazioni ufficiali del CDWS.
Nel frattempo arriva il responso degli esperti che ipotizzano alcuni fattori che potrebbero aver contribuito al comportamento anomalo degli squali che hanno attaccato gli snorkelisti:
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in uno o più casi sono state gettate carcasse di animali morti nelle zone circostanti
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diminuzione delle prede naturali degli squali dovuta ad eccessive attività di pesca
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si sono verificati alcuni episodi di feeding vicini al reef a pesci e squali
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è stato registrato un inusuale innalzamento delle temperature dell’acqua nella zona di Sharm El Sheikh
Queste prime ipotesi verranno comunque verificate da uno studio prolungato da parte degli studiosi e delle Autorità egiziane.
Considerazioni del tutto personali
Mai avrei immaginato che per un evento possibile e naturale, pur drammatico, si potesse creare così tanto caos a tutti i livelli. Non è una novità che gli squali possano attaccare l’uomo ma i casi registrati sono così statisticamente limitati che non dovrebbero destare così tanto clamore. Le vittime della strada, del lavoro, della delinquenza, della droga, dell”attacco di altri animali domestici sono ben molte più di quelle derivanti da attacchi di squali, eppure queste ultime destano spesso, come in questo caso, grande scalpore seminando inutili paure tra le persone.
Ho potuto assistere in prima persona alla gestione di una complicatissima situazione, un braccio di ferro tra gli interessi turistici, mediatici e di sicurezza. Sono testimone di un eccellente lavoro svolto dal CDWS (Chamber Of diving And Water Sports of Egypt) e dal presidente Hesham Gabr.
Immagini
La mattina prima di uscire ho deciso di rinunciare al grandangolo per testare un nuovo oblò per la macrofotografia subacquea, così mi son trovato impreparato a fotografare decentemente il nostro amico che ci girava intorno.
Alcune testimonianze e considerazioni di amici
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Massimo Corsico (docente presso l’Università di Pavia e guida subacquea): Per noi subacquei l’avvistamento di uno squalo è un premio che il mare ci concede per tutte le ore, l’amore e per la dedizione che abbiamo per lui. Shark Yolanda è già una delle più belle immersioni al mondo. Poi se si incontra un esemplare così eccezionale per tanti motivi e la possibilità di poter stare in sua compagnia per dieci minuti rende questa immersione la più bella della mia vita. L’emozione è sta davvero incredibile.
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Francesca Zambonin (Avvocato – Il Tuo Legale.it) – “Abbiamo viaggiato in tutto il mondo, immergendoci alla ricerca degli squali che per noi subacquei sono una grande attrattiva. In tutte le occasioni che abbiamo avuto di poterli avvicinare non abbiamo mai avuto alcun timore né loro hanno mai mostrato alcun atteggiamento aggressivo nei nostri confronti. Per questo sono rimasta molto colpita dagli avvenimenti di Sharm che devono comunque essere visti come dei casi del tutto anomali ed isolati.”
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Francesco Pipino (Istruttore Subacqueo e guida presso il Camel Dive Club) – “Tutt’altro che intimorito dall’incontro mi ritengo fortunato per aver avuto il piacevole sommo privilegio di stare dieci minuti a pochi centimetri dal muso di questa meravigliosa creatura. Il plauso va ai subacquei del mio gruppo che hanno tutti mantenuto una calma esemplare consentendo così un più lungo incontro con lo squalo.”
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Simone Pelucchi (General Manager Camel Dive Club) – Il Team di esperti provenienti dagli USA sta valutando il materiale disponibile per operare al meglio nell’attesa di indicazioni più precise su come procedere. Si tratta di una situazione anomala senza precedenti. La maggior parte dei siti di immersione sono aperti per i subacquei esperti.
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