Autore: Claudio Di Manao
Da un po’ di tempo, sulle barche sub del Mar Rosso, ci siamo abituati ad alcune strane presenze. Sono donne affascinanti dalle chiome selvagge, o uomini solitari dal fascino oscuro. Si immergono da soli. Non sono clienti. E non sono neanche guide. Ci osservano attraverso enormi occhi bombati, occhi con strane maniglie ai lati. (No, stavolta i marziani non c’entrano). Sono i video operatori.
Cosa fanno? Cosa vogliono? Si occupano dei nostri ricordi. Catturano su videotape o CD quello che succede mentre siamo in acqua, assicurano a tutti i nostri amici che noi in Mar Rosso c’eravamo davvero! Magari mentre passava la manta.
Sono una specie temutissima dai divemaster. Dicono che distraggono i clienti, che fanno cose strane. In effetti, per fare una ripresa da ‘Festival d’Antibes’, i video operatori sono disposti ad acrobazie al di là dei limiti fisici e fisiologici fissati da computers e tabelle (per la gioia degli istruttori che hanno appena finito di spiegare ai loro studenti che sott’acqua non si va su e giù e non si trattiene il respiro) "Ma quello là?" ti domandano, giustamente – "Ehm…quello là è refrattario all’azoto. Pensate a voi!". Già, cosa puoi dirgli?
Sott’acqua spesso improvvisano strani percorsi, che infastidiscono le guide. Non c’è niente, vi assicuro, niente che attragga un gruppo di sub più di "quel tipo là" che pinneggia lontano dagli altri: "Che abbia visto qualcosa?!" e tutti, proprio tutti, via a inseguirlo nel blu, o ai 40 vietatissimi metri. Anche questo è vero. "Ti abbiamo aspettato un quarto d’ora! Era proprio indispensabile riprendere quel pagliaccetto nell’anemone?" Oppure: "Possedete tutti il fiore della tecnologia digitale, perché non ‘truccate’ un po’ le immagini invece di dar noia a noi guide?" Ho sentito spesso i divemasters protestare così.
Ma ho sentito anche i video operatori lamentarsi dei divemasters: "Mi hanno lasciato in acqua! S’erano accorti che non c’ero solo quando un cliente fa: dov’è il mio video?" Non tutti li amano. Ma non sarà anche perché raccolgono prove, prove sui pessimi assetti, prove di qualche sconsiderata pinnata a danno dei coralli, di qualche ‘leggerezza’ commessa da clienti e divemasters, prove di brutte immersioni, condotte male, in zone spoglie, senza cuore insomma!
Meditate tutti, clienti e divemasters, siamo tutti inquadrati. Cerchiamo di non andare a finire, almeno, su certi programmi tv. Cerchiamo.
Per quanto mi riguarda è stato proprio un video operatore, Fabio, ad insegnarmi tantissime cose. Mi faceva vedere l’immersione coi suoi occhi. Mi diceva dell’ora giusta per la luce a Ras Zatar, o che se osservi le alcionarie in controluce puoi notarne la trasparenza.
"Io mi metto dietro ai dentici, e tu porta il gruppo nel mezzo, così nel video si vedono i sub circondati dai pesci". Oppure: "C’è una bella gorgonia a 13 metri, ti aspetto lì, falli sfilare tutti davanti, che io li riprendo. Così, giocando al film, io imparavo i luoghi di immersione ed uscivano fuori gran belle immagini, non solo elettroniche, immagini per gli occhi e per la mente che la gente ricorda ancora. E c’è anche un video che lo prova: tu eri laggiù. VHS o DVD?
Claudio Di Manao
Da: “Specie del Mar Rosso, i videoperatori”, The Magazine, http://www.goredsea.com/, n° 15, Ottobre 2003
Se volete scoprire qualcosa di più su Sharm, non perdetevi l’opera di Claudio…
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