Il cambiamento del clima è una realtà che diventa molto difficile negare, sebbene qualcuno si ostini ancora a farlo.
Preferisco parlare di cambiamento climatico piuttosto che di riscaldamento globale, come fanno molti. In pratica non cambia molto, ma se alle alte latitudini e in montagna lo scioglimento dei cosiddetti ghiacci eterni mostra inequivocabilmente che la temperatura è aumentata, alle medie latitudini (dove siamo noi) la modificata circolazione oceanica e atmosferica comporta spesso un inasprimento dei fenomeni estremi, che può tradursi anche in ondate di freddo improvviso. Non dimentichiamo mai che una delle conseguenze principali del cambiamento climatico è un rallentamento delle correnti oceaniche, per le quali le differenze di temperatura sono il motore principale. Abbiamo studiato a scuola che il clima europeo è mitigato dalla corrente del Golfo, che trasporta verso le nostre coste l’acqua calda del Golfo del Messico. Infatti Napoli e New York si trovano alla stessa latitudine, sul 41° parallelo, ma hanno climi molto diversi.
Ma adesso, col riscaldamento delle acque tra Groenlandia e Islanda, il motore primario della corrente viene meno… che succederà? Difficile prevederlo, ma sono molti anni che i meteorologi lanciano l’allarme.
Il clima cambia, il mare si scalda, gli inverni sono mediamente sempre più miti: si creano le condizioni ideali per specie di origine tropicale, che, sfruttando anche l’apertura e i successivi ampliamenti del canale di Suez, si sono spostati nel Mediterraneo.
Il Mediterraneo cambia volto, si popola di animali che prima erano sconosciuti. Alcuni di loro sono molto aggressivi, alcuni contribuiranno a portare le specie native all’estinzione, ma personalmente penso che per molte specie sarà il cambiamento delle temperature la causa principale dell’estinzione locale, per cui ben vengano questi nuovi clandestini, a popolare un mare che altrimenti si svuoterebbe.
Su scubazone.it prima e successivamente su scubaportal.it abbiamo pubblicato una serie di schede sulle principali specie aliene: https://www.scubaportal.it/?s=clandestini.
Anche grazie alle vostre segnalazioni siamo in grado di aggiornare la distribuzione di certe specie. Ad esempio abbiamo ricevuto centinaia di segnalazioni della lumaca di mare Aplysia dactylomela (foto di apertura) https://www.scubazone.it/mag/il-giallo-della-lepre-di-mare-dagli-anelli/, specie di origine atlantica, che dalle vostre segnalazioni appare ormai molto comune in Sicilia e Sardegna, in certe zone addirittura se ne vedono diversi esemplari assieme, e viene spesso segnalata da stazioni più settentrionali, come l’isola d’Elba. La cartina pubblicata in calce all’articolo è basata sui dati disponibili nel 2015, ovviamente va aggiornata, per un animale che è in forte espansione. Vedi anche https://www.scubaportal.it/clandestini-7-il-giallo-dellaplisia-dagli-anelli.html
I quotidiani ci informano che nello Jonio è stato pescato il pesce pappagallo Chlorurus rhakoura, che lungo il litorale leccese si moltiplicano le segnalazioni del granchio azzurro Callinectes sapidus. Qualcuno pubblica foto del pesce leone Pterois miles, specie dotata di spine dorsali velenifere, raramente mortali ma comunque molto dolorose, altra specie penetrata via Suez e già segnalata in Sicilia.
Insomma, il nostro mare sta cambiando, e dovremo familiarizzare con nuove specie marine, e fatalmente rinunciare ad altre. I giornali scrivono anche che saremmo ancora in tempo per invertire la tendenza, ma tutti dovremmo fare delle rinunce. Alzi la mano chi è disposto a lasciare l’auto in garage, o a spegnere il condizionatore. Penso che alla fine per tutti prevarrà la necessità di familiarizzare con i nuovi arrivati.