Ed eccoci pronti per un nuovo anno di snorkeling responsabile sulla barriera corallina che circonda le isole dell’arcipelago di Nosy be, in Madagascar. Il Manta diving, di cui faccio parte come biologa marina, organizza i nostro tour per dar la possibilità ai turisti di conoscere a “fondo” il mare ed i suoi abitanti, anche a chi ha sempre uno sguardo frettoloso e “superficiale”. Portavoce di una CULTURA ALTERNATIVA e RESPONSABILE il Manta punta a far conoscere e preservare il mare che rimane un gioiello prezioso da tutelare per il nostro bene e quello del nostro pianeta.
Il Manta diving, è considerato un istituzione a Nosy be, in quanto è sull’isola dal 1998 ma dal 2011 è capitanato da giovani ragazzi italiani che rubando i segreti dei loro predecessori ed unendoli all’enorme passione per il mare hanno deciso di cambiare vita e far sì che il MANTA DIVING sia, per loro e per chi viene a fargli visita, il “mezzo”per tuffarvi in un viaggio dove stupore e meraviglia sono all’ordine del giorno.
Ogni mattina io, Carlotta, la biologa marina del Manta, con maschera, pinne, boccaglio ed una piccola subika (una borsa in paglia malgascia che usa sia per alimentare l’artigianato locale e sia perché è utilissima per la sua resistenza e grandezza), sono pronta per la missione del giorno: SNORKELING RESPONSABILE!
Ho sempre nutrito una passione profonda per il mare fin da piccola, quando con il mio papà, andavo a pescare polpi in un piccolo canottino gonfiabile. Quei polpi, invece di essere messi in pentola diventavano i miei migliori amici: “la futura biologa non era per nulla impaurita o preoccupata per qualche pizzichetto, ma adorava questi animaletti tentacolati che portava nel suo tender insieme a paguri bernardo, patelle e granchietti corridori.”
Per fare di questa mia passione, un lavoro ho preferito iniziare a viaggiare emigrando prima alle Seychelles e poi in Madagascar.
“Sono emigrata ormai, otto anni fa nell’oceano indiano, scelta in origine del tutto casuale, infatti dopo aver vissuto un’esperienza bellissima lavorando in un centro di recupero e riabilitazione per le tartarughe marine presso la Stazione Zoologica di Napoli, ho iniziato il lungo iter di invio curricula per cercare lavoro in Istituti di ricerca italiana. Ma alla fine, ho trovato la mia seconda casa, in Madagascar, a Nosy be. Il Madagascar è un paese straordinario, un paese che ti entra dentro e ti ruba l’anima, un po’ come Napoli, la mia città. E’ un Paese dai mille colori, dalle mille sfaccettature con usi, costumi, tradizioni funerarie e dialetti diversi a seconda dell’etnia con la quale si viene in contatto.
Io vivo su una piccola isola, con un’unica strada che le gira intorno per 90 km. Parte dall’aeroporto, attivo solo pochi giorni alla settimana, visto che il traffico dei voli non è molto intenso, passa per la città caotica, sempre in movimento quando c’è la luce del sole e completamente addormentata quando cala la notte, fino a raggiungere la costa più turistica dove i vasà (gli stranieri, alla malgascia), ospiti degli hotel, passeggiano mollemente sulla riva del mare.
Il tutto è affollato da bancarelle di meravigliosa frutta esotica esposta qua e là e di bambini che con i loro occhioni non negano mai a nessuno enormi sorrisi. Questo paese è lontanissimo da ciò che è convenzionale ed europeo, la vita scorre tranquilla ed ogni cosa è regolata dal levarsi e dal calar del sole. La natura regna sovrana sulla vita di tutti noi. Il cinema, il teatro, le librerie sono parole e luoghi a noi ormai sconosciuti. Ma non ci mancano perché i salti delle balene, le nuvole che dipingono rossi tramonti africani, gli uccellini che, cinguettano facendoci ascoltare i loro amori, riempiono completamente le nostre giornate. La pesca è per l’isola, la maggior fonte di rendita, oltre al turismo, ed è praticata con piccole imbarcazioni, le piroghe, costruite in legno a mano, da attenti maestri “armatori”. Il fish market è direttamente in mare o sulla spiaggia e si anima al rientro delle imbarcazioni che trovano la strada di casa quando il vento da est spinge le loro vele quadre alla magione. Le donne aspettano i loro mariti sonnecchiando all’ombra di verdi palme, pronte con grandi ceste che adageranno sulla testa, per portare il bottino a casa. Nonostante il mare sia quasi l’ unica fonte di vita, molti malgasci non sanno nuotare e sono spesso convinti che il Loloranu li trascinerà sul fondo degli abissi senza che nessuno li possa salvare.
La mia quotidianità è “circondata” dal mare, uno splendido mare turchese ricco e vivo ogni stagione di abitanti diversi.
Un mare che ha molto da dire, da insegnarci. Lui non si sente mai lento. Non si preoccupa se le sue onde sono veloci, alte, schiumose o cupe.
Lui è così. E’ se stesso. Solo quello importa. Si ama esattamente come è. A volte impetuoso e scuro, a volte piatto e lucente. Sta lì, disteso sulla schiena del mondo con l’unica gioia infinita di guardare il cielo ed innamorarsene. Ogni giorno.”
Continuerò a raccontarmi del mio mondo. Seguitemi o venite a trovarmi vi aspetto su passionesnorkeling.com oppure direttamente in Madagascar QUI