L’Area Marina Protetta Isola di Bergeggi è stata istituita con decreto del Ministero dell’Ambiente solamente nel 2007 e da allora l’area si è ripopolata molto e continua a farlo. Il pesce, che iniziava a scarseggiare, ora è tornato, al sicuro -o quasi- dai pescatori. Ci troviamo quindi una domenica pomeriggio a Noli al diving center e, mentre stiamo confermando la nostra immersione a Bergeggi, Riccardo gentilmente invita in gommone per la trasferta anche il resto della famiglia, mia moglie Francesca e nostro figlio Lupo di 6 anni. Il mare è calmissimo, il tempo fantastico e senza troppe titubanze accettiamo l’invito, saliamo sul gommone di Dive Enjoy e dopo pochi minuti siamo ormeggiati a pochi metri dall’isola di Bergeggi. Noi sub scendiamo in immersione e dopo pochi minuti anche Francesca e Lupo iniziano la loro snorkelata. Ci separiamo per tre quarti d’ora ma quando risaliamo sono ancora lì, in acqua, ad osservarci dall’alto aspettandoci dopo le nostre soste di sicurezza pochi metri sotto.
L’entusiasmo è evidente. Si sta meglio in acqua che fuori e il mare quasi totalmente calmo rende piacevole e rilassante lo snorkeling.
Lupo si riconosce subito perché indossa la sua maschera preferita, la EasyBreath di Tribord. Da quando l’ha avuta per una prima prova non l’ha più voluta restituire e ora indossa solo quella togliendola solamente per le sue prime immersioni scuba. Mi trovo sotto di lui di un paio di metri abbondanti e resto sorpreso nel vederlo scendere fino a me, tra una serie di espressioni gioiose e suoni incomprensibili.
Con la maschera Easy Breath non sta mai zitto ma nemmeno capiamo cosa voglia dire esattamente.
Vedendoci un po’ perplessi ci indica qualcosa nel blu. Un banco enorme di saraghi, un polpo in trasferta, un dentice, non sappiamo cosa esattamente ci voglia mostrare ma non importa, ne approfitto per scattagli qualche altra foto in questa sua ennesima avventura sott’acqua.
Si narra che l’isola di Bergeggi sia arrivata di fronte alla costa ligure traghettando su di sé i santi Eugenio e Vendemiale che fuggivano dalle persecuzioni dei Vandali. Sant’Eugenio, vescovo di Cartagine, rimase sull’isola fino alla sua morte mentre Vendemiale ripartì per la Corsica. Le spoglie di sant’Eugenio vennero traslate a Noli dove divenne il patrono della città. La leggenda vuole che alcuni anni dopo le spoglie del santo sarebbero ritornate da sole sull’isola. Un’interpretazione più moderna della leggenda invece sostiene che Sant’Eugenio sia in realtà tornato sull’isola solo recentemente portando con sé i cavallucci di Noli, ora effettivamente scomparsi da Capo Noli, per proteggerli dall’eccessivo stress dei visitatori.