Autore: Fabio A. Siniscalchi – http://www.oceanus.it
E’ la Grecia, lo stesso Paese dove è iniziato il mito dell’andar per mare, che
custodisce l’antica tecnica di immergersi sott’acqua a grandi profondità con
l’aiuto di una semplice pietra.
Si chiama skandalopetra, è generalmente in marmo o granito con un peso variabile
tra gli 8 e i 14 kg con angoli smussati e forma idrodinamica.
Di questa tecnica l’impresa più celebre si deve a Haggi Statti, un pescatore di
spugne, che nel 1913, il 14 luglio nello specchio d’acqua antistante l’isola di
Scarpanto, Mar Egeo, recuperò l’ancora persa della “Regina Margherita”, nave
della Marina Militare italiana.
L’ancora era a 83 metri, Haggi la raggiunse, dopo 21 immersioni in 4 giorni.
Il medico di bordo della nave italiana arrivò a ipotizzare che a una data
pressione la pelle potesse assorbire ossigeno. Dalla visita medica, successiva
all’incredibile impresa, Haggi Statti risultò non essere un grande atleta, né
tanto meno in una buona forma fisica. Aveva un enfisema polmonare, 20-22 atti
respiratori, 80-90 battiti per minuto, timpani distrutti con una funzione
uditiva scarsa, un’apnea a secco di 40 secondi, in acqua oscillò tra il 1.30 e i
3.30. Eppure Haggi Statti è l’uomo consacrato alla storia come il primo a
raggiungere una simile incredibile profondità utilizzando come zavorra una
semplice pietra, la Skandalopetra appunto.
E questo è stato l’unico strumento utilizzato dai pescatori di spugne greci fin
dall’epoca di Alessandro Magno.
L’apneista–pescatore, nudo, veniva assicurato alla pietra tramite una sottile
funicella. La stessa skandalopetra era fissata alla barca con una corda, un
compagno assisteva il tuffo dalla barca, in tempi più recenti con un batiscopio,
e recuperava l’apneista con la pietra salpando la fune al termine della discesa.
Questo legame ha consentito ai pescatori di immergersi in sicurezza per secoli e
secoli.
Negli ultimi decenni questa affascinante tecnica è stata riproposta, con
successo, in qualità di disciplina sportiva dell’apnea.
A dispetto di un mercato della subacquea che investe sempre più in ricerca e
nuovi materiali, nelle competizioni odierne con la skandalopetra non è
consentito l’uso di muta, pinne e maschera.
Scenario unico di record, congressi e manifestazioni è l’isola greca di Kalymnos,
dove è possibile ancora ascoltare testimonianze dirette di anziani pescatori che
descrivono questa tecnica come la più sicura in assoluto, un salto nel blu
profondo che ha seminato meno vittime e paralisi dell’avvento degli
autorespiratori sull’isola.
Nikolas Trikilis di Kalymnos, è un medico specializzato in Medicina Subacquea –
Iperbarica in Italia, già alla fine degli anni 70 studiava e promuoveva a
livello scientifico questa antica tecnica dei pescatori di spugne della sua
Isola. Nikolas è un infaticabile promotore di questa disciplina, quasi una
missione la sua, farla conoscere in tutto il mondo. Oggi è tra gli organizzatori
di convegni e record di successo che periodicamente ospitano apneisti e
appassionati di tutto il mondo sull’isola di Kalymnos.
Tuffarsi con la skandalopetra è un gesto tecnico che non prevede dispendio
energetico, la performance dell’atleta è paragonabile alla discesa in assetto
variabile.
Preparazione al tuffo e poi giù il più verticale possibile, con la petra ben
salda fra le mani.
Raggiunta la quota massima stabilita, la petra scivola dalle mani ai piedi,
l’atleta ruota su stesso ed è di nuovo in posizione verticale, ma la sua testa
punta la luce di superficie. Piedi appoggiati sulla petra, mani sulla cima,
adesso tocca all’assistente di superficie salpare dalla barca appoggio.
La squadra tuffatore riveste forse il compito più delicato, sentire la discesa
in ogni istante “leggendo” la cima scorrere fra le mani, conoscere la
profondità, la velocità di discesa, sapere quando l’atleta rallenta per
compensare e infine quando raggiunge la quota massima stabilita e si posiziona
in piedi sulla petra, pronto per essere salpato.
Quello che accade in questa disciplina è una sinergia intensa fra chi scende in
acqua e “guida” la petra come timone, freno e zavorra e chi resta in superficie
a leggere una cima come un codice braille a cui è legata la vita del compagno.
Quello che oggi è un evento sportivo, un tempo era una necessità, il lavoro
quotidiano fatto di uomini che si affidavano ad altri uomini osando sfidare le
leggi non scritte e severe del Mare.
OCEANUS è partner ufficiale del Kalymnos Diving Festival – Skandalopetra
Si terrà a Kalymnos dall’11 al 14 Luglio 2013 il Festival dedicato all’Apnea e l’antica tecnica della Skandalopetra.
Le gare sono aperte a tutti e sono gratuite. Necessario, tuttavia, presentare Certificato Medico, potete richiedere e ottenerlo a Kalymnos dai medici messi a disposizione dall’ente organizzatore.
Skandalopetra, JB si faranno in località di Therma DYN e SΤΑ in piscina Comunale di 50m.
Per info: www.oceanus.it
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