In un settore in cui l’innovazione si misura spesso nel continuo perfezionamento di attrezzatture dalla funzionalità già da tempo affermata, una startup di PoliHub (l’incubatore di impresa del Politecnico di Milano) ha introdotto uno strumento di nuova concezione, che porta una ventata di novità nelle attività e negli sport subacquei.
L’obiettivo del team che ha sviluppato SHARKNET era quello di creare uno strumento che potesse aumentare la sicurezza delle attività subacquee e, al contempo, essere anche un utile ausilio per il monitoraggio delle immersioni da parte di sub ed apneisti. Inoltre, per quanto tecnologico, lo strumento non doveva interferire in alcun modo con le attività che tutti noi siamo abituati a svolgere sott’acqua: in superficie siamo ormai “connessi” con ogni sorta di tecnologia ma quando ci immergiamo uno dei piaceri è quello di “scollegarsi” e rimanere a tu per tu con la natura. Per questo motivo, SHARKNET deve semplicemente essere indossato prima dell’immersione: l’utente può poi dimenticarsene e lo strumento svolge in piena autonomia le sue funzioni. Esploriamo dunque cosa fa.
Le funzioni di sharknet
– Quando il sub è ancora a terra, presso il Diving Center, SHARKNET emette un segnale che è captato dagli smartphone su cui è stata caricata la sua App (scaricabile gratuitamente da Apple Store o da Android Google Play). Con la App il gestore del Diving crea con un click una lista di imbarco: quando i sub sono in barca, diretti verso il luogo di immersione, la stessa App (ora sul telefono del barcaiolo) controlla continuamente la presenza di tutti i partecipanti. Quando ogni sub si immerge, il suo nome viene evidenziato in rosso; alla sua riemersione e ritorno in barca, il nome torna ad essere verde. Questo semplice controllo di presenza garantisce al barcaiolo di non lasciare indietro nessuno: un’eventualità non così rara nei Diving o nei siti di immersione più affollati, dove magari una barca raccoglie erroneamente altri sub e smarrisce i propri (a molti di noi è purtroppo già capitato di temere una situazione del genere). E se un nome rimane evidenziato in rosso ed il sub risulta quindi mancante? Sempre con la App, il barcaiolo può mandare una richiesta di posizione al dispositivo SHARKNET del sub: se già in superficie, il dispositivo risponde subito e la sua posizione viene rappresentata su una foto satellitare nella App del barcaiolo, insieme ad una freccia con rotta e distanza per andare a recuperarlo. Se il sub è invece ancora in immersione, il suo dispositivo risponderà al momento della riemersione. La funzionalità di “richiesta di posizione” può essere impiegata non solo dal barcaiolo, ma da chiunque conosca il codice (segreto, per evidenti questioni di privacy) del dispositivo del sub. Per esempio: compagni di immersione, famigliari preoccupati, etc. – SHARKNET può essere adoperato anche dallo stesso sub/apneista che si smarrisce o sia in difficoltà: in questi casi, se in superficie, l’utente deve semplicemente dare una doppia pacca al suo SHARKNET. Il dispositivo inizierà a lampeggiare e trasmetterà un allarme con la propria posizione al barcaiolo e a tutti gli altri contatti di emergenza precedentemente impostati dall’utente. Se l’emergenza dovesse verificarsi sott’acqua, dopo la doppia pacca il dispositivo dovrà essere mandato in superficie con la boa di emergenza. – Oltre al caso d’uso descritto, una categoria di utenti che potrebbe trarre particolare vantaggio dalla possibilità di SHARKNET di trasmettere segnali di allarme è quella dei pescatori subacquei che, spinti dal mare, da piccoli incidenti o anche solo da avarie alla propria barca, si trovino impossibilitati a raggiungere il punto di approdo previsto. SHARKNET chiaramente non è una misura di sicurezza idonea contro il rischio di sincope e di molti altri eventi drammatici che possono accadere in mare: il dispositivo non può in nessun modo sostituire tutte le norme di sicurezza e buon senso che ci hanno insegnato sin dalla nostra prima lezione di sub, a partire dalla necessità di immergersi in coppia e di non eccedere i nostri limiti personali. SHARKNET rappresenta in ogni caso un’utile misura di sicurezza aggiuntiva, a disposizione dei Diving più attenti e di chiunque si immerga e può fare la differenza in un ampio ventaglio di situazioni sfortunate. – Lasciando ora da parte gli eventi sfortunati, gli inventori di SHARKNET hanno voluto in ogni caso dotare lo strumento di funzionalità utili anche per tutte le immersioni che si concludono felicemente (quasi tutte!). SHARKNET infatti registra (come un Dive Computer) il profilo di profondità di ogni immersione ma, a differenza di un normale computer, lo trasmette automaticamente alla App dell’utente, che si ritrova tutte le immersioni rappresentate su una carta geografica ed elencate in un logbook elettronico sempre aggiornato, senza che sia richiesta alcuna azione da parte nostra. Facendo click su ogni immersione, se ne apre il dettaglio ed il profilo di profondità. Se l’immersione è registrata quale svolta in apnea, l’utente potrà visualizzare sul proprio smartphone o tablet il profilo di ogni singolo tuffo ed analizzarne tutti i parametri, inclusi la velocità istantanea di discesa e risalita. Per realizzare questi strumenti di analisi e rendere lo strumento un utile ausilio all’allenamento in apnea, il team di SHARKNET si è avvalso dell’esperienza e dei consigli di Marco Mardollo, cofondatore di Apnea Academy e direttore di vasca di Y-40. Se invece l’immersione è registrata quale ARA, è sempre possibile visualizzarne il profilo di profondità, ma l’esperienza dell’utente è più “social”, in quanto i nomi degli altri partecipanti alla stessa immersione (ed i link al loro profilo SHARKNET, se pubblico) vengono automaticamente inclusi fra i dettagli dell’immersione. La pagina “Social” della App consente inoltre di fare ricerche per area geografica di immersione, genere, età e brevetti e, eventualmente, mettersi in contatto con altri sub e scambiarsi informazioni ed opinioni. SHARKNET è ora in vendita su www.sharknet.com e in esposizione presso lo stand EUDI 2019 di ZeroPixel.