Come pianificato si sta svolgendo presso l’Isola di Malta (arcipelago maltese) la spedizione a scopo documentaristico che ha ad oggetto i relitti che giacciono su questi fondali. Tra i numerosi naufragi e gli affondamenti la mia attenzione si rivolge a quelli avvenuti in ambito degli scontri nel contesto della Seconda Guerra Mondiale negli anni ‘40 del secolo scorso. Malta rappresentò un punto strategico per il controllo del Mediterraneo e delle rotte – sia aeree che navali – che collegavano le nazioni europee alle truppe dislocate in Africa.
Tra quelli meno profondi l’HMS Maori che giace su un fondale di 14 metri nei pressi della Valletta e l’SS Margit raggiungibile dal porto di Kalkara prossimo all’attuale museo della navigazione (Malta Maritime Museum) nel quale sono conservate importanti testimonianze della cultura navale dell’Isola e della sua storia millenaria.
Tra gli altri relitti di interesse in ambito II WW troviamo qui il Lighter X127 nei pressi di Manoel Island, sito già teatro operativo durante la guerra. Quindi gli HMS Hellespont, Eddy e Stubborn a profondità comprese tra i 45 ed i 57 metri; per le immersioni su questi relitti l’equipaggiamento viene implementato con ulteriori miscele respiratorie binarie arricchite di ossigeno per ottimizzare la decompressione.
Anche i relitti di 2 aerei sono compresi nell’elenco e si tratta del Bristol Beaufighter e del Bristol Blenheim a profondità relativamente accessibili (38 e 42 metri).
Fuori dal porto della Valletta, più al largo in direzione Marsascala, troviamo lo Schnellboot a 73 metri, l’Italian E-Boat a 45 metri e il Southwold a 73 metri.
Nuovi relitti a Malta
Più in profondità su fondali tra gli 80 ed 90 metri sono stati individuati 2 relitti e per ora classificati come Unknown 1 e Unknown 2; durante le precedenti ricognizioni ecoscan sono state fissate le coordinate e studiati i fondali. Lo scopo di questa spedizione è di proseguire con lo studio di questi relitti e l’esplorazione di entrambi per raccoglierne più dati possibili, identificarli e collocarli nell’esatto contesto storico. Le fonti informative, oltre che dagli archivi storici, sono state raccolte dalle interviste fatte in loco da testimoni esperti di navigazione, di storia e non per ultimo di pesca.
Su questi relitti “inediti” le immersioni saranno ancor più impegnative, sia in considerazione che si tratta di siti inesplorati, sia perché la profondità rilevata necessita di pianificazione tecnica con l’utilizzo di miscele ternarie (trimix: ossigeno-elio-azoto). Ciò permette di allungare i tempi di fondo, ottimizzare la decompressione e garantire maggior sicurezza. Anche l’equipaggiamento impiegato prevede attrezzatura di bail-out e l’ausilio di trascinatore subacqueo (c.d. scooter o “maialino”).
Tutta l’attività sarà quindi documentata da materiale foto-video realizzato da video-operatori subacquei professionisti.
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