Sono già sette i morti per l’attacco di uno squalo dall’inizio del 2020 solo in Australia. Il numero fa notizia, perché rappresenta un significativo incremento rispetto al valore medio, che per gli ultimi 50 anni era di un solo morto all’anno (per l’Australia).
Per ritrovare un numero tanto elevato di incidenti mortali dobbiamo tornare al 1934. E gli Australiani, giustamente, si interrogano sulle ragioni che potrebbero aver causato questa anomalia statistica.
Sette morti da squalo: perché?
Qualcuno punta l’indice contro il cambiamento climatico: le acque si riscaldano e gli ecosistemi stanno subendo una vera e propria rivoluzione. Di conseguenza molte specie – tra cui anche le prede tipiche degli squali – per sopravvivere si spostano in acque in cui non si erano mai viste, ad esempio si accumulano sottocosta, e i grandi predatori le seguono anche loro si trovano in acque basse, in caccia. Spesso i nuovi ambienti sono coste frequentate da bagnanti e surfisti. Di conseguenza, gli incontri ravvicinati dalle conseguenze fatali sarebbero più probabili.
Ma allora dovrebbe aumentare anche il numero totale delle interazioni che sono segnalate come attacchi, che invece, 22 da inizio anno, sono nella media.
E allora? Solo sfortuna? Dovremo aspettare e vedere se la tendenza sarà confermata negli anni a venire, per adesso dobbiamo considerarlo un campanello d’allarme, o l’ennesimo grido che l’ambiente ci rivolge: “Smettetela di stravolgere il nostro Mondo!”.
Peraltro anche i ricercatori della California State University che lavorano a un programma di marcatura hanno annunciato che nel 2020 hanno avvistato e etichettato più squali che nei 10 anni di attività, tre volte di più rispetto al 2019, e molti in aree che prima gli squali non frequentavano. Anche in questo caso l’ipotesi predominante è che il cambiamento climatico stia modificando le loro abitudini migratorie. Molti squali sono stati visti nuotare vicino a spiagge molto frequentate, ma gli squali della California sembrano non avere nessun interesse verso gli umani.
Foto di Gaspare Schillaci.
Per chi ne volesse sapere di più su come interagire con gli squali.
Recentemente anche Scubazone 45 riporta molti articoli sull’argomento.