Il 15 maggio 2023 a Sestri Levante – L’organizzazione no-profit internazionale Sea Shepherd, in collaborazione con i volontari di Reef Alert Network e la startup Ogyre, ha annunciato il completo successo dell’operazione di recupero di due reti da pesca abbandonate, rinvenute in una zona poco profonda vicino alla costa di Punta Manara.
Questo intervento ha permesso di rimuovere efficacemente dal mare ben 240 kg di rifiuti marini, che rappresentavano una grave minaccia per l’ecosistema marino, avvelenando le acque e mettendo a repentaglio la vita delle specie che vi abitano.
L’attività di Sea Sheperd per la pulizia degli oceani
Sea Shepherd è da molti anni impegnata in attività di pulizia e recupero degli ambienti marini. Già dal suo inizio, l’organizzazione si è dedicata con passione alla salvaguardia degli oceani, combattendo contro la pesca illegale, la caccia alle balene e altre pratiche dannose per la biodiversità marina. Il loro impegno costante e determinato ha portato a numerosi successi, compreso il recupero di molte reti da pesca abbandonate, comunemente conosciute come “reti fantasma”, che rappresentano una grave minaccia per gli ecosistemi marini. In collaborazione con altre organizzazioni e aziende innovative come Reef Alert Network e Ogyre, Sea Shepherd ha dimostrato ancora una volta la sua capacità di agire concretamente per liberare i mari da rifiuti pericolosi, garantendo un futuro sostenibile per l’habitat marino e le specie che vi vivono.
Il Comunicato stampa di Sea Sheperd
Ghostnet, l’operazione Punta Manara libera il mare della Liguria da due reti fantasma
- L’operazione Punta Manara, guidata da Sea Shepherd e Reef Alert Network per le attività subacquee e con il supporto di Ogyre per la differenziazione e lo smaltimento, ha rimosso due reti fantasma per un totale di ben 240 kg di rifiuti marini
- Le reti rimosse mettevano a rischio il corallo Gerardia Savaglia, tra i più rari e antichi del Mar Mediterraneo nonché uno dei più longevi del pianeta Terra
- Le attrezzature da pesca costituiscono oltre il 48% delle plastiche trovate nelle “isole galleggianti dei rifiuti” e, nel solo Mediterraneo, rappresentano il 10% di tutti i rifiuti marini, per un totale di oltre 4.000 tonnellate stimate che finiscono in mare ogni anno
La secca di Punta Manara, all’interno del Golfo del Tigullio, è infatti riconosciuta come sito a elevato interesse ecologico grazie alla varietà e alla ricchezza delle sue comunità marine ed è dichiarata come sito di interesse comunitario (SIC). Le reti rimosse mettevano a rischio in particolare le dense colonie di falso corallo nero Savalia Savaglia, tra i più rari e antichi del Mar Mediterraneo nonché uno dei più longevi del pianeta Terra. L’area di Punta Manara è infatti un sito importante anche dal punto di vista storico, in quanto fu proprio qui che, nel 1958 questa, rara tipologia di corallo fu avvistata per la prima volta nei mari italiani dal pioniere della subacquea Gianni Roghi.
L’operazione Punta Manara della Campagna Ghostnet
L’operazione Punta Manara si inserisce all’interno della più ampia Campagna Ghostnet di Sea Shepherd che si focalizza e combatte l’enorme problema degli attrezzi da pesca abbandonati in mare: reti, lenze, nasse, ami, piombi e qualunque attrezzatura ittica deliberatamente o accidentalmente abbandonata in acqua.
Le attività di rimozione delle reti da pesca hanno impegnato tre giornate di lavoro, dal 9 all’11 maggio, impiegando complessivamente tre team di immersione (due squadre subacquee di Reef Alert Network e una del team Ghostnet) e il supporto dell’equipaggio dell’imbarcazione di Sea Shepherd “Conrad” in assistenza di superficie. L’intervento è stato reso possibile anche grazie alla collaborazione del Comune di Sestri Levante, della Capitaneria di Porto di Santa Margherita Ligure e dell’Ufficio Locale Marittimo di Riva Trigoso e Moneglia.
“Siamo profondamente orgogliosi dell’intervento svolto a Punta Manara, sia per l’importanza del sito ora bonificato sia perchè l’opera di Ghostnet si rivela sempre più incisiva nel
rovesciare le sorti dei nostri mari, e pertanto della nostra stessa sopravvivenza”, dichiara Enrico Salierno, campaign leader di Ghostnet e membro del Board of directors della Fondazione Sea Shepherd Italia. “La biodiversità marina è il nostro scudo, la nostra protezione contro l’estinzione; se la biodiversità marina verrà meno, verranno a mancare le condizioni che permettono la vita umana sulla terra”.
La segnalazione delle due reti nell’area interessata è avvenuta circa un anno fa, nella primavera 2022, da parte dei subacquei di Reef Alert Network, che, dopo aver condotto una valutazione di impatto ambientale sulla biodiversità delle reti per valutarne la rimozione, hanno poi contattato Sea Shepherd per coordinare il recupero subacqueo e fare assistenza di superficie.
Il ruolo di Ogyre per le operazioni di smaltimento
A farsi carico delle attività di differenziazione e smaltimento dei rifiuti recuperati è Ogyre, la startup italiana che ha implementato un modello di “fishing for litter” con l’aiuto dei pescatori locali per ripulire gli oceani dai rifiuti marini. Le reti, che insieme al loro contenuto concorrevano all’inquinamento e allo sterminio della fauna marina, a causa dell’alto livello di usura termineranno ora il loro ciclo vitale come rifiuti e saranno destinate al corretto smaltimento. È importante ricordare che molti rifiuti marini possono però sperare in nuova vita e trovare potenzialità di riciclaggio e impiego anche per la termovalorizzazione.
“Poter lavorare al fianco di Sea Shepherd ci riempie di orgoglio, non solo perché condividiamo gli stessi valori di sostenibilità e dedizione alla salvaguardia del mare e degli ecosistemi marini, ma soprattutto perché ci ha permesso di portare a termine un lavoro di squadra che dà ancor più significato al lavoro quotidiano che realtà come le nostre svolgono ogni giorno”, commenta Antonio Augeri, co-founder di Ogyre. “Con Ogyre dimostriamo che si può prendere parte alla salvaguardia del mare anche dalla terraferma, pensando ai rifiuti in ottica di riciclo e rigenerazione e con l’obiettivo di voler massimizzare la sostenibilità attraverso un modello generativo circolare”.
Il problema delle reti fantasma e la Campagna Ghostnet
Le ghostnet – ossia le reti o le attrezzature da pesca fantasma – costituiscono oltre il 48% delle plastiche trovate nelle “isole galleggianti dei rifiuti”, rappresentano il 70% del peso di tutti i detriti macroplastici in mare. Nel solo Mediterraneo il 10% di tutti i rifiuti marini derivano da attrezzature da pesca perse o abbandonate, per un totale di oltre 4.000 tonnellate stimate che finiscono in mare ogni anno.
Scaricate, abbandonate o perse nelle acque, le reti fantasma si trasformano nel tempo in grovigli di plastica e fanghiglia che diventano un vera e propria trappola senza scampo per migliaia di pesci, uccelli, cetacei, ma anche invertebrati e tartarughe marine. Per la loro conformazione, danno infatti il via a un vero e proprio ciclo distruttivo: impigliandosi negli scogli, soffocano i pesci e uccidono i coralli, una volta appesantite si adagiano sul fondale, dove, una volta ripulite dalle carcasse a opera degli “spazzini”, risalgono in superficie per ricominciare il loro corso di morte e distruzione dell’ecosistema che incontrano.
Sea Shepherd
Da quasi 40 anni Sea Shepherd, attraverso l’azione diretta, contrasta in modo attivo la pesca illegale, effettua indagini e documenta le violazioni delle leggi a tutela dei mari. Ad oggi Sea Shepherd è un movimento mondiale con entità nazionali e regionali indipendenti che operano in oltre 20 paesi. Molto attiva nel Mediterrano, Sea
Shepherd Italia agisce dal 2010 a fianco delle Istituzioni – Guardia Costiera, Guardia di Finanza in primis- per vigilare, segnalare e contrastare le attività illegali che deturpano e depredano il nostro mare con delle missioni specifiche: Operazione SISO, Operazione Siracusa, Anguilla Campaign, Jairo Med e Ghostnet Campaign.
Ogyre – la piattaforma che compensa chi i pescatori che puliscono il mare
Ogyre, la prima piattaforma italiana di “fishing for litter“, si impegna attivamente nel ripulire i mari dai rifiuti marini attraverso la collaborazione con i pescatori. Grazie a questa pratica, i pescatori vengono regolarmente compensati per il recupero dei rifiuti dal mare, i quali vengono successivamente portati a terra per lo smaltimento corretto. Ogyre coinvolge persone e aziende nella sua missione attraverso una piattaforma tecnologica che consente di contribuire alla causa marina finanziando direttamente le flotte di pescherecci impegnati nei progetti di raccolta o tramite l’acquisto di prodotti realizzati con materiali rigenerati.