Autore: Claudio Barchesi
Al Festival della Scienza di Genova, l’Area della ricerca Tor Vergata e l’Ufficio stampa del Consiglio nazionale delle ricerche, in collaborazione con la Scuola federale della didattica subacquea Fipsas di Roma, hanno presentato un evento sul rapporto tra ricerca scientifica e immersioni.
Claudia Ceccarelli e Claudio Barchesi, comunicatori Cnr e entrambi appassionati subacquei, hanno introdotto e moderato l’evento, che si è tenuto nella piazza delle Feste del porto di Genova, con la partecipazione di tre ricercatori medici e del recordman d’apnea Federico Mana.
Introduzione ai lavori
Il primo relatore è stato Evaristo Belli, docente di chirurgia maxillo-facciale presso l’Università ‘La Sapienza’ di Roma, medico sportivo e istruttore federale Fipsas. Belli ha spiegato al pubblico il rapporto tra fisiologia umana e pressione ambiente sottomarina, con particolare attenzione alle problematiche di compensazione delle cavità endocraniche, e alle terapie disponibili per chi ha problemi di compensazione.
Il secondo intervento, di Luca Revelli, endocrinologo e chirurgo vascolare del Policlinico Gemelli di Roma, docente di medicina del mare (anche lui subacqueo e istruttore Fipsas) ha fatto il punto sul rapporto scienza-subacquea, mostrando come , nonostante i 7 milioni di sub attivi nel mondo, la scienza abbia prodotto solo 1000 lavori sulla fisiologia delle immersioni, contro i 26.000 che riguardano lo sport del nuoto. Revelli ha poi illustrato i risultati del progetto ‘Abissi-la casa in fondo al mare 2 – 2007’ che ha seguito come medico. “Gli effetti delle immersioni prolungate sono poco noti: pur rivestendo grande interesse”, spiega Revelli. “Non è i facile studiare i professionisti che operano in saturazione, ci sono molto ostacoli da parte delle società da cui dipendono”. Con il progetto Abissi, dove sei acquanauti ‘non professionisti’ hanno vissuto per quattordici giorni sul fondo di Cala Feola a Ponza, sono state fatte invece interessanti osservazioni.
La terza relazione è stata svolta da Angelo Gemignani, psichiatra dell’Università di Pisa, ricercatore dell’Istituto di fisiologia clinica del Cnr (Ifc-Cnr) e membro del ‘Centro Extreme’, che studia la performance degli atleti estremi. La sua specifica attività di ricerca si concentra sull’asse cuore-cervello di iron-men, apneisti, e recentemente… astronauti per Marte. Gemignani ha presentato al pubblico il lavoro svolto assieme al campione d’apnea Federico Mana, primo italiano a scendere sotto i 100 metri in assetto costante, spiegando sulla base di mappe d’attività cerebrale l’importanza della meditazione e del controllo della mente nell’apnea.
Angelo Gemignani e Federico Mana
Federico Mana, ha affascinato il pubblico con il racconto delle sue sensazioni nella meditazione. Ha parlato poi del suo rapporto con la scienza: ”L’apnea senza ricerca scientifica non potrebbe esistere, noi scendiamo per scoprire l’uomo, per spostare ogni giorno il suo limite e scoprire cosa si può fare sott’acqua. La performance deve però dare origine a nuove forme di conoscenza, a nuove basi dalle quali muovere passi avanti ulteriori”.
Presenti all’evento circa sessanta persone, tra queste il presidente della Didattica subacquea della Fipsas Giancarlo Frascari e il vicepresidente Paolo Tealdo, i responsabili sub Fipsas di regione Lazio Trasarti e provincia di Genova Carbone, infine il responsabile del settore tecnico scientifico della Cmas Cristiano Orlando.
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