La Pinna nobilis è malata. Tutto è cominciato 2 anni fa, in Andalusia sono stati registrati per la prima volta i segnali di quello che poi si è rivelato un fenomeno ecologico senza precedenti che coinvolge tutto il Mediterraneo.
La causa è un parassita, Haplosporidium pinnae, un protozoo che si riproduce nel sistema digerente del mollusco portandolo alla morte.
La Pinna nobilis è il più grande mollusco bivalve endemico del Mar Mediterraneo, ed è specie protetta dalla direttiva Habitat dell’Unione Europea 92/43/EEC: la sua raccolta è vietata. Si tratta di un mollusco filtratore, pur essendo commestibile è pericoloso da mangiare: accumula infatti grandi quantità di inquinanti e patogeni assorbendoli dal mare e per questo motivo è stato utilizzato come indicatore dell’inquinamento marino. Può raggiungere un metro di lunghezza ed è spesso situato in mezzo alle praterie di Posidonia oceanica, da pochi metri fino a 40 di profondità.
Sono nati diversi progetti per salvaguardare gli ultimi esemplari sani. Vi segnaliamo il progetto di scienza partecipata “Pinna Nobilis: ricerca per la sopravvivenza” coordinato dal Centro Marino Internazionale (IMC) di Torregrande (OR) e che coinvolge le Aree Marine Protette e la Regione Sardegna con l’obiettivo di identificare la presenza di esemplari sani o malati di Pinna nobilis in tutta l’Isola. Si tratta di un progetto di “citizen science” che vede collaborare scienziati, cittadini, centri subacquei e appassionati per realizzare una mappatura degli esemplari viventi ed effettuare campionamenti non invasivi.
Per chi volesse partecipare attivamente alla ricerca è stato predisposto un modulo online, sul sito dell’IMC, da compilare dopo ogni avvistamento in mare di un esemplare di Pinna nobilis. Le segnalazioni dei partecipanti saranno sottoposte a un processo di convalida e a campagne di campionamento ad hoc in collaborazione con i ricercatori del CNR e delle università. L’obiettivo è quello di censire il maggior numero possibile di pinne sopravvissute alla morìa e creare una mappa. Sarà quindi realizzato un rapporto finale contenente i risultati ottenuti ed eventuali proposte di gestione per la conservazione della specie.
Per maggiori informazioni visita il sito dell’IMC.
Nel tratto di mare di fronte ad Ostuni (BR) ne ho trovate molte morte. Pinne nobilis che erano li da anni e anni