Salva il reef – usa il preservativo. Non è mio lo slogan, l’ha scritto Peter Sale, canadese, un grande, uno dei maggiori specialisti viventi di ecologia marina.
Si tratta evidentemente di una provocazione: guai a toccare il nostro diritto a riprodurci, e a fare tutti i figli che vogliamo o che ci vengono concessi dall’entità religiosa in cui eventualmente crediamo, ma quello che Sale sottolinea, con la maggior parte degli studiosi di ecologia marina che gli dà ragione, è che il principale nemico del reef, quello che causa tutte le difficoltà di questi tempi, la causa del cambiamento climatico e dello sbiancamento, siamo noi: il piccolo parassita glabro che si è diffuso prepotentemente colonizzando tutti gli ambienti disponibili sul pianeta, raggiungendo numeri enormi di individui, modificando l’atmosfera, l’oceano, e tutti gli ecosistemi terrestri, usando tutte le risorse terrestri troppo in fretta.
Il reef è a una svolta.
La maggior parte degli scienziati concorda che i reef hanno probabilmente una cinquantina di anni davanti a loro, poi se non riusciamo a limitare seriamente le emissioni di gas serra saranno cancellati, con tutta una serie di eventi catastrofici che seguiranno, e che per molti metteranno in serio pericolo l’esistenza dell’umanità così come la conosciamo: aumento dell’erosione delle coste, crollo della diversità, collasso della pesca (principale fonte di proteine per le popolazioni umane costiere tropicali).
L’uomo della strada non ha la percezione esatta di quello che sta succedendo: per la maggior parte dei cittadini un reef è una bella cosa, ma tanto è lontano, non lo vediamo tutti i giorni, a che serve? E lo scienziato si trova in una posizione difficile, non sapendo bene come comunicare il rischio reale che corriamo. Se siamo catastrofici veniamo accusati di essere catastrofisti, se diciamo che 7 miliardi di uomini sono insostenibili stiamo proponendo una soluzione finale che ci renderebbe ancora meno popolari…
Una sola cosa per finire: alla fine buttate il preservativo usato nel bidone giusto per il riciclo, ché se no si contribuisce all’inquinamento degli oceani.