Dopo 11 anni dalla prima spedizione le IANTD Expeditions sono tornate in Albania sul relitto della Regina Margherita con l’obiettivo primario di commemorare il centenario dell’affondamento della corazzata avvenuto l’11 dicembre 1916. Durante quella notte di tempesta, la regia nave da battaglia Regina Margherita urtava due mine scomparendo misteriosamente all’uscita della Baia di Valona (Albania), tra l’Isola di Saseno e Punta Linguetta. Durante l’affondamento perirono 674 marinai italiani e la perdita della nave causò importanti conseguenze nei vertici della Regia Marina e nella strategia di condotta nella guerra navale. I nostri comandi supposero un urto accidentale contro ordigni dello sbarramento difensivo, la Marina austro-ungarica accreditò l’affondamento al sommergibile posamine tedesco UC-14. Le vicende storiche dell’affondamento, comunque, non furono mai completamente chiare, perché anche il servizio segreto austriaco ne reclamò il merito ai suoi sabotatori.
Vista l’importanza dell’anniversario, dopo dettagliati accordi con le autorità albanesi, dall’8 all’11 dicembre u.s., si è svolta a Valona, con il patrocinio del Ministero della Cultura della Repubblica d’Albania, la IANTD Expeditions Regina Margherita 2016.
Alle immersioni su questo relitto di enorme importanza storica, che giace oggi alla profondità di 66 metri, hanno partecipato trainer, istruttori e subacquei IANTD esperti nell’utilizzo di miscele trimix e nitrox, con competenze utili allo svolgimento dei compiti della spedizione; essi sono: Cesare Balzi capo spedizione, Massimiliano Canossa vice-capo spedizione, Michele Favaron fotografo subacqueo, Beni Haxhiaj fotografo esterni, Edoardo Pavia vide operatore subacqueo, Mauro Pazzi fotografo subacqueo, Igli Pustina responsabile organizzativo (presidente Federazione Subacquea Albanese). Hanno assistito alle operazioni gli archeologi Mariglen Meshini, rappresentante della Archaeological Service Agency di Tirana e Kriledian Çipa, rappresentante del South Regional Directorate of National Culture di Valona.
Nell’ambito della spedizione, inoltre, è stato localizzato, nelle acque a est della penisola del Karaburun, il relitto della torpediniera italiana Andromeda, affondata la notte tra il 16 e il 17 marzo 1941, nel corso della Seconda Guerra Mondiale, da aerosiluranti inglesi Fairey Swordfish. Perirono con la nave 50 uomini (45 risultarono dispersi mentre solo cinque furono i corpi recuperati), mentre 87 poterono essere tratti in salvo. Per tutti gli uomini dell’equipaggio, morti e sopravvissuti, fu decretata la Croce di guerra al valor militare il 23 giugno 1941.
La torpediniera Andromeda giace oggi, spezzata in due parti e prevalentemente ricoperta da reti, su un fondale sabbioso alla profondità di 53 metri. Sul relitto è stata realizzata una completa copertura video fotografica che ha portato all’identificazione ufficiale della nave, in collaborazione con l’Ammiraglio Giuseppe Celeste, presidente dell’Associazione Amici del Museo e della Storia di La Spezia, in particolare grazie all’individuazione dei tre cannoni 100/47 millimetri OTO mod.35 ed il ritrovamento della Stella d’Italia sull’estremità della prora.
Ultimo obiettivo portato a termine è stata una ulteriore documentazione fotografica, dopo quella delle spedizioni del 2005 e 2007, del relitto della nave ospedale Po, terzo relitto e importante reperto storico, che giace infatti a poca distanza dalla torpediniera Andromeda.
L’affondamento della nave ospedale Po, da parte di aerosiluranti inglesi il 14 marzo 1941, provocò grande risonanza, sia per la gravità del fatto che per la presenza a bordo di Edda Ciano Mussolini in qualità di crocerossina.
L’iniziativa è stata supportata dai centri: Acquamarina di Marina di Pisa, Acquelibere Sub di Padova, Nautica Mare Dive di Verona, Sea Dweller di Roma e Sub Delphinus di Ravenna. La ditta Nardi, inoltre, ha fornito un compressore portatile risultato utilissimo alle necessità logistiche.
Lo svolgimento di una spedizione con immersioni tecniche atta a documentare relitti di alta valenza storica come la corazzata Regina Margherita, oltre alla torpediniera Andromeda e la nave ospedale Po, è un fatto di rilievo per la diffusione al pubblico di queste conoscenze, per la tipologia delle immersioni e per l’impegno logistico di trasportare sul luogo tutti gli equipaggiamenti e i necessari supporti tecnici a causa della totale mancanza di infrastrutture, questo ha richiesto un grande impegno che tutti i componenti hanno affrontato, come sempre, con passione e competenza.