Autore: Cora Gianluca
Autori foto: Daniele Sansoldo, Lorenzo Mottadelli
Sull’onda della rivoluzione industriale dei primi del ‘900 vennero costruiti numerosi piroscafi che furono utilizzati principalmente per il trasporto degli emigranti che lasciarono in massa l’Europa per cercare fortuna nel nuovo mondo. Assieme ad i più famosi e lussuosi transatlantici come il TITANIC, il REX o il BRITANNIC, presero il largo numerose altre navi, più piccole, ma che diedero un apporto significativo al fenomeno migratorio. Allo scoppio della prima guerra mondiale, molti piroscafi si trovarono ad incrociare le rotte dei micidiali U-boat tedeschi ed il loro destino fù spesso inevitabilmente segnato. Il 4 aprile 1917, il piroscafo postale Ravenna, di ritorno da Buenos Aires, fù individuato ed affondato dal sottomarino tedesco U52, due miglia al largo di Capo Mele, Laigueglia (SV). Il Ravenna concluse così il suo ultimo viaggio su un fondale di 91 metri, adagiato sul ciglio di una fossa che sprofonda ad oltre 200 metri. Durante il mese di settembre 2008 sono state portate a termine una serie di immersioni che avevano lo scopo di realizzare un video subacqueo ed alcune pagine web che ripercorrono la storia del Ravenna. Tutto il materiale è ora disponibile sul sito www.sport7.it/ravenna Alle immersioni, particolarmente impegnative a causa delle forti correnti, hanno preso parte:Carlo Benvenuti, Franco Puncuh e Cora Gianluca. Le operazioni subacquee sono state portate a termine grazie all’utilizzo di miscele trimix e nitrox ottenute con centraline a bassa pressione prodotte dalla ditta LM NT di Enzo Maldari. Il supporto logistico messo in campo dallo Sport7 diving club di andora è stato determinate per mantenere il massimo livello di sicurezza. Durante tutte le immersioni sono state utilizzati illuminatori a led prodotti dalla Dragonsub Italia e distribuiti da Herzog Javier. La tecnologia Led offre elevati livelli di efficienza combinati ad una grande autonomia e robustezza.
L’immersione in breve
Dopo 80 metri di discesa nel blu il relitto appare in assetto di navigazione, leggermente inclinato sul fianco sinistro; la zona centrale è ancora in ottimo stato nonostante i quasi 100 anni in balia delle correnti.
I pavimenti in legno sono ormai sbriciolati e consentono l’accesso diretto ai locali sottostanti, il grosso fumaiolo sembra invitarci ad entrare in sala macchine ma ci sono veramente troppe lenze, reti e le lamiere sembrano particolarmente instabili. Il lato di destra, quello maggiormente esposto alla corrente, è ricoperto da migliaia di gorgonie rosse e gialle, verso poppa si può scorgere lo squarcio causato dal siluro lanciato dall’U-boat, il timone è ancora al suo posto mentre l’elica è purtroppo quasi completamente insabbiata. Verso prua si vedono chiaramente i danni causati dalle mine elettriche utilizzate per sventrare le stive durante le operazioni di recupero del carico intraprese dalla nave Rostro poco dopo l’affondamento; tra le lamiere divelte sono comunque ancora visibili alcune grosse balle di lana grezza.
La prua è leggermente coricata sul fianco sinistro e rivolta verso l’alto; al centro il grosso argano salpa ancore sembra pronto a rincominciare il suo lavoro ma dei cannoncini di cui il Ravenna era stato equipaggiato non abbiamo trovato traccia. Per la fase di fondo sono stati utilizzati bibombola 15+15 con miscela trimix 14/50 mentre per la decompressione abbiamo usato trimix 30/25 , nitrox 50 ed ossigeno. Lo stacco dal fondo è avvenuto dopo 20 minuti e la decompressione ne ha richiesti 95. Per mantenere i massimi livelli di sicurezza è stato predisposto un sommozzatore di assistenza con miscele de compressive di riserva ed una stazione di decompressione in libera.
Piroscafo Ravenna from gianluca on Vimeo
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