Autore articolo: Marco Occulto
Autori foto: Laura Pasqui, Daniele Gualdani e Marco Occulto
È strano come punti di fondali sabbiosi apparentemente privi di vita, si animino in brevissimo tempo non appena un nuovo relitto si aggiunge alla lista di quelli già presenti nel golfo dell’Asinara.
Tutto inizia la mattina del 25 novembre 2006 alle 05:15 del mattino a 3 miglia e mezzo da Porto Torres con una collisione tra la nave mercantile “SDS Sky”, di 91 metri, proveniente da Livorno, e il peschereccio, 18 metri, di stanza nel Porto Turritano, inabissatosi subito dopo l’urto. Il peschereccio era fermo mentre l’equipaggio recuperava le reti. Per cause ancora da accertare, la nave, con un carico di sabbia, partita ieri alle 8 dal porto toscano e che sarebbe dovuta attraccare alle 9 di oggi, ha urtato il peschereccio di striscio, provocandone l’affondamento in soli 5 minuti.
I pescatori prima di salire sulla zattera autogonfiabile hanno lanciato l’allarme. Sono intervenute due motovedette della guardia costiera. La zattera è stata avvistata alle 06:05. A bordo della nave, costruita nel 1984 e iscritta al registro navale di Napoli di proprietà della Sds Navigation srl, c’erano 10 persone di equipaggio che non si sono accorte dell’urto fino all’arrivo delle motovedette. La capitaneria ha aperto un’inchiesta.
Questo e quello che riportavano tutte le testate giornalistiche e i rispettivi siti internet. Attualmente è ancora in corso l’inchiesta ma nessuna ordinanza che riguarda l’immersione è stata emanata dalla capitaneria di Porto Torres.
In quei giorni dell’affondamento l’Explorer Team dei Sette Mari era impegnato nella localizzazione e identificazione di un altro peschereccio affondato a nord di Castelsardo, sapendo bene le procedure che richiedeva la situazione nessuno al centro ha più pensato al relitto del Number One. Tutto cambia una mattina di giugno 2009 mentre siamo intenti alla preparazione di miscele trimix per un tuffo che ci vedrà impegnati su un relitto a circa 60 metri fuori Castelsardo, arriva un nostro socio Rino Maglione per ricaricare le sue bombole di aria compressa necessarie all’attività di pescatore subacqueo che segue da anni con magistrale tutela per quello che l’ambiente in cui lavora e il massimo rispetto per quel mare che tutti i giorni gli garantisce di potersi mantenere un reddito in una delle regioni d’Italia più martoriate dalla disoccupazione, e per questo motivo il golfo dell’Asinara come tante altre zone della Sardegna presentano un alto tasso di pescatori di frodo disposti a tutto pur di far bottino.
Fino dopo qualche giorno dalla chiacchierata porta in sede delle coordinate geografiche, quelle del relitto del Number One! ci garantisce che a parte le forze dell’ordine sul relitto non si è immerso ancora nessuno, non sa se sono esatte al metro ma garantisce sulla loro precisione approssimativa, accogliamo la cosa con molta enfasi. Un altro relitto! finalmente a quote anche ricreative visto che tutti gli altri sono riservati solo per sub esperti.
La sera del 10 luglio ci si riunisce al capanno di Mariolino il nostro fido barcaiolo è appena terminata la lezione del corso Trimix 70 di Benoit Joly che il giorno dopo dovrà immergersi per la sua prima immersione trimix in un fondale non superiore ai 40 metri, Luca il Presidente in carica del centro l’indomani non potrà immergersi è impegnato con le colonie comunali presso le piscine e il centro sportivo in paese, dopo qualche riflessione si chiede a Ben (li abbiamo adattato subito un diminutivo) se gli va di rischiare un’immersione che potrebbe essere fantastica oppure potrebbe finire in mezzo al fango o la sabbia per delle coordinate errate, la risposta di Ben belga con moglie italiana che parla un italiano abbastanza corretto con qualche piccola eccezione ci fa ridere ma si capisce che anche lui come noi è eccitato dalla possibilità della scoperta, bene allora via ai preparativi!!!!!!!
Mattina del 11 luglio ore 07:00 io e Mariolino siamo già alla base al mare prepariamo bilancino per la deco, pedagno mobile, stage d’emergenza, unità somministrazione d’ossigeno e kit di primo soccorso, arriva nel fra tempo Ben che inizia a preparare la sua attrezzatura. Non abbiamo sub d’emergenza quindi faremo un profilo abbastanza cautelativo.
Effettueremo un‘immersione intorno ai 40 metri vista la batimetrica con un bibo 10+10 con una miscela trimix 21/35 (21% ossigeno 35% elio resto azoto) porteremo dietro due bombole decompressive una di nitrox 50 (S80) e l’altra di ossigeno puro (S40), configurazione Holgorthiana, pianifichiamo 35 minuti di fondo con un run time finale di 66 minuti ottenuto con il software V-Planner.
Bene appena tutto pronto ci imbarchiamo sul Bat 5.90 di Mariolino e procediamo verso il punto… ci attendono 20 minuti di navigazione, con un mare forza 2/3 da maestrale, la navigazione si fa più lunga del previsto, inizia ad apparire nei nostri volti un po’ d’ansia nella possibilità di riuscita dell’immersione viste le condizioni, ma non demordiamo e continuiamo. A 3 minuti dal punto Mariolino ci avvisa d’iniziare a prepararci, do le ultime istruzioni a Ben soprattutto sulla sicurezza e sulle procedure d’emergenza da attuare se qualcosa dovesse andar male, vedo Ben un po’ affaticato in volto vista l’onda e lo spazio ridotto del gommone ma è un diver del nord Europa è abituato ad onde molto più grosse a temperature più basse e a visibilità ridottissime, quindi non mi preoccupo ed infatti esattamente 3 minuti siamo pronti al tuffo, bombole di fondo aperte controlli effettuati e stage decompressive collegate all’imbraco. Mariolino rallenta tiene un’andatura lenta e costante tiene in mano il pedagno mobile pronto ad essere lanciato, pochi secondi e via corre giù verso il fondo velocissimo, tempo di un parlato una virata e Mario da l’OK per il tuffo. Siamo in acqua, l’onda è molto fastidiosa non ci si capisce con le parole ma non c’è problema due segnali e via giù seguendo a vista il nostro pedagno mobile meno di 30 secondi ed con una visibilità di 20 metri la sagoma completa del peschereccio in tutta la sua bellezza è una sinfonia di colori e sensazioni senza eguali, vedo negli occhi di Ben l’entusiasmo e la felicità per la scoperta, non siamo sicuramente i primi a vedere il relitto del N1 ma sicuramente siamo i primi a vederlo in tutta la sua bellezza.
Per scaramanzia non ho portato la macchina fotografica (passeranno 9 mesi prima di rivedere una tale visibilità) sto rosicchiando esageratamente.
Il relitto si presenta in assetto di navigazione sbandato di circa 15/20 gradi sul fianco sinistro la prora orientata in direzione di Porto Torres perfettamente integro e già colonizzato. La copertura della plancia di comando è stata divelta sicuramente dalla collisione ma ancora non localizziamo il punto d’impatto, siamo scesi sul centro sinistra a circa 12 metri dal relitto spostiamo il pedagno verso il relitto, sul fondo su tutto il lato sinistro ci sono numerose triglie di sabbia di enormi dimensioni decidiamo di andare verso poppa ed incontriamo la tana di un grosso astice. vediamo eliche e timone tutto ok alzando la testa ci lascia a bocca aperta il sistema di pesca con tutte le reti ancora in posizione, è evidente che il peschereccio al momento dell’impatto stava salpando le reti, infatti oltre a risalire dalla poppa fino ai 30 metri di profondità ci sono anche una quindicina di metri distesi sul fondo, è uno spettacolo ammirare all’interno delle reti che hanno creato un vero e proprio acquario immerso, infatti sono numerosi i saragheti all’interno della rete che sembrano intrappola ormai catturati, invece ironia della sorte ormai fa da parco giochi a saraghi, castagnole, merluzzi.
Controlliamo la possibilità di penetrare all’interno del peschereccio ma oggi non mi sembra il caso sono numerosissime le reti al suo interno quindi molto pericoloso per la nostra sicurezza, continuiamo a visitare il lato dritto e qua riusciamo a vedere la chiglia, arrivati sulla zona di prora vediamo finalmente il punto d’impatto perfettamente sulla prora dritta abbiamo 4/5 fasce di legno inclinate verso l’interno, è la falla che ha mandato affondo il Number One tre anni prima, è triste vedere quanto basta poco per rimanere senza barca sotto i piedi e pure è cosi!!! Scostato di circa 5/6 metri sulla prora dritta il tettuccio della plancia di comando con la tromba in posizione, siamo lieti di vedere che tutta la struttura ospita un bellissimo astice, continuiamo uscendo circa 10 metri fuori dalla prora è impressionante il panorama che si apre di fronte a noi, la prora del N1 che si scaglia alta e fiera in mezzo al mare torniamo indietro incontro alla prora e sulla prora dritta con grande compiacimento si legge chiaramente il nome del peschereccio “NUMBER ONE” fantastico! Mancano circa 8 minuti alla risalita e con Ben che infila la torcia dappertutto decidiamo di dedicarci alla coperta si esplora la plancia, il fatto che siano presenti tutti gli oggetti che arredano una plancia è un chiaro segnale che sono pochissimi i sub che si sono immersi su questo relitto, si trova anche la pipetta dell’olio del motorista !!!
Ci accingiamo con Ben al controllo del tempo di fondo, ci siamo quasi, mancano 2 minuti decidiamo di dedicare gli ultimi minuti a ispezionare le reti nella parte alta intorno ai 30 metri visto che iniziamo a questa quota la nostra deco. Ben si prepara la lavagnetta subacquea, fa parte del suo corso durante la risalita senza tenersi a nessuna cima annotare profondità e tempi di deco per controllare eventuali ritardi sulla risalita oltre a dover intervenire su ogni imprevisto o emergenza che io gli creo durante tutta la risalita.
Ai 21 metri ci attende quello che definisco la fase più importante della decompressione, al mio segnale Ben e pronto veloce e preciso i segnali sono chiari e non vi è nessuna titubanza, questo rende l’immersione una delle attività più belle e affascinanti al mondo bastano pochi segni per capirsi senza inutili parole, se ai segni si uniscono delle configurazioni e procedure standardizzate il gioco è fatto !!
Ai 9 metri Ben deve intervenire sulla rottura simulata del suo manifold, prontamente intercettato tutto e reagisce benissimo alla situazione. Ora per gli ultimi minuti di deco tra qui un ciclo di respirazione ad ossigeno puro dai 6 metri alla superficie decido di lasciar tranquillo Ben per non farlo vivere in allarme lo avviso cosi anche lui inizia a rilassarsi. Ai 6 metri si sente il moto ondoso in superficie l’onda è aumentata e il gommone continua a girarci in cerchio in allerta seguendo la nostra boa lanciata da me durante la tappa dei 12 metri.
Al 66 minuto siamo ai 3 metri faccio segno a Ben se è tutto OK e che l’immersione è terminata si torna in superficie. Ci attende un’impresa molto più ardua dell’immersione levarsi i gruppi con le stage e tornare a bordo del gommone sono momenti delicati una disattenzione può portare a bere acqua o peggio ancora perder delle costosissime attrezzature a mare, come tante attività svolte da noi sub, la calma e la virtù dei forti.
Dopo 10 minuti siamo sul gommone le nostre facce stanche sono sovrastate da un sorriso di soddisfazione il relitto del Number One è meraviglio, ricco di vita, interessante dal punto di vista fotografico, ma soprattutto sta ad una quota che va dai meno 32 ai meno 39 metri di profondità.
Il 21 di agosto con due cari amici Laura Pasqui e Daniele Gualdani si torna sul Number One lo scopo dell’immersione e semplice mentre Laura e Daniele si occupano delle foto io farò dei filmati.
Laura e Daniele si divertono come i matti e le foto di Laura sono a testimonianza della bellezza di questo relitto, non sfugge nessun particolare riesce ad immortalare tutto, con un Daniele che da buon modello subacqueo da una maggior idea del relitto e illumina dove per la nostra foto sub c’è necessità di aumentare la luminosità del soggetto.
Io e lo staff dei Sette Mari non smetteremo mai di ringraziare Daniele e Laura che dopo un fantastico servizio foto sub sul relitto del Gazzella, hanno realizzato anche quello del Number One, GRAZIE!!
Il relitto del Number One è diverso da gli altri relitti coinvolti dallo strazio della seconda guerra mondiale, sul relitto si percepisce il senso di quotidianità non di guerra ma di normalità, e da vigore a quella che è la vita del pescatore mettendo a nudo le difficoltà e i pericoli che qualsiasi uomo di mare affronta ogni giorno.
Tutto si riassume in 5 fatidici minuti dove l’equipaggio del peschereccio passa dal salpare le sue reti a doversi salvare la vita, per fortuna l’equipaggio è stato tutto tratto in salvo, mentre al Number One è stata regalata l’immortalità visto che solo il tempo, la temperatura dell’acqua, la sua salinità la luce che filtra dalla superficie, le correnti e il moto ondoso del movimentato golfo dell’Asinara potrà consumare il relitto.
D’ora in avanti il Number One con la sua prora alta, slanciata e fiera ci aspetta a 3 miglia circa da Porto Torres.
Scheda del relitto del Motopeschereccio Number One
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Mare: Golfo dell’Asinara
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Località: Porto Torres
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Stato: Italia
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Diving: I Sette Mari TDC Loc. Tonnara SS200 Sorso (SS)
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Tipo di nave: Motopeschereccio
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Nazionalità: Italiana
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Anno di costruzione: 1985
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Cantiere di costruzione: Penta Filomeno Monopoli (BA)
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Data affondamento: 25 Novembre 2006
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Lunghezza: 17,70 metri
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Larghezza: 4,63 metri
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Eliche: 1
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Stazza: 35 Ton
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Causa affondamento: Collisione con mercantile
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Profondità: Minima 32 m Massima 39 m
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Visibilità: ottima con venti dai quadranti settentrionali, scarsa dai quadranti meridionali
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Corrente: Possibile, o scarsa
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Grado di difficoltà immersione: Media
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Difficoltà esplorazione interni: Alta
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Interesse scenografico: Ottimo
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Interesse storico: Scarso
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Interesse biologico: Buono
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