Il 22 marzo, sulla Secca di Santo Stefano, si è svolta un’operazione di recupero di reti fantasma abbandonate. Guidati da Davide Mottola del Nautilus Technical Diving Center di Marina degli Aregai, un team di subacquei esperti ha lavorato in collaborazione con i Sommozzatori della Marina Militare del gruppo COMSUBIN.
L’emergenza è stata attivata dalla delegazione Liguria di Marevivo, con Stefano Sibona responsabile delle attività subacquee nella regione. Sibona ha organizzato il team ligure, che include altri tre subacquei: Marco Alberti, Niccolò Crespi e Pietro Carzolio e la gestione logistica.
L’obiettivo: proteggere l’ecosistema rimuovendo le reti dannose per la vita sottomarina.
L’operazione è stata patrocinata dal comune di Santo Stefano al Mare.
La secca di Santo Stefano
Al largo di Santo Stefano al Mare, tra Imperia e Sanremo, si estende un’area subacquea di grande bellezza e biodiversità: la Secca di Santo Stefano. Questo hotspot subacqueo è noto per la sua ricchezza e varietà di vita marina. Si tratta di un promontorio sommerso che si estende per quasi 8 chilometri, offrendo agli appassionati di immersioni sub un paesaggio sottomarino unico in cui tuffarsi.
La secca si trova ad una profondità accessibile a subacquei di tutti i livelli.
Una vasta distesa di Posidonia su un pianoro a 20 metri di profondità rappresenta una nursery per una moltitudine di specie marine.
Poco più in profondità si trovano colonie di gorgonie rosse che arricchiscono ulteriormente questa area.
Biodiversità e fragilità della secca
La Secca di Santo Stefano ospita una vasta prateria di Posidonia, fondamentale per la riproduzione di numerose specie marine. Qui è possibile avvistare una grande varietà di fauna, tra cui cernie, scorfani, aragoste, e persino squali gattopardo. La fragilità di questo ecosistema è però evidente, soprattutto a causa delle reti fantasma e delle pratiche di pesca.
L’impegno di Marevivo per la tutela marina
La Fondazione Marevivo, attiva dal 1985 nella tutela del mare e dell’ambiente, ha deciso di intervenire per la protezione della Secca di Santo Stefano rispondendo alle richieste di supporto di Davide Mottola del Nautilus Technical Diving Center.
Massimiliano Falleri, responsabile della divisione dei subacquei di Marevivo, ha organizzato squadre di volontari per rimuovere reti fantasma e lenze impigliate.
“La secca è molto ampia e purtroppo è molto martoriata. Abbiamo notato” dice Davide Mottola “tantissimi danni causati da palamiti e da reti impigliate. In queste secche, purtroppo, ci vengono a pescare. Le reti abbandonate e le lenze impigliate arrecano ferite mortali ai fondali.”
Ecco i subacquei volontari di Marevivo che hanno partecipato all’intervento:
Massimiliano Falleri coordinatore nazionale della divisione sub di Roma, Stefano Bruno, Roberto Bottini, Gianluca Jin Recita, Andrea Farnesi, Gianluca Cireddu ed Enrico Ascani.
I danni delle reti fantasma
Le reti abbandonate rappresentano una grave minaccia per la vita marina. Davide Mottola del Nautilus Technical Diving Center ha segnalato danni causati da reti impigliate, evidenziando la necessità di un intervento urgente per proteggere la Secca di Santo Stefano. Le reti fantasma, lasciate nell’ambiente marino, imprigionano animali marini causandone la morte, contribuendo al degrado dell’ecosistema.
L’operazione di recupero delle reti fantasma
Grazie all’impegno dei subacquei esperti e dei volontari di Marevivo, è stata organizzata un’operazione di recupero delle reti fantasma sulla Secca di Santo Stefano. Il team di subacquei volontari ha lavorato duramente per rimuovere quattro reti abbandonate. Anche un gruppo di Sommozzatori della Marina Militare ha offerto il loro supporto, dimostrando l’importanza della collaborazione tra enti pubblici e organizzazioni ambientaliste.
La necessità di impegno continuo e campagne di sensibilizzazione
Nonostante il successo dell’operazione di recupero, resta ancora molto da fare per proteggere la Secca di Santo Stefano. Le istituzioni locali, come il Comune di Santo Stefano al Mare, hanno svolto un ruolo fondamentale nel patrocinare l’iniziativa e nel promuovere la tutela ambientale. Tuttavia, è necessario un impegno continuo per prevenire il proliferare delle reti fantasma e garantire la sopravvivenza di questo prezioso ecosistema marino.
La Secca di Santo Stefano rappresenta un tesoro subacqueo da proteggere e preservare per le generazioni future. Grazie all’impegno dei subacquei esperti, dei volontari di Marevivo e della collaborazione con la Marina Militare, è stato possibile compiere progressi significativi nella salvaguardia di questo ambiente unico. Rimane però essenziale mantenere viva l’attenzione e l’impegno per garantire che la bellezza e la biodiversità della Secca di Santo Stefano continuino a prosperare nel tempo.
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