Il 25 maggio arriva al cinema il film 47 Metri di Johannes Roberts con protagoniste Mandy Moore e Claire Holt.
Il trailer del film ha già fatto parlare e non promette niente di buono. Nei pochi secondi della sua durata, tra gli errori macroscopici di subacquea e l’ennesima spettacolarizzazione degli squali, ci siamo fatti l’idea di un film a cui il mondo del cinema potrebbe rinunciare senza fatica. E di un film a cui gli amanti della natura rinuncerebbero volentieri. E la community subacquea?
Le nostre aspettative sono così basse che contrasto decidiamo di andarlo a vedere.
Volendo giudicare il libro dalla copertina o meglio, il film dalla locandina, lasciamo i commenti ai sub e ai volontari di Sea Shepherd. Sopra ad uno squalo bianco che rincorre in una macchia di sangue una subacquea scomposta, la scritta 60 minuti di ossigeno – 47 metri dalla superficie.
Inspiegabilmente al multisala di Assago l’unica locandina a non essere esposta è proprio questa così dobbiamo rinunciare ad un bel selfie.
Decidiamo di entrare in sala e restiamo sorpresi dalla scarsità di pubblico. Con noi solo una trentina di persone. Chiediamo ad alcuni di loro il motivo della scelta di questo film e la motivazione che ci viene data è la mancanza di altre valide alternative. Ma è così messo male il cinema?
Vedere uno squalo bianco in gabbia, il sogno di tanti sub viene rovinato a 47 metri
Attenzione: se non volete sapere come va a finire saltate questa parte perché è uno SPOILER TOTALE.
Trama completa del film 47 metri completa di finale
Il film si gira in incantevoli acque messicane dove due sorelle, Lisa (Mandy Moore) e Kate (Claire Holt) decidono di far colpo sull’ex fidanzato di Lisa in modo eclatante. Le sorelle si recano con due ragazzi conosciuti la sera prima ad osservare il grande bianco da una gabbia d’acciaio di un peschereccio arrugginito. Lisa non se la sente e non avendo mai fatto immersioni prima, come darle torto?
Kate insiste e Lisa accetta la sfida. Pochi minuti per indossare l’attrezzatura completa di gran facciale con comunicatore, ma pinne escluse, e le due ragazze entrano nella gabbia che viene calata in acqua.
Gli amici richiamano gli squali pasturando abbondantemente e i primi squali non tardano ad entrare in scena.
La gru che tiene la gabbia cede facendola precipitare sul fondale a 47 metri di profondità.
Le due sorelle non riescono a comunicare con la superficie finché Kate non risale di qualche metro e riesce a collegarsi con la barca che le manderà una persona con un’altra fune per il recupero. L’ordine è di rimanere nella gabbia per evitare di venire aggredite dagli squali. Il tempo passa, l’aria diminuisce finché non scendono sotto i 50 bar. Arriva il ragazzo con l’altra fune ma viene attaccato da uno squalo e muore. Così è Kate ad andare a recuperare la fune di soccorso e a legare la gabbia.
Lentamente inizia il recupero ma, indovinate un po’? a pochi metri dalla superficie si rompe anche questa seconda fune e le due sorelle tornano sul fondale. Questa volta Lisa resta bloccata con una gamba sotto la gabbia e non riesca a muoversi. L’aria sta finendo e Kate risale ad avvisare la barca dalla quale prontamente fanno scendere due bombole piene (di aria, non di ossigeno). Kate riesce a cambiare la sua ma scompare dalla scena dopo essere ferita da uno squalo.
Lisa è bloccata e non sa come arrivare alla sua bombola di salvezza. Prendendo un fucile sub riesce in qualche modo ad agganciare e ad avvicinarsi la bombola.
Le resta 1 bar e dopo qualche istante il manometro va in allarme su ZERO bar, bombola vuota.
Kate ci sorprende e, pur non essendo sub e non avendo mai montato un’attrezzatura prima, riesca a fare il cambio bombola in tempo record. La narcosi prende il sopravvento su di lei che comincia a fantasticare. Sogna di liberarsi sollevando la gabbia con il gav, di recuperare la sorella e di riportarla in superficie dove, dopo essere state entrambe morse dagli squali, vengono salvate dall’equipaggio. E invece viene svegliata dalla sua ilare incoscienza dalla guardia costiera che la riporta in superficie. Il resto era solo frutto della narcosi d’azoto e la sorella non c’è più.
Abbiamo rovinato il finale a qualcuno?
Sicuramente se anche l’avessimo fatto sarebbe un danno minore di quello che questo genere di film arreca agli squali e alla subacquea.
Squali a parte, il film è piuttosto povero di contenuti e di una sceneggiatura che riesca a creare la tensione necessaria per coinvolgere lo spettatore.
I dialoghi tra le due sorelle, bloccate in una gabbia in fondo al mare, intorno ai quali si svolte la maggior parte del film, sono piuttosto banali. Le immagini iniziali di splendide acque tropicali si fanno dimenticare in fretta. Nemmeno la bellezza delle due protagoniste che avrebbe potuto quantomeno attrarre il pubblico maschile riesce a creare un interesse sul film.
In ogni caso, se andrete a vedere il film, diteci cosa ne pensate. Nel frattempo potete leggere anche la recensione di Gabrielle Giliberti, critico cinematografico, web editor e sceneggiatrice.
Se invece vi può bastare, guardate il trailer di 47 Metri e risparmiate i soldi del film per una bella immersione!