Benvenuti a un nuovo appuntamento con la nostra rubrica dedicata alla video ripresa subacquea, abbiamo parlato delle macchine fotografiche digitali di ultima generazione, le HDSLR, adesso parleremo di come realizzare un buon video subacqueo dal punto di vista narrativo.
Abbiamo parlato di tecnica per 6 capitoli e spero che qualcuno di voi abbia cominciato a seguire i miei consigli e si sia messo d’impegno per raggiungere i migliori risultati.
La storia però non finisce qui, adesso arriva la parte più difficile … trasformare in un video di qualità le vostre idee.
Ormai tutti, visti i mezzi a disposizione, possono fare video sott’acqua, ma non sempre i risultati ottenuti sono quelli sperati.
Sorpassati i problemi tecnici legati all’utilizzo della telecamera e le luci resta la parte più creativa: ideare e realizzare la vostra idea.
Qui come al solito chi legge potrebbe pensare, ma io non voglio mica fare un documentario ! Nessuno pretende di fare un documentario ogni volta che si fa un’immersione, quelli si realizzano in settimane, mesi e a volte anni di lavoro.
Ricordatevi, lo abbiamo detto fin dal primo articolo, lo scopo di questa rubrica è quella di farvi diventare dei video operatori amatoriali evoluti.
La vera scommessa è quella di meravigliare e far apprezzare i nostri video alle persone che non vanno sott’acqua, con i subacquei è più facile, loro conoscono già l’ambiente che andremo a riprendere !
Per poter raggiungere questo risultato dobbiamo tenere a mente alcune regole molto semplici di cui abbiamo già parlato in passato:
- Individuare la storia che si vuole raccontare
- studiarsi prima a tavolino le riprese che si intende realizzare
- accordarsi con il proprio compagno d’immersione o con il gruppo
- diversificare le riprese
- fare sempre riprese extra generiche
- fare immagini di almeno 10” ai quali aggiungere 3” in partenza e 3” alla fine
- dare sempre un inizio e una fine alla ripresa che sto facendo
- evitare di fare riprese di sub, che nuotano tutto il tempo di schiena
- rimanere fermi il più possibile
- fare riprese esterne del luogo (barca, Diving, etc.)
- creare dei filmati della durata massima di 3’/ 5’
- siate autocritici
- evitate i piani sequenza troppo lunghi
- studiatevi quello che andrete a vedere e documentatevi su flora e fauna
- individuate il limite della vostra attrezzatura video per poterla usare al megli
Siete pronti ? cominciamo a raccontare una storia!
Lo dico a tutti quelli che vengono a fare i corsi da me a Ventimiglia e lo voglio dire anche a voi, fare video subacquei a un certo livello è un vero e proprio lavoro, solo chi persevera raggiungerà lo scopo desiderato.
La maggior parte dei video che facciamo, raccontano le nostre immersioni o le nostre vacanze subacquee.
Vediamo adesso come raccontare la nostra immersione su un relitto, il tutto, una volta metabolizzato, lo potrete applicare a qualsiasi racconto.
Prima di iniziare guardiamo un video che avevo realizzato sul relitto della Bettolina di Sestri Levante, può servirvi coma spunto per capire meglio il discorso che faremo dopo.
Il racconto
Decidete cosa volete raccontare nel vostro video, può essere la semplice immersione, la storia di un relitto oppure un viaggio.
Potrà sembrare una cosa obsoleta ma io uso ancora carta e matita, mi piace abbozzare il mio racconto per sommi capi prima di iniziare, mi annoto la durata del video (stimata) di quante parti lo voglio comporre (teaser iniziale, riprese esterne, riprese sub, interviste) e quanto devono durare singolarmente ( es. in un video di 3’ magari le immagini sub sono solo 1’ e quindi so regolarmi su quanto riprendere).
Contestualizzare
La prima cosa alla quale bisogna pensare è la contestualizzazione della storia, far capire a chi guarda il video dove ci troviamo, non è necessario fare tante immagini.
Ripresa dall’alto della cittadina o del porto, persone del posto oppure elementi fortemente identificativi.
Riprendere i nostri compagni d’immersione durante la preparazione dell’ attrezzatura (barca, bombole, apparecchiature, visi, navigazione, tuffo) chi guarda capisce immediatamente di cosa si tratta, ricordatevi che non tutti gli spettatori vanno sott’acqua.
Sforzatevi di usare un cavalletto per le riprese esterne, oppure usate dei sostegni naturali (appoggiatevi dove possibile), le immagini devono essere il più stabili possibili, attenzione in barca, li tutto si muove e quindi non è necessario dilungarsi.
Il mosso è molto attuale adesso ma deve essere fatto con un senso logico, per adesso lavorerei di più con immagini stabili.
Pianificazione
Prima di entrare in acqua è importantissimo mettersi d’accordo con il proprio compagno d’immersione, sarà lui il protagonista, è attraverso i suoi occhi che racconterò la mia immersione.
Diventa fondamentale avere una buona intesa ed è richiesta una buona dose di pazienza da parte sua, fare riprese vuol dire dedicarsi solo a quello, proprio per questo motivo non tutti i sub sono adatti a fare le comparse, la scelta del compagno giusto può fare la differenza nei vostri filmati, quindi attenzione a chi scegliete !
Accordatevi su come dividere le riprese, su cosa filmare e su come il subacqueo debba arrivare vicino agli oggetti.
Il protagonista naturalmente non guarda in camera ma è concentrato sull’azione, se ha una luce da tenere in mano è meglio, darà più profondità di campo alle immagini (guardate articolo n 5 per la gestione delle luci).
Pianificate già una serie di immagini chiave che vanno assolutamente fatte per raccontare la vostra storia e scrivetele su una lavagnetta o wet note, almeno per le prime volte, io ancora oggi quando la situazione è particolarmente complicata, prendo appunti.