Costo dell’attrezzatura subacquea: guida all’acquisto ragionato delle attrezzature subacquee
L’acquisto dell’attrezzatura subacquea è spesso vissuto come una scelta istintiva o imitativa. Ma ha senso investire in una configurazione completa prima ancora di capire quali saranno i nostri reali ambiti operativi?
In questa guida proponiamo un approccio ragionato, utile sia ai neofiti sia a chi ha già esperienza e sta valutando un upgrade.
Guida all’acquisto dell’attrezzatura subacquea, considerazioni iniziali
In questo articolo non mi limiterò ad un elenco di prodotti ma introdurrò un concetto che ritengo fondamentale, l’applicazione pratica e funzionale all’interno della propria attività ed esperienza.
L’acquisto dell’attrezzatura subacquea non è mai banale perché la scelta appare quanto mai ampia e diversificata.
Le componenti cui prestare la principale attenzione a mio avviso sono:
- gruppi erogatore sub (primo e secondo stadio)
- muta da sub in neoprene o trilaminato
- regolatore di assetto (GAV/Jacket o sacco)
- pinne e maschera
- computer e strumenti di monitoraggio dell’immersione

Qualità, produzione e provenienza: cosa sapere prima di acquistare
Ci sono alcuni elementi che un praticante dovrebbe tenere in considerazione prima di procedere all’ordine.
Se è vero che i più importanti marchi internazionali, riconosciuti in tutto il mondo, sono di origine italiana la globalizzazione ha inevitabilmente portato i grandi gruppi a diversificare e ad esternalizzare la produzione. Alcuni di questi brand sono stati acquisiti da multinazionali estere che hanno preferito concentrarsi principalmente sugli aspetti commerciali, sacrificando il processo produttivo diretto.
Made in Italy o produzione estera? Un criterio spesso sottovalutato
Il vero “Made in Italy” della subacquea attuale, concetto sul quale mi soffermerò parecchio nel corso dei miei interventi, è rimasto nelle mani di quelle poche e piccole officine meccaniche artigianali che, ora come agli esordi, lavorano tutte le componenti al proprio interno partendo dalla materia prima grezza per arrivare al manufatto.
Se si ritiene che i prodotti non siano tutti uguali e che il fatto di essere pensato, ingegnerizzato e realizzato in Italia sia un valore aggiunto allora questa consapevolezza potrebbe dare una prima indicazione nella scelta.
Con ciò si vuole solo sensibilizzare il praticante verso un acquisto informato sulla provenienza e sulla qualità del prodotto oltre al fatto che, in questi tempi di grandi cambiamenti, la disponibilità nel breve periodo non è cosa da sottovalutare.
Inoltre tutti i prodotti d’importazione Extra CE hanno subito rincari sui costi di trasporto superiori al 500% che inevitabilmente pesano sull’acquisto finale.
Quanto da me scritto nel gennaio del 2023 è ampiamente dimostrato dalle attuali politiche protezionistiche messe in atto, in questi giorni di aprile del 2025, dalle grandi potenze internazionali. Ora più che mai ritengo sia cosa buona e giusta ripensare al “Made in Italy” come una scelta “ragionata”.
Come è nata l’idea per la guida all’acquisto dell’attrezzatura subacquea
L’idea della guida all’acquisto ragionato nasce anni fa durante la mia esperienza di responsabile di aziende specializzate in prodotti di consumo per l’ufficio. Dialogavo con il proprietario di una cartiera circa l’opportunità di dotarsi di macchine adeguate al volume di lavoro svolto e alle risorse che era necessario loro dedicare. Lui soleva rispondermi: “non ha senso acquistare una Ferrari per girare a Busto Arsizio”.
Con la premessa che sia indiscutibile la libertà individuale di dedicare qualunque budget all’acquisto dell’attrezzatura subacquea desiderata, il suggerimento tende solo a far riflettere sul principio che è possibile ottenere eccellenti performance con un budget “ragionato”. I prodotti acquistati avranno come unico scopo quello di essere adatti alla preparazione e al tipo di pratica subacquea intrapresa.
Questo principio vuole essere la linea guida dell’acquisto ragionato, anche banale se volete ma poco praticato. Non me ne vogliano i possessori bustocchi di Ferrari!
Si potrebbe sintetizzare con “quello che serve, quando serve”. / “What you need, when you need it” e visto che gli acronimi piacciono tanto mi permetto d’inventarne uno io ora: ”WYN”. Sono curioso di vederne le evoluzioni!

Le tendenze d’acquisto
È abitudine abbastanza diffusa quella di sbirciare marche e modelli utilizzati da istruttori oppure da amici più esperti e cercarli in negozio attrezzati o sul web, tendando magari di fare meglio.
Decontestualizzare l’acquisto di un componente dall’obiettivo prefissato (budget, impiego, uso) non sempre è la soluzione migliore. Infatti quello che soddisfa un subacqueo esperto non necessariamente risponderà alle aspettative di un praticante alle prime armi o con abitudini diverse.
Acquistare la tua attrezzatura sub in modo performante
Un aiuto in questo senso potrebbe fornirlo l’identificare prima con chiarezza gli ambiti all’interno dei quali si svolge la personale attività subacquea, sia formativa che ricreativa. Al termine di questo percorso è accettabile ritenere di aver sfruttato tutta l’attrezzatura subacquea al meglio. Dopodiché il concedersi un upgrade è più che giustificato. Ecco che esperienza e pratica guideranno verso nuovi acquisti ragionevolmente più consapevoli e commisurati alle nuove abilità acquisite.
Dove acquistare l’attrezzatura subacquea
Prima di dar mano al portafoglio ci sono almeno 3 ulteriori elementi da tenere in considerazione che riassumerei con: dove, come e quando.
Con “dove acquistare” s’intende il luogo, fisico o digitale, presso il quale formalizzarel’ordine. Fino ad una decina di anni fa lo shopping online in Italia era principalmente concentrato su pochissime merceologie di prodotti e servizi come biglietti aerei o libri.
Oggi, complice gli ultimi avvenimenti, la spinta verso l’acquisto da remoto ha superato di gran lunga quello tradizionale.
Puoi comprati un paio di scarpe, misurartele a casa e se hai sbagliato misura o se ti si è gonfiato il piede nel frattempo puoi restituirle senza costi aggiuntivi!
Prezzo basso? Solo se c’è anche assistenza
La subacquea non si sottrae a queste logiche. Il primo suggerimento che mi sento di dare è non farsi condizionare dalla leva del prezzo anche in presenza dello stesso, identico prodotto. Controllaprima chi materialmente ti sta vendendo il prodotto e accertati che sia in grado di assicurare una adeguata assistenza tecnica.
L’attrezzatura subacquea è sottoposta a deterioramento e la continuità delle performance nel tempo (oltre che delle garanzie) è assicurata solo dalla manutenzione regolare che, in alcuni casi, dovrebbe essere certificata.
Un gruppo erogatore perfettamente manutenuto, ad esempio, ha una durata quasi infinita. Se correttamente revisionato da personale qualificato, molto difficilmente evidenzierà problemi di funzionamento anche dopo tanti anni d’impiego.
Quindi assicurati che il venditore sia facilmente reperibile, che l’azienda produttrice garantisca l’assistenza diretta della propria gamma in tempi ragionevoli e che esistano in commercio le parti di ricambio.
Il valore della manutenzione nel tempo
Mi viene in mente il caso della “Hummer”, iconico SUV statunitense che da mezzo militare venne prodotto anche in versione civile a costi non proprio alla portata di tutti, e dei suoi possessori quando appresero che l’azienda, dopo varie vicissitudini, decise di chiudere. Un piccolo brivido freddo credo si sia insinuato nella loro schiena.
Il paragone spero sia utile per comprendere quanto l’acquisto dell’attrezzatura subacquea e la possibilità di manutenerla facilmente e regolarmente da mani esperte sia importante, al di là del costo o di un po’ di risparmio.
Come scegliere la giusta attrezzatura subacquea
Modalità di acquisto dell’attrezzatura subacquea.
Se si parla di acquisto dell’attrezzatura subacquea è importante innanzitutto fare una distinzione:
- Nuovo & Usato
- Acquisto & Noleggio
1. Acquisto dell’attrezzatura subacquea: nuova o usata?
È facile trovare attrezzature usate in ottime condizioni. Ma non per tutti gli articoli vale questa regola.
Erogatori, pinne, jacket, computer e anche le bombole (se collaudate) possono tranquillamente essere acquistate di seconda mano a patto che se ne verifichi lo stato di tenuta e di funzionamento. Nei mercatini online o presso i rivenditori sono disponibili attrezzature dismesse o sostituite con altre nuove. A cercare con attenzione si possono fare ottimi affari.
Personalmente non sono invece favorevole ad acquistare mute o maschere usate perché troppo individuali, troppo intime. Ne faccio una questione di taglia, di comfort personale. Inoltre la muta da sub, ad esempio, in neoprene o in trilaminato ha una vita media che dipende direttamente dal numero d’immersioni fatte e dal modo in cui viene tenuta. Pur con la massima cura che possiamo riservarle il neoprene tenderà col tempo a perdere la sua azione coibentante e le stagne in trilaminato prima o poi inizieranno a trafilare. Meglio nuove e su misura.
2. Acquisto oppure Noleggio?
Sull’acquisto non aggiungerei altro a quello già scritto nel capitolo precedente.
Scelto il modello e il luogo dell’acquisto concludiamo tranquillamente la nostra transazione e abbiamo risolto.
Esiste però una modalità che, per noi italiani, è valutata poco e marginalmente: il noleggio.
Non mi riferisco al noleggio di attrezzature subacquee come GAV, muta da sub, pinne e maschere che probabilmente è capitato di fare presso un diving center per non appesantirci di borsoni durante le vacanze.
Parlo del noleggio operativo di beni strumentali. Con questa definizione si connota una ben precisa prassi finanziaria che permette di poter usufruire di beni strumentali, quali le attrezzature subacquee appunto (comprese le mute!), nuove e su misura, attraverso un canone mensile e comprensivo di assistenza e assicurazione.
Vista l’ampiezza dell’argomento se sei interessato contattami direttamente.
Attrezzatura subacquea, quanto mi costi?
A questo punto non poteva mancare la domanda fatidica: “Quali sono i costi dell’attrezzatura subacquea?”
Prima di avventurarmi nell’elenco prezzi ritengo utile soffermarmi a riflettere sulla finalità d’uso delle attrezzature che il praticante intende acquistare.

Non ha molto senso lesinare su qualità e prestazione se le attrezzature subacquee sono destinate ad assicurare il massimo comfort per lunghi periodi di fondo e magari a profondità rilevanti.
Come non ha molto senso andare a ricercare l’attrezzatura subacquea di grido solo perché utilizzata dall’istruttore o dai compagni d’immersione se il praticante è alle prime armi, quindi ancora poco convinto che quella potrebbe essere la sua principale attività ricreativa.
Ecco perché preferisco legare il concetto di configurazione delle attrezzature direttamente al concetto di ambito operativo.
Si potrebbe obiettare che, una volta trovata la configurazione ottimale, questa possa essere applicata in qualunque tipo d’immersione sub.
In parte è vero. Ma solo se ci riferiamo ad un subacqueo esperto che s’immerge in posti come il Mediterraneo o il lago dove la temperatura dell’acqua, la visibilità e le correnti possono rappresentare fattori non trascurabili.
A questo punto però è necessario un disclaimer: dal gennaio del 2023 (data di scrittura dell’articolo) ad oggi (aprile 2025) i prezzi hanno subito importanti variazioni che valuterei in una forchetta tra il 10 e il 20% rispetto a 2 anni fa. Per fare una corretta valutazione suggerisco di tenere presente questa fluttuazione che non è facilmente fotografabile, anche alla luce delle attuali diatribe sulla attribuzione dei dazi sui prodotti d’importazione.
I costi dell’attrezzatura: il Neofita
Per il neofita che s’immergerà d’estate, durante le vacanze, nel tentativo di fare qualche foto per i suoi profili social e che, ritornato alla vita normale, seppellirà l’attrezzatura subacquea in cantina i suggerimenti “ragionati” che mi sento di proporre sono i seguenti:
- Pinne, 20/40 euro (disponibili anche nei diving center)
- Maschera, 15/30 euro
- Muta da sub 150/300 euro (umida in neoprene min 5 mm, personale ma affittabile)
- Erogatori, 350/450 euro (octopus, molto personali, comunque affittabili)
- GAV circa 250/350 euro (acquistabile in seguito perché noleggiabile)
- Computer 150/300 euro
- Torcia 80/250 euro (acquistabile anche in seguito)
Quindi, bombole escluse perché di norma fornite dalle scuole sub e dai diving center e calcolatrice alla mano, la forchetta del budget necessario varia dai 650 euro (senza GAV, senza la torcia e con tutti gli articoli al minor costo) fino ai 1850 euro pacchetto completo.
Quanto costa l’attrezzatura subacquea professionale?
L’attrezzatura subacquea pro si differenzia per molti aspetti da quella del subacqueo neofita. Soprattutto per il costo!
Innanzi tutto è bene chiarire che, limitatamente a questo articolo, per “subacquei pro” intendo i praticanti più esperti e quelli che lavorano come guide o come istruttori presso diving organizzati nelle immersioni profonde.
Non faccio alcun riferimento agli OTS (gli operatori tecnici subacquei) che per le diverse tipologie dei lavori verso cui sono specializzati necessitano di attrezzature e di addestramento specifici.
Il principio ispiratore di questo articolo, cioè l’acquisto ragionato, è sempre valido anche per i pro?
Direi di sì, tenendo in debita considerazione le diverse esigenze legate alla stagionalità e ai luoghi d’immersione. Infatti il praticante appassionato ed esperto non trascura i mesi invernali per i suoi tuffi ed è interessato sia al mare che al lago.
I costi che mi accingo a segnalare sono ovviamente indicativi e la somma di tutte le componenti può essere influenzata dall’acquisto di attrezzature usate oppure dal reimpiego di quelle acquistate in precedenza.

L’attrezzatura subacquea pro: tipologie e costi
Una prima variabile, non proprio banale, è la scelta del circuito di alimentazione delle miscele. Un sistema a circuito aperto, tra bombole, erogatori e wing system, può costare tra i 1,5k e i 3k euro. Un circuito chiuso Rebreather può tranquillamente arrivare a 10k!
A parte vanno calcolati i seguenti costi:
- le ricariche (oggi l’Elio può costare tra i 40 e i 60 euro a mq),
- le manutenzioni e i materiali di consumo come la Sofnolime ad esempio (circa 7 euro al kg) o le sonde O2 (sui 100 euro).
Quanto costa davvero una configurazione tecnica completa
Al netto del sistema di respirazione la forchetta dei prezzi varia tra i 2,5 e i 5k euro dove
- muta stagna da sub (tra 1,5 e 3k euro),
- sottomuta (300/500 euro) e
- computer (fino anche a 1k euro)
rappresentano le voci più pesanti.
Da questa lista sono ovviamente esclusi alcuni illustri “accessori” oggi di uso comune come, ad esempio, lo scooter che, per i modelli più potenti, può costare tra i 4 e i 7k euro e mi limito a spendere un velo pietoso sulla attrezzatura per la fotografia subacquea.
Esperienza, upgrade e acquisti nel tempo
È tanto? È poco? Dipende!
La mia attrezzatura subacquea attuale è la diretta conseguenza delle esperienze maturate in acqua e sono state acquistate di volta in volta, secondo la disponibilità del portafoglio e la necessità d’uso. Nei miei acquisti non ho mai tralasciato la possibilità dell’usato che posso senz’altro consigliare riferito ad erogatori e GAV. Di opinione diversa sono nell’approccio della muta da sub dove suggerisco qualcosa di “personale”, meglio se su misura.
Sono partito circa 27 anni fa (ormai 30 adesso) con un GAV usato regalato per arrivare ad una configurazione TEC – TRIMIX IPOX in aperto ampiamente ridondante e sono pienamente soddisfatto del tempismo delle scelte fatte!
Considerazioni finali
Ogni attrezzatura ha una sua storia e un suo tempo. Acquistare in modo consapevole non significa risparmiare a tutti i costi, ma investire nella configurazione giusta al momento giusto. E se qualcosa cambia… c’è sempre un mercato dell’usato pronto ad accogliere i tuoi upgrade.

Articolo a cura di Orante Trabucco, responsabile di: Tre 21
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