Apparentemente deserte e poco interessanti, perciò trascurate dagli amanti dello snorkeling, le distese di sabbia possono invece stupire per la grande varietà di abitanti.
Uno di questi è il pesce pettine, che ho incontrato tante volte in Calabria (dove è chiamato “surice”, per i morsi di cui è capace)senza riuscire mai a fotografarlo. Possiede una bella colorazione grigia con linee azzurre, più o meno marcate, e un profilo del capo quasi verticale. Quest’estate, in una caletta della Sardegna, ce n’era uno vicino a una cima sommersa, una di quelle a cui si agganciano i gavitelli per l’ormeggio delle imbarcazioni. L’ho usata come appiglio per riuscire finalmente a fotografare questo pesce, altrimenti schivo e poco collaborativo.
Nello stesso frangente, mentre ero appostato sott’acqua, ho ricevuto la visita a sorpresa d’un gruppo di ricciole che si sono avvicinate per qualche secondo a curiosare, dandomi appena il tempo d’immortalare quel magico momento. Le ricciole raggiungono eccezionalmente i due metri e possiedono una caratteristica banda obliqua sull’occhio che consente di distinguerle immediatamente dalle simili leccie.
Molto comuni e facili da osservare sono invece le tracine. Pesci affusolati, con bocca e occhi rivolti verso l’alto, e, soprattutto, con i raggi della prima pinna dorsale capaci di iniettare un veleno abbastanza doloroso (disattivabile con acqua molto calda). Delle quattro specie che vivono nel Mediterraneo, la più diffusa è la tracina drago mentre la più grande è la tracina ragno che può raggiungere i 40 cm. Il pesce lucertola, per aspetto e abitudine di stare sepolto nella sabbia, può essere confuso con la tracina. Diversamente da questa, però, non possiede spine velenifere. Entrambi cacciano all’aspetto, cioè restando immobili in attesa delle prede, che le tracine riescono ad afferrare anche con rapidi guizzi verso l’alto.
Le Marmore, invece, ricercano attivamente le loro prede grufolando nella sabbia con il muso, mentre le triglie utilizzano due barbigli tattili. Quest’ambiente è frequentato anche dal rombo di rena, un maestro del mimetismo. Grazie a speciali cellule pigmentate, riesce non solo a imitare il colore del fondo ma anche i riflessi dell’acqua. Spesso ci si accorge della sua presenza solo quando si muove e sembra un piccolo tappeto volante. Ha occhi sporgenti e situati entrambi sul lato sinistro del corpo (quello destro è bianco).
Il pesce civetta è uno dei più sorprendenti abitanti del nostro mare. Utilizza le piccole pinne ventrali per “camminare” sul fondo, mentre per nuotare muove rapidamente la coda. Le pinne pettorali sono ripiegate sul corpo ma, quando si sente minacciato, le apre in un meraviglioso ventaglio colorato, per apparire più grande e minaccioso.
I trigoni (o pastinache) vivono soprattutto nei mari caldi, nel Mediterraneo li ho incontrati solo in Sardegna e Formentera. Come le razze, hanno ampie pinne pettorali che usano per “volare” nell’acqua. La coda è lunga e sottile con un aculeo velenifero nella parte centrale che usano raramente e solo per difendersi. Sul dorso, subito dietro gli occhi, sono ben visibili gli spiracoli, due grosse aperture per aspirare l’acqua e spingerla verso le branchie. Per respirare, infatti, non usano la bocca perché con l’acqua entrerebbe anche la sabbia. Sul lato ventrale, oltre alla bocca e alle fessure branchiali, sono poste le narici che, naturalmente, hanno una funzione esclusivamente olfattiva e sono a fondo cieco.
Decisamente più raro è il pesce serpente che ho visto solo una volta in Calabria, a pochi metri dalla riva. Dalla sabbia sporgeva solo la testa, il resto era conficcato nel sedimento. Ha una grande bocca e un corpo lungo e sottile, che può superare i 2 metri. In effetti, l’aspetto non è dei più rassicuranti, ma è assolutamente innocuo per l’uomo.
L’elenco delle specie che amano la sabbia potrebbe continuare con le stelle pettine, i ricci cuore, la natica (mi riferisco a un mollusco predatore!), la polpessa … molti di loro escono allo scoperto solo di notte. Nel prossimo articolo, ci armeremo quindi di una torcia e andremo a scoprirli.