In occasione di un recente viaggio alle Maldive, per un workshop teorico-pratico sui pesci marini tropicali, identificazione ed ecologia, tenuto al MaRHE Center, Magoodhoo Island in collaborazione con l’Università di Milano Bicocca, ho avuto occasione di sottoporre alcune attrezzature per immersione a un test prolungato, durante molte immersioni. Di seguito le mie opinioni.
«Avrei bisogno di un erogatore che abbia la classica affidabilità Mares, ma che sia anche leggero». Mi immergo quasi sempre in località esotiche, e più di ogni cosa mi preoccupa il peso, dato che le compagnie aeree sono sempre più pignole e soppesano il singolo grammo. E io, che viaggio con materiale fotografico al seguito, sono sempre sovraccarico, e vorrei risparmiare qualche etto rispetto al vecchio MR22. «Ci penso io» mi risponde l’amico Gianni, sparisce nel suo ufficio e ne esce con un primo stadio 52X, a cui sono uniti il secondo stadio Abyss e il nuovo octopus Loop.
Il primo stadio 52 X nella sua versione DIN pesa 513g. Ben rifinito, compatto, bilanciato a membrana, con 2 uscite HP e 4 uscite LP, è quello che ci vuole per me. Il viaggio alle Maldive non mi consentirà di metterne alla prova il funzionamento in condizioni estreme, come freddo e profondità, ma mi fa piacere sapere di poter sempre contare su un ampio margine di sicurezza. Come quello che la costante ricerca Mares dedica a tutta la sua attrezzatura, ma in particolare agli erogatori.
Il secondo stadio Abyss è collaudato, affidabile e invariato: un vero gioiello in metallo. Il coperchio infrangibile e la protezione antipiegamento perforata migliorano lo sforzo respiratorio durante la fase di inspirazione e impediscono l’autoerogazione in immersioni con forti correnti. Questa caratteristica dovrebbe tornarmi utile alle Maldive, dove una corrente forte può sempre presentarsi. Inoltre, come accade per tutti gli erogatori Mares, il sistema VAD brevettato assicura un adeguato apporto d’aria a ogni profondità, rendendo superflua la regolazione dell’iniettore (abituale con altri erogatori), persino a profondità estreme.
L’octopus Loop è per me la maggiore novità. Ciò che lo contraddistingue da tutti gli altri secondi stadi sul mercato è lo speciale utilizzo verticale del secondo stadio, progettato e disegnato in modo tale da permettere l’uso della manichetta con passaggio sotto la spalla, anziché sopra, e con frusta che si innesta verticalmente nel secondo stadio annullando la differenza tra secondo stadio “destro” e “sinistro”. Ottima idea, penso, per offrire l’octopus a un compagno in difficoltà e consentirgli una buona libertà di movimento.
Ed eccomi sul campo. Durante la preparazione, abituato a primi stadi INT, apprezzo la facilità di manovra della rotella DIN sovradimensionata.
Ed ora in acqua. Nessuna sorpresa, il nuovo Abyss si comporta come dovrebbe, col minimo sforzo eroga aria in abbondanza, e come dicevo, anche se non ho l’occasione per testarlo in condizioni estreme, sono felice e tranquillo perché so che in caso di necessità potrei contare su un margine di sicurezza ampio.
Provo a respirare dal Loop, per testare l’ebrezza della configurazione verticale. Trovo comoda e simpatica la situazione, che per me, abituato a fotografare con movimenti inconsulti e improvvisi in ogni direzione, porta un vantaggio innegabile nella riduzione del rischio di interferenze tra la frusta e i braccini del flash. La lunghezza della frusta mi asseconda anche nei movimenti “da fotografo”, con inclinazione del busto in verticale, e l’erogatore non strattona, anche se passa sotto il braccio.
Per dare aria a un compagno che simula l’esaurimento l’octopus Loop si dimostra versatile, e la frusta lunga che risale in verticale dà all’accettore libertà di movimenti e rende difficile che si ingarbugli. Per inciso a fine immersione, in barca, il mio compagno mi ha riferito di un flusso respiratorio inaspettatamente facile e abbondante, e di uno sforzo inspiratorio ed espiratorio praticamente nullo, probabilmente anche per il nuovo sistema “S-VAD” (VAD Sagittale) integrato, il particolare profilo del deflettore interno combinato con la doppia valvola di scarico.
In conclusione, un’ottima soluzione per i miei viaggi tropicali, che mi ha consentito di alleggerire il bagaglio senza dover rinunciare a nulla dell’affidabilità e della sicurezza a cui ero abituato.
Fotosub di Luca Saponari.