Una buona notizia per gli squali: 128 nazioni hanno firmato un patto di conservazione che estende la protezione per gli squali protetti e per altri animali migratori oltre i confini delle acque territoriali, in qualsiasi paese si trovino.
Si chiama CMS, Convention on the Conservation of Migratory Species of Wild Animals. Da adesso una specie come lo squalo balena, considerata vulnerabile e aggiunta all’appendice 1 della convenzione, sarà protetto dall’uccisione e dalla cattura, indipendentemente da dove si trova al momento, in acque del Madagascar o del Mozambico, del Perù o della Tanzania.
Molti altri squali sono inclusi nell’appendice 2 della convenzione, che obbliga tutte le nazioni che si trovano lungo i percorsi migratori di queste specie a collaborare alla loro protezione, regolamentandone o mettendone al bando la pesca.
Uno dei problemi più seri che si incontrano nella gestione delle popolazioni selvatiche di squalo è proprio quello che non sanno stare fermi, e che attraversano in continuazione i confini delle acque territoriali. Una Nazione può vietarne la pesca, ma se la nazione confinante non fa altrettanto gli squali saranno a rischio appena passati i confini. La verdesca ad esempio, Prionace glauca, con 20 milioni di individui pescati in tutto il mondo ogni anno, è la specie di squalo più pescata, ed essendo un grandissimo migratore beneficierà sicuramente della protezione della CMS.