Descritto nei cefalopodi un modo differente di interpretare il messaggio dei geni.
Il DNA, la molecola che custodisce l’informazione genetica in tutti gli esseri viventi, è costituita da due filamenti di unità elementari, i nucleotidi, legati al successivo come in una collana di perle. I due filamenti poi si collegano tra di loro e formano una specie di scala a pioli, che poi si avvolge a spirale (la cosiddetta doppia elica). I pioli sono costituiti dai legami tra coppie delle quattro basi azotate: adenina (A), timina (T), guanina (G) citosina (C).
Tutto il codice genetico è rappresentato da queste quattro basi azotate, e perciò si legge che l’alfabeto della vita è scritto con quattro lettere: A, T, G, C.
Nell’RNA, invece, che ha un ruolo fondamentale nella trascrizione dell’informazione genetica per collegare l’informazione genetica con la sintesi delle proteine, la timina è sostituita dall’uracile (U).
Il polpo si ribella
Ora si scopre però che alcuni invertebrati, e precisamente il polpo, il calamaro e la seppia, non seguono “alla lettera” le istruzioni genetiche contenute nel loro DNA, Ma hanno un sistema di enzimi che sostituisce alcune selezionate basi di adenina nell’RNA con una base differente, chiamata inosina.
Questo processo, detto editing dell’RNA, era già stato osservato nei vertebrati, ma solo in casi rarissimi. Secondo un recente lavoro pubblicato dalla rivista Cell, i cefalopodi modificano fino al 50% delle trascrizioni in RNA dei geni, e questo si traduce in una modifica delle loro proteine.
La scoperta mette in crisi la teoria per cui la sintesi delle proteine dovrebbe essere un processo di copiatura fedele di un pool di informazioni contenuto nei geni, fisso. Quello che fa il polpo è manipolare la propria informazione genetica per modificare delle proteine. Secondo i ricercatori il meccanismo consentirebbe di ottenere delle proteine più resistenti al freddo, comunque il polpo non finisce di stupirci, e all’elenco delle sue prestazioni adesso va aggiunta questa, che noi sub non siamo in grado di osservare in immersione ma che ci conferma una volta di più che le regole sono fatte per essere infrante.