Una piccola barca da pesca norvegese ha avuto un incidente insolito nelle acque del fiordo di Malangen, vicino alla costa norvegese.
Nel corso delle loro normali attività di pesca, i membri dell’equipaggio si sono ritrovati a dover affrontare qualcosa di molto più grande di quanto avrebbero mai potuto immaginare: un sottomarino nucleare statunitense, il USS Virginia, si è accidentalmente impigliato nelle loro reti.
Come è avvenuto l’incidente
L’incidente è avvenuto l’11 novembre 2024, mentre il peschereccio norvegese di 10 metri di lunghezza, capitanato da Harald Engen, stava operando nelle acque del fiordo di Malangen, una zona comunemente frequentata da imbarcazioni navali. Engen stava rientrando al porto di Tromsø quando il sottomarino ha finito per impigliarsi nelle reti del peschereccio, trascinandole in mare per quasi quattro chilometri.
“Avevamo appena svuotato le reti, le avevamo nuovamente gettate e stavamo tornando al porto quando abbiamo ricevuto una chiamata dalla guardia costiera,” ha raccontato Engen a NRK, una stazione radio locale. L’equipaggio si è reso conto che l’insolita cattura era, infatti, un sottomarino nucleare di 115 metri di lunghezza.
Il ruolo della guardia costiera norvegese
La guardia costiera norvegese è stata subito coinvolta per liberare il USS Virginia dalle reti del peschereccio. Un’imbarcazione di supporto è stata inviata per tagliare le reti che si erano incastrate nell’elica del sottomarino e liberarlo. Questo tipo di incidenti, anche se rari, evidenzia i rischi dell’intensificarsi delle attività marittime nelle acque norvegesi, che sono sempre più spesso attraversate da navi militari appartenenti a diverse nazioni.
La testimonianza del capitano
Engen, che stava consegnando una partita di halibut vicino al fiordo di Malangen, ha espresso il suo stupore per quanto accaduto. “Conosco altre imbarcazioni che hanno attraversato reti da pesca, ma nessuno qui ha mai sentito parlare di un sottomarino che si impiglia in questo modo,” ha affermato.
L’incidente ha lasciato i pescatori non solo con una storia da raccontare, ma anche con una perdita finanziaria considerevole. Engen ha stimato i danni alle reti in circa 40.000 corone norvegesi (pari a circa 3.356 euro), una cifra doppia rispetto al valore della sua cattura di halibut di quella giornata.
La posizione della Marina Statunitense
Lt. Pierson Hawkins, portavoce della Sesta Flotta degli Stati Uniti, ha confermato l’incidente, dichiarando che nessuno è rimasto ferito. Ha anche aggiunto che è in corso un’indagine per determinare la causa dell’accaduto. La presenza del sottomarino vicino alla costa norvegese non è stata completamente spiegata, ma spesso questi sottomarini emergono per portare a bordo rifornimenti o nuovi membri dell’equipaggio da navi alleate, come quelle della guardia costiera o della marina.
In merito al risarcimento per i danni subiti dai pescatori, Hawkins ha spiegato che “in generale, quando gli Stati Uniti sono responsabili dei danni a equipaggiamenti civili, esiste un processo per il rimborso delle spese”. La marina statunitense ha ribadito che, in collaborazione con l’ambasciata di Oslo, valuterà il risarcimento ai pescatori per le reti distrutte.
Episodi simili nella storia
L’incidente di Malangen è solo l’ultimo di una serie di episodi in cui i sottomarini si sono trovati coinvolti in collisioni con reti da pesca. La storia ricorda casi ben più tragici, come quello del novembre 1990, quando il peschereccio britannico Antares affondò dopo che le sue reti furono agganciate dal sottomarino nucleare britannico HMS Trenchant. Quell’incidente, avvenuto durante un’esercitazione vicino all’isola di Arran, provocò la morte dei quattro membri dell’equipaggio del peschereccio.
Anche il sottomarino sovietico a propulsione diesel rimasto impigliato nelle reti del peschereccio norvegese Bentin nel giugno 1984 è un esempio di come questi incidenti possano compromettere sia le operazioni navali che quelle di pesca. In quel caso, fortunatamente, non ci furono vittime, ma la situazione richiese più di tre ore per essere risolta.
Le sfide della coesistenza nelle acque nordiche
Le acque norvegesi e quelle del Mare di Barents stanno diventando sempre più affollate, ospitando attività frequenti sia di navi NATO che russe. La crescente intensità delle attività militari in queste aree comporta inevitabilmente un aumento del rischio di incidenti con imbarcazioni civili. Questi episodi sono a riprova della complessità della coesistenza tra le diverse attività marittime nelle stesse acque, specialmente quando si tratta di sottomarini, le cui operazioni sono spesso avvolte dal segreto.
Engen e il suo equipaggio, giovani pescatori prevalentemente ventenni, potranno comunque raccontare a lungo questa storia nei pub locali, ricordando come una giornata di pesca si sia trasformata in un’avventura memorabile con un sottomarino nucleare statunitense.
Nonostante le misure di sicurezza sempre più stringenti adottate dalle marine militari per prevenire incidenti con imbarcazioni civili, il pericolo di interazioni accidentali è sempre presente, specie in un contesto di traffico marittimo crescente.
“La nostra speranza è che incidenti del genere possano essere prevenuti in futuro attraverso una maggiore coordinazione e attenzione da parte delle navi militari,” ha concluso Engen.