Nel 2019, Mares, un’azienda di riferimento nel mondo dell’attrezzatura subacquea, ha annunciato il risultato della sua collaborazione con rEvo Rebreather, produttori specializzati nella produzione di rebreather a circuito chiuso per subacquea tecnica. Questo sforzo congiunto ha portato alla creazione dell’Horizon, un rebreather a circuito semi-chiuso, progettato per subacquei di ogni livello e pensato per offrire il massimo livello di sicurezza possibile.
Da quel momento, l’Horizon di Mares è stato al centro di molte discussioni. Sui social, davanti a una birra, nei thread dei forum, questo rebreather ha generato dibattiti accesi, rendendo difficile capire quale sia l’opinione dominante all’interno della comunità subacquea.
Capiamo insieme cosa è un Rebreather a circuito semichiuso
Un rebreather a circuito semi-chiuso (SCR) è un sistema che ricicla parzialmente il gas espirato, rilasciando l’eccesso in acqua tramite una valvola di sovrapressione opportunamente tarata. Gli SCR sono, di fatto, “moltiplicatori” di gas, che permettono di aumentare l’autonomia del sistema. Il gas viene iniettato in modo costante all’interno del circuito, indipendentemente dalla profondità. La quantità di gas aggiunta è impostata tramite iniettori pre-tarati.
Profondità media di utilizzo:
- Solitamente, gli SCR sono utilizzati a profondità comprese tra i 30 e i 50 metri. Alcuni modelli possono essere usati anche a profondità superiori, ma la maggior parte delle immersioni ricreative si mantiene entro questi limiti.
Durata dell’Immersione:
- Per una miscela di gas come l’aria o il Nitrox (tipicamente al 32% o 36% di ossigeno), la durata dell’immersione può variare tra le 2 e le 4 ore. Tuttavia, la durata esatta dipenderà dal modello specifico di SCR e dalle condizioni dell’immersione.
Rimane da esaminare la questione: perché tanti dubbi riguardo all’Horizon?
Abbiamo pensato che il modo migliore per capire a chi è indirizzato e in cosa si differenzia dagli altri rebreather sia chiedere a persone direttamente interessate.
Nasce così una tripla intervista.
La parola ai subacquei: la tripla intervista
Abbiamo stabilito di cosa stiamo parlando, ma crediamo che il modo migliore per capire a chi è indirizzato l’Horizon sia chiedere direttamente alle persone interessate. Abbiamo così posto delle domande a:
- Maurizio Prandi: subacqueo e felice possessore di Horizon.
- Alessandro Boschi: istruttore subacqueo Horizon, gestore di Massub Diving a Lavagna.
- Luigi Pittatore: ingegnere progettista di Mares.
Intervista a Maurizio Prandi, subacqueo e utilizzatore del sistema Horizon
D: Ciao Maurizio, sappiamo che spesso ti immergi al lago di Garda insieme ad amici che usano rebreather a circuito chiuso. Perché tu hai scelto l’Horizon?
[R] Ciao ho scelto l’Horizon perché mi sono imposto un limite di profondità per le mie immersioni, pari a 40 mt. e l’Horizon era perfetto per questo tipo di immersioni. Come hai detto mi immergo regolarmente tutte le settimane al lago di Garda e i miei due compagni d’immersione hanno il REVO. Utilizzando l’Horizon, che ha una notevole autonomia, non mi sono mai trovato in difficoltà rispetto a loro.
D: Possiedi anche brevetti e sistemi a circuito chiuso?
[R] No, ho sempre usato circuiti aperti.
D: Quanto tempo ti è servito per imparare a usare l’Horizon? Pensi che la curva di apprendimento sia più semplice rispetto ad altri rebreather?
[R] Diciamo che ho avuto la fortuna di avere un istruttore bravo e competente, Yme Carsana, con il quale ho ottenuto sia il brevetto base della didattica SSI SCR Diving sino a 30 mt che il brevetto Extended Range sino a 40 mt. con stage decompressiva, ottenuti anche con l’eccellente supporto logistico del Massub Diving di Lavagna.
A parte le prime immersioni che mi sono servite per abituarmi al nuovo sistema, le successive sono filate via lisce senza alcun problema. L’assetto lo si trova subito anche perché il sistema è veramente leggero ed è veramente molto semplice sia l’utilizzo che la manutenzione, soprattutto rispetto agli altri rebreather.
D: Prenoti una vacanza a lungo raggio e magari ami fare fotografie subacquee, considerando che l’Horizon è pensato per aumentare la durata delle immersioni rispetto alle bombole disponibili a destinazione, lo porteresti con te?
[R] Senz’altro lo porterei, a tal proposito, ho visto che la Mares ha anche previsto una borsa carry bag nella quale ci sta tutta la macchina. Penso che fare le immersioni in mari tipo il Mar Rosso o Maldive con il mio l’Horizon sarebbe il massimo.
D: Ad oggi pensi ancora di aver fatto un buon acquisto o cambieresti la tua scelta?
[R] Dopo la mia esperienza di oltre 160 immersioni con l’Horizon posso affermare di aver fatto non un buon, ma un ottimo acquisto e che sono assolutamente soddisfatto della mia scelta, che rifarei. Per le immersioni ricreative penso che l’Horizon sia il massimo che il mercato offre. Le maggiori doti dell’Horizon sono il poco peso, il fatto di fare pochissime bolle, il che permette di avvicinarsi moltissimo ai pesci senza spaventarli e di respirare l’aria più umida e calda che d’inverno nelle immersioni al lago è il top.
Non va trascurato anche il fattore della sicurezza, in quanto respirando la miscela arricchita di ossigeno si ha un minor assorbimento di azoto, con minor tempo decompressivo e bassi fattori di rischio di MDD.
Intervista a Alessandro Boschi, istruttore subacqueo Horizon Mares
D: Ciao Alessandro, mi hai detto che a volte, quando vuoi goderti una bella immersione, preferisci usare l’Horizon. Cosa intendi? Perché ti viene questa “voglia”?
[R] La chiamo voglia di silenzio … l’immersione con Horizon eleva il silenzio di pace e tranquillità in acqua.
D: A livello di costi, tempo e impegno, i corsi di subacquea tecnica o quelli di Horizon sono paragonabili?
[R] Decisamente no. Abbiamo 4 macchine al diving, sul piano manutenzione rispetto ai CCR non c’è proprio paragone. Le macchine in 3 anni di utilizzo non hanno mai dato problemi a parte la normale manutenzione. Inoltre il costo di utilizzo e mantenimento è decisamente inferiore e dato che siamo in Liguria direi un fattore molto importante per noi J.
D: Quanto tempo ti serve per preparare un Horizon per un’immersione?
[R] Davvero poco! Una volta che si apprende la giusta sequenza, il tempo di preparazione è solo leggermente più lungo di quello necessario per assemblare il mono. Infatti, anche noi che lo facciamo di lavoro e ci immergiamo tutti i giorni sappiamo quanto sia fondamentale il fattore tempo e la velocità di preparazione. Eppure, se possiamo, scegliamo sempre di immergerci con l’Horizon.
D: Il tuo centro diving è all’interno dell’Area Marina Protetta di Portofino, una delle aree d’Italia con maggiore biodiversità marina. Hai notato cambiamenti nel modo in ti relazioni con i pesci?
[R] Assolutamente sì! L’AMP di Portofino è la patria della cernia bruna e dei banchi di barracuda. Con Horizon riusciamo letteralmente a nuotarci in mezzo e ad avvicinarci talmente tanto alle cernie da iniziare a instaurare un rapporto. Abbiamo persino cominciato a riconoscerle, dandogli dei nomi.
D: Posso venire a provarlo?
[R] Ma certo, lo puoi fare quando vuoi, non serve niente, unico prerequisito 24 immersioni, brevetto deep e nitrox. Arrivi al diving, 50 minuti di spiegazione e via in acqua. Dopo solo 10 minuti di pratica in acqua bassa ti sentirai subito a tuo agio apprezzandone la facilità di utilizzo.
Intervista a Luigi Pittatore, ingegnere e progettista di Mares
D: Ciao Luigi, grazie per il tuo tempo. Vorrei iniziare con una citazione poco colta: “see a need, fill a need” (tratta dal film Robots della Disney). Quando avete iniziato a progettare l’Horizon, quali bisogni dei subacquei avevate identificato a cui volevate rispondere?
[R] I rebreather, per loro natura, sono oggetti confinati principalmente al mondo della subacquea tecnica. L’HORIZON nasce da un’intuizione di Paul Raymakers[1] e Gerald Skrobanek[2], ovvero l’idea di creare uno strumento accessibile agli appassionati della subacquea ricreativa: un rebreather di semplice uso, piacevole da utilizzare, dalla linea accattivante ed intrinsecamente sicuro. Da qui la scelta di lavorare su un SCR alimentato ad EAN, con la caratteristica di poter modificare la frazione di ossigeno della miscela nitrox che respiriamo sott’acqua durante l’immersione.
D: Durante la progettazione del sistema, avete raccolto feedback dai subacquei? In che modo questi input hanno influenzato il design finale?
[R] La progettazione dell’HORIZON si è avvalsa, come dicevo, della collaborazione e delle conoscenze portate in dote dalla rEvo Rebreahter, che da allora è parte del gruppo HEAD. Questo aspetto è stato essenziale. La collaborazione con SSI, scuola diving del gruppo e responsabile della didattica dell’HORIZON ha fatto il resto.
D: Il sito Mares dichiara che l’Horizon è progettato per offrire il massimo livello di sicurezza. In cosa si differenzia dagli altri sistemi?
[R] La macchina funziona con almeno una bombola di EAN30, ed il limite di 40m è proprio dovuto alla sicurezza, in quanto in ogni momento deve essere permesso il passaggio al circuito aperto muovendo semplicemente una leva sul boccaglio. Un erogatore completo per ogni bombola offre in caso di necessità una fonte d’aria alternativa per il subacqueo e per il compagno di immersione. HORIZON è stato progettato per massimizzare la sicurezza utilizzando un sistema ridondante multiplo di tre elettroniche con altrettante fonti di energia distinte, dove ogni elettronica comunica con le altre in modo da poter verificare in ogni momento dell’immersione il corretto svolgimento delle operazioni.
Un computer subacqueo affidabile e di alto livello svolge le operazioni di configurazione ed esecuzione delle immersioni. Una prima elettronica gestisce il corretto funzionamento del rebreather misurando la frazione di ossigeno che il subacqueo sta respirando e gestendo l’elettrovalvola. La seconda elettronica è responsabile di gestire l’HUD (Head Up Display) e della ridondanza di sicurezza, segnalando all’utente attraverso una pulsazione colorata lo stato del rebreather.
In ogni momento il subacqueo può decidere di passare ad una modalità di circuito aperto: l’Horizon è stato progettato con un boccaglio con BOV (Bail Out Valve), che se chiuso permette all’utente di respirare direttamente dalla bombola tramite un normale secondo stadio incluso del boccaglio stesso.
Inoltre una delle caratteristiche del controller Horizon è la capacità di monitorare e calcolare il tempo residuo del filtro della CO2, fornendo un avviso su quanto tempo rimane prima di cambiare il materiale fissante del filtro.
D: Cosa ti rende particolarmente fiero dell’Horizon? C’è qualche caratteristica che avete sviluppato che ha superato le vostre aspettative?
[R]Essere riusciti a fornire ai nostri subacquei un SCR come l’HORIZON e sapere che ogni giorno centri diving come Massub portano in acqua la nostra tecnologia è sempre motivo di soddisfazione per tutto il team di sviluppo.
Inoltre Il mio lavoro prevede, tra le altre mansioni, quella di essere un beta tester dei prodotti della subacquea MARES, quindi anche dell’HORIZON. Sono istruttore OC ormai da alcuni anni. Ebbene, la facilità di utilizzo, l’assetto e la piacevolezza del respiro offerte da questa macchina con tutte le condizioni e temperature del mare non cessano mai di sorprendermi. A differenza delle immersioni in OC, l’inspirazione e l’espirazione non influiscono sul controllo dell’assetto e la sua forma aiuta a trovare la posizione in trim, con uno schienalino ergonomico regolabile e due spazi per integrare la zavorra necessaria.
D: Una domanda forse antipatica, ma bisogna parlarne: alcuni subacquei sostengono che, con una spesa simile, sia meglio optare direttamente per sistemi CCR. Cosa, secondo te, non stanno valutando correttamente nell’Horizon?
[R] L’affermazione non è corretta, essenzialmente per due motivi.
Il costo e la complessità. Come dicevo, il rebreather per sua natura si colloca nel mondo della subacquea tecnica, fatto di immersioni molto lunghe, spesso a grande profondità. In condizioni potenzialmente estreme. E un CCR è perfetto per questi scopi: funzionamento con ossigeno puro e due diluenti, quindi trimix, miscele ipossiche e via discorrendo.
Una macchina decisamente più costosa e complessa dell’HORIZON. Pensiamo solo ai gas da utilizzare: l’HORIZON è progettato per funzionare con normali bombole di EAN facilmente affittabili in qualsiasi dive center al mondo, un CCR no. Ed i centri abilitati alla ricarica di ossigeno puro non sono così diffusi. Qui non stiamo parlando di un oggetto per andare a visitare un relitto di un U-Boot a 120m di profondità, onestamente privilegio di pochi. L’HORIZON è un’altra cosa: una bella macchina, leggera (pesa solo 12Kg), semplice, sicura, con cui la media dei tempi d’immersione si allunga da 3 a 8 volte. Interessante anche per un diving center o un resort perché potenzialmente utilizzabile dalla gran parte dei diver ricreativi. Questa è la differenza.
[1] Fondatore della rEvo Rebreather
[2] Attuale COO del gruppo HEAD nonché General Manager di MARES S.p.A
Considerazioni finali
L’Horizon di Mares è sicuramente una macchina innovativa, con un costo importante giustificato dalla tecnologia avanzata che offre. Forse non è adatto a tutti, ma i vantaggi sono molti e significativi.
Foto di copertina di Giuseppe Pastoressa