“Dive Odissey” è un cortometraggio straordinariamente suggestivo di Janne Kasperi Suhonen, fotografo e subacqueo originario di Kotka, in Finlandia, e che vive a Helsinki, in cui arte cinematografica e subacquea si uniscono per raccontare le motivazioni profonde che spingono l’essere umano alla esplorazione dell’ignoto e a una più intima conoscenza di se stessi, che in questo bellissimo video diventano una sola cosa. Allo stesso modo in cui gli ammalianti ambienti sommersi si trasformano in mistici spazi siderali. Undici minuti di bellezza. Un piccolo, imperdibile, autentico capolavoro!
Il cortometraggio evoca attraverso l’oscurità cristallina delle acque di Plura Cave e della miniera di Ojamo in Finlandia, dove il film è stato girato, l’arcana e mistica fascinazione dell’acqua.
Una figura che indossa un acceso mantello color arancio si staglia nel paesaggio innevato (Gemma Smith) seguendo uno misterioso segnale che la raggiunge dalle profondità dei ghiacci. Si fa strada attraverso la neve, cercandone l’origine finché non trova l’accesso a un luogo misterioso, da cui ha inizio un viaggio in un mondo oscuro e gelido: un altro pianeta o, forse, un’altra dimensione…
Il segnale continua a richiamarla verso luoghi sempre più remoti, oscuri e profondi e, attraverso una esperienza di assoluto straniamento, l’acqua e la grotta pian piano perdono la sua stessa “identità” trasformandosi in qualcosa che assomiglia più a uno spazio siderale che a un luogo sommerso.
Un “viaggio” mistico, iniziatico, che si trasforma in un viaggio nella mente, nelle profondità del mistero dell’uomo e della origine della vita.
Lentamente i confini tra reale e immaginario si confondono e tutto diventa possibile. Una forma sorge nell’oscurità. È il Silver Diver (Andy Torbet) e da quel momento inizia il viaggio vero e proprio che condurrà la donna nel silenzio di un linguaggio minimalista, fatalmente attratta dal puro richiamo verso l’ignoto, giungendo una assoluta rinascita.
Liberatasi della attrezzatura subacquea la donna si libra senza peso in tutt’uno con le acque, senza più bisogno di respirare. Una rinascita simbolicamente espressa dalla posizione fetale che assume nell’abbandono a un ambiente liquido che si intuisce ospitale, vitale; liquido che è all’origine della vita di ciascuno di noi.
Il timore scompare per lasciare spazio a un rassicurante stupore.
Accanto a lei appare un uomo; le loro mani si sfiorano; citazione di ET o della celebre origine della vita di Michelangelo, novelli Adamo ed Eva di un universo e di un mondo che vive e rinasce nell’Oceano, fonte di vita di questo meraviglioso pianeta che l’uomo si ostina a cercare di uccidere per stupidità e cupidigia, perdendone di vista l’infinita bellezza.
Quella che ci ricorda e ci fa rivivere, senza parole ma con la pura forza delle immagini e della storia, questo stupendo momento di passione per la subacquea e per l’oceano e di sapiente arte fotografica e cinematografica.
Dive Odissey. Un omaggio alla subacquea e alla fantascienza
«Dive Odissey è un omaggio a miei passatempi preferiti – ha dichiarato l’autore – le immersioni e la fantascienza». Volute ed evidenti le citazioni di “2001. Odissea nello spazio” e di “Blade Runner”.
«Il progetto – ha dichiarato Suhonen alla bellissima rivista spagnola di subacquea “aQua” – è una confessione del mio amore per la subacquea. Mi ha dato tanto. Amici. Una nuova direzione per la mia professione di fotografo. Esperienze che nessuna altra persona ha fatto prima di me. Relitti sommersi sconosciuti. Grotte che si formano nell’arco di migliaia di anni. Cunicoli sotterranei illuminati e fotografati in modo che nessuno prima di me aveva saputo fare…». E poi, aggiungiamo, questo splendido video.