La didattica subacquea ha standard, brevetti, materiali, organi di controllo, eppure nella pratica continuiamo a vedere subacquei mediocri.
Perché per tanti neosub svuotare la maschera resta un problema? Perché ci sono subacquei tecnici che scordano tecniche basilari? Dipende dall’istruzione ricevuta?
Qualsiasi corso di primo livello copre almeno 6 dei 10 miglioramenti desiderati per l’immersione subacquea, secondo DAN, eppure i risultati sono scarsi.
10 miglioramenti desiderati per l’immersione secondo il DAN:
- Pesata corretta
- Miglior controllo del galleggiamento
- Più attenzione alla pianificazione dei gas
- Miglior controllo della velocità di risalita
- Uso delle checklist
- Riduzione degli infortuni per mancata compensazione
- Attenzione alla salute cardiovascolare
- Immersione più frequente (o preparazione pre-immersione)
- Maggiore attenzione ai limiti
- Meno problemi con l’attrezzatura / manutenzione
Non sono tutte cose che dovrebbero essere insegnate nei corsi? In realtà l’istruttore le insegna, ma gli studenti non le imparano, o non le mettono in pratica.
Una domanda per iniziare: cosa significa “imparare”? Ecco tre definizioni da dizionario:
- Memorizzare conoscenze o informazioni
- Acquisire conoscenze o abilità attraverso lo studio o l’esperienza
- Un cambiamento permanente e osservabile nel comportamento
La prima è adatta a un soggetto accademico, per cui si prepara un esame, non per un’attività pratica come l’immersione. La seconda è già meglio, almeno fa riferimento a abilità pratiche. Ma io preferisco la terza definizione, questo è il tipo di apprendimento di cui abbiamo bisogno nell’immersione.
Imparare vuol dire introdurre un cambiamento permanente. Se il cambiamento scompare quando gli allievi hanno finito il corso, cosa hanno imparato? Niente.
Questo è il problema: noi non verifichiamo che il cambiamento sia permanente. Se l’allievo esegue l’esercizio in modo soddisfacente, marchiamo l’abilità come eseguita e passiamo alla successiva. Ma lo stesso allievo sarà in grado di ripetere l’abilità dopo una settimana, dopo un mese, in una situazione di stress?
Il secondo aspetto riguarda un cambiamento del comportamento osservabile. Dobbiamo concentrarci su questo cambiamento, capire cosa sia e come ottenerlo. Molti istruttori credono (o gli è stato insegnato) che insegnare voglia dire seguire una procedura. Se la seguono correttamente, allora avranno insegnato. Ma lo studente ha imparato? Un cambiamento permanente e osservabile nel comportamento dovrebbe diventare il nostro obiettivo di apprendimento.
Dobbiamo decidere quale cambiamento stiamo cercando, prima di decidere come ottenerlo. Dobbiamo evitare di cadere nel tranello di porci obiettivi troppo generali o impossibili da verificare, e dobbiamo evitare di focalizzare quello che l’istruttore farà, per concentrarci su quello che l’allievo sarà in grado di fare.
Obiettivi dell’istruttore di subacquea
Un buon modo per strutturare un obiettivo è di porlo così:
“Alla fine di questa sessione sarete in grado di…”
Questo sistema può smascherare obiettivi mal posti. Per esempio, affermazioni come:
“Oggi vi parlerò della teoria della decompressione”
“In questa sessione in piscina affronteremo lo svuotamento della maschera”
pongono l’enfasi sull’istruttore e sul procedimento, non sul comportamento dello studente. Proviamo a riformularle:
“Alla fine di questa sessione saprete tutto sulla teoria della decompressione”
“Alla fine di questa sessione avrete imparato la tecnica per svuotare la maschera”.
Va meglio! Ora gli obiettivi mettono a fuoco lo studente, ma sono realistici?
Gli Obiettivi devono essere testabili e realistici
Sapere tutto sulla teoria della decompressione è un obiettivo ambiziosissimo, ci vorrebbero anni di studio. Potremmo dire che conosceremo le parti essenziali della teoria, ma qui parte un’altra domanda: quali sono le parti essenziali?
Gli obiettivi devono essere testabili. Come? Dobbiamo mettere a fuoco bene il cambiamento nel comportamento che cerchiamo. “Sapere” non è un cambiamento nel comportamento, non è una parola che descrive l’obiettivo in modo produttivo.
E lo stesso vale per parole come “comprendere, imparare, rispettare, apprezzare”, troppo vaghe. Riflettono condizioni mentali, nell’obiettivo dobbiamo arrivare a un comportamento, un’azione. Usiamo piuttosto parole “attive”, come “spiegare, elencare, assemblare, definire, calcolare, pianificare, analizzare, descrivere”.
“Alla fine di questa sessione sarete in grado di elencare due fattori che determinano i vostri limiti di non decompressione”
“Alla fine di questa sessione sarete in grado di svuotare una maschera allagata”.
Strutturato in questo modo l’obiettivo può essere testato, semplicemente chiedendo allo studente di metterlo in pratica. Per esempio così:
“Ora che abbiamo completato la sezione sulla teoria della decompressione, puoi elencare i due fattori che determinano i nostri limiti di non decompressione?”
Obiettivi dell’istruttore di subacquea in funzione del livello del corso
Il comportamento definito dall’obiettivo varierà in funzione del livello del corso. La conoscenza sulla decompressione che ci si aspetta da un open water sarà molto diversa da quella di un allievo di corso tecnico.
Open Water: “Alla fine di questa sessione, sarete in grado di elencare due fattori che determinano il nostro limite di non decompressione”.
Trimix: “Alla fine di questa sessione, sarete in grado di descrivere come il nostro profilo di decompressione cambia in base ai fattori di alto e basso gradiente saturativo”.
Un approccio realistico al comportamento che desideriamo è essenziale. Non possiamo aspettarci la stessa abilità nello svuotare la maschera da parte di allievi open alla prima sessione in piscina o da un candidato divemaster. E dobbiamo anche pensare alle condizioni per la dimostrazione dell’abilità. In ginocchio sul fondo di una piscina può essere appropriato per la prima lezione del corso open, ma in acque libere chiederemo all’allievo di svuotare la maschera in galleggiamento neutro. Solo in questo modo possiamo essere sicuri che possano ripetere l’abilità in condizioni normali di immersione.
“Alla fine di questa sessione sarete in grado di svuotare la maschera allagata mantenendo il galleggiamento neutro”.
Infine dobbiamo stabilire un livello di performance che consideriamo accettabile, e questo sarà collegato ancora al livello di addestramento dell’allievo. Per esempio:
Open water: “Alla fine di questa sessione sarete in grado di svuotare la maschera allagata entro tre tentativi, mantenendo il galleggiamento neutro, con variazioni al massimo di 1 m in più o in meno rispetto alla posizione di partenza”.
Allievo Divemaster / corso tecnico: “Alla fine di questa sessione sarete in grado di svuotare la maschera allagata in un solo tentativo, mantenendo il galleggiamento neutro, con variazioni al massimo di 1/2 m in più o in meno rispetto alla posizione di partenza”.
Gli obiettivi di apprendimento insomma devono tenere conto di:
- Audience
- Comportamento
- Condizioni
- Livello
Gli obiettivi di apprendimento sono un po’ la bacchetta magica dell’istruttore. Se questo può costruire un obiettivo specifico, testabile, appropriato per il livello dell’allievo, poi sarà molto più facile strutturare la lezione. Sarà facile per l’allievo capire bene cosa gli si richiede, e per l’istruttore capire se l’allievo ha imparato. Si determinerà un ambiente produttivo, in cui sarà molto più probabile che l’insegnamento si traduca in apprendimento.